Chignolo Po: differenze tra le versioni
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'''Chignolo Po''' (''Chignö'' in [[dialetto pavese]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Pavia]] in [[Lombardia]]. Il comune è composto, oltre che dal capoluogo, anche dalle frazioni [[Lambrinia]], Alberone e Bosco; si trova presso la foce del fiume [[Lambro]] nel [[Po]] e dista una trentina di chilometri dalle città capoluogo di provincia [[Pavia]], [[Lodi]] e [[Piacenza]].
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{{vedi anche|Castello di Chignolo Po}}
[[File:Castello Chignolo Po.JPG|thumb|left|upright|Castello Procaccini]]
Il nome Chignolo deriva dal latino ''Cuncolus ad Padum'', ''Cuniolus'' ("piccolo cuneo") e dal lombardo ''Chignoeu''
== Storia == Nel X secolo Chignolo era proprietà del [[monastero di Santa Cristina]]<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Andrea|cognome=Castagnetti|titolo=S. Cristina di Corteolona |rivista=Inventari altomedievali di terre, coloni e redditi |città= Roma |anno= 1979 (FSI, 104), IV |pp= 27-40 |accesso= 2022-05-22 |url= https://www.academia.edu/6862679/S_Cristina_di_Corteolona_in_Inventari_altomedievali_di_terre_coloni_e_redditi_Roma_1979_FSI_104_IV_pp_27_40 }}</ref>. Esso si snoda, infatti, su una striscia di terra rialzata tra i fiumi [[Lambro]] e il [[Po]] che nei tempi antichi (ancora nel 1400) lambivano il maestoso [[castello di Chignolo Po|castello]] dei Federici, detti ''Todeschini'', passato poi per matrimonio a Ottaviano Pallavicini di Busseto (ante 1484) e perso dopo la morte della moglie (ante 1510) a favore del marito della cognata, il senatore milanese Gerolamo Cusani; poi (1527) ai Fu il duca di Milano [[Galeazzo Maria Sforza]], nel [[1466]], a rettificare il corso del fiume; lavori durati ben 10 anni che permisero di garantire un territorio più vasto, più fertile e più sicuro dalle inondazioni. L'antico letto del [[Po]], nella vasta ansa, divenne ''Mortizza'' il cui colatore più grande è il Reale.
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Nel [[IX secolo]] Chignolo fu concesso in beneficio da re Berengario ai monaci [[benedettini]] dell'[[Santa Cristina e Bissone|abbazia di Santa Cristina]], il vicino monastero di fondazione Longobarda. Proprio transitando su questa via nel 990, l'[[Antica arcidiocesi di Canterbury|arcivescovo di Canterbury]], [[Sigerico di Canterbury|Sigerico]], indica l'abbazia di Santa Cristina, col suo castello, come la [[Itinerario di Sigerico|tappa XL]] (''[[mansio]]''). L'abate di Santa Cristina scelse come feudatari stabili la famiglia milanese dei Pusterla. Dopo lunghe contese tra questi ultimi e i [[Visconti]] il feudo passò infine, dal 1486, alla nobile [[Cusani (famiglia)|famiglia Cusani]], che conservò il patronato sino al 1936.
Nel [[1936]] al comune di Chignolo fu unito il comune di [[Cantonale]], già in [[provincia di Milano]] e da sempre legato al territorio [[lodi]]giano<ref>Legge n° 846 del 30 aprile 1936, pubblicata sulla ''Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia'' [http://augusto.digitpa.gov.it/#giorno=20&mese=05&anno=1936 n° 117 del 20 maggio 1936].</ref>. L'attuale frazione Lambrinia si chiamava in precedenza Camatta.
===Simboli===
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con regio decreto dell'8 febbraio 1939.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?3162 |titolo= Chignolo Po |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 29 dicembre 2022 }}</ref>
{{citazione|Cinque [[Punti equipollenti|punti d'oro equipollenti]] a quattro di verde, caricati sui tre punti centrali, posti in palo, di un torrione di castello fiancheggiato da bastioni, il tutto di rosso, aperto e finestrato di nero, e sui due punti di verde laterali di due croci di Malta d'argento; con il capo di porpora. Ornamenti esteriori di Comune.}}
Vi è rappresentata la facciata del castello di Chignolo Po. Il capo di porpora, che nell'araldica italiana corrisponde ad un rosso scuro, è ciò che resta del [[capo del Littorio]], ornamento obbligatorio al momento della concessione dello stemma.<ref>Il capo del Littorio è stato istituito con RD n. 1440 del 12 ottobre 1933, poi abrogato con il decreto luogotenenziale n. 394 del 10 dicembre 1944.</ref>
Il gonfalone è un drappo di azzurro
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