James Joyce: differenze tra le versioni

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{{nota disambiguand||Joyce (disambigua)|Joyce}}
{{Doppia immagine verticale|right|James Joyce by Alex Ehrenzweig, 1915 cropped.jpg|James Joyce signature.svg|250|James Joyce fotografato da [[Alex Ehrenzweig]] a [[Zurigo]] nel [[1915]].|[[Firma]] di James Joyce.}}
{{Bio
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Il suo carattere [[conformismo|anticonformista]] e critico verso la [[società (sociologia)|società]] irlandese e la [[Chiesa cattolica]] traspare in opere come ''I Dublinesi'' o ''[[Gente di Dublino]]'' (''Dubliners'', del 1914) - palesato dalle famose [[Teofania|epifanie]] - e soprattutto in ''[[Ritratto dell'artista da giovane]]'' (''A Portrait of the Artist as a Young Man'', nel 1917), conosciuto in Italia anche come ''Dedalus''.
 
Il suo [[romanzo]] più noto, ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'', è una vera e propria [[rivoluzione]] rispetto alla letteratura dell'[[XIX secolo|Ottocento]], e nel 1939 il successivo e controverso ''[[Finnegans Wake]]'' ("''La veglia dei Finnegan''" o più propriamente "''La veglia per i Finnegan''") ne è l'estremizzazione. Durante la sua vita intraprese molti viaggi attraverso l'[[Europa]], ma l'ambientazione delle sue opere, così saldamente legata a [[Dublino]], lo fece diventare uno dei più [[Cosmopolitismo|cosmopoliti]] e allo stesso tempo più locali scrittori irlandesi.
 
== Biografia ==
=== Infanzia e adolescenza ===
James Joyce nacque a [[Rathgar]], un elegante sobborgo di [[Dublino]] (nell'allora [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Irlanda britannica]]), il 2 febbraio del [[1882]] in una famiglia [[Borghesia|medioborghese]] profondamente [[Cattolicesimo|cattolica]], primogenito dei dieci figli sopravvissuti (due dei suoi fratelli perirono infatti di [[febbre tifoidea|febbre tifoide]] in età tenerissima) di [[John Joyce|John Stanislaus Joyce]], originario di [[Cork]], e di Mary Jane Murray. Nel [[1887]], suo padre, dopo aver lasciato il lavoro di doganiere, venne nominato esattore delle tasse dalla [[Dublin Corporation]] e perciò la famiglia si trasferí in pianta stabile a [[Bray (Irlanda)|Bray]], una cittadina ad una ventina di chilometri a sud di [[Dublino]]. Qui Joyce venne morso da un cane, episodio all'origine della sua [[cinofobia]]; aveva anche una [[Ceraunofobia|paura spropositata]] dei [[Temporale|temporali]], perché una zia molto religiosa gli disse che erano un segno dell'ira di Dio. Le paure avrebbero sempre fatto parte dell'identità di Joyce e, sebbene avesse il potere di superarle, non lo fece mai.<ref>Ellmann, Richard. James Joyce. p. 514</ref>
 
Nel [[1891]], a 9 anni, scrisse la sua prima opera, un [[libello]] rivolto alla figura del nazionalista irlandese [[Timothy Healy]], politico e giornalista, tra i più controversi membri del Parlamento nella Camera dei Comuni del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda, reo di aver abbandonato nel mezzo di uno scandalo il leader del partito autonomista [[Charles Stewart Parnell]], che morì nel [[1891]]. Con la morte di Parnell l'autonomia irlandese era più lontana e John Joyce, autonomista convinto, era infuriato per questa vicenda, tanto da far stampare alcune copie dell'opera prima del figlio e spedirne una addirittura alla [[Biblioteca Vaticana]]. Tutte le copie sono andate perdute.
 
Nel novembre dello stesso anno John Joyce venne sospeso dal lavoro e non riuscì più a pagare la retta del prestigioso [[Clongowes Wood College]], che James frequentava dal [[1888]]. James studiò per qualche tempo a casa, poi brevemente alla scuola dei [[Fratelli Cristiani]], fino a quando, grazie agli ottimi voti, venne accolto gratuitamente al [[Belvedere College]], un collegio [[Compagnia di Gesù|gesuita]], anche con la speranza di una vocazione. A sedici anni Joyce aveva già sviluppato il carattere anticonformista e ribelle che lo contraddistinguerà anche in futuro e rifiutava il [[Cristianesimo]], anche se la filosofia di [[Tommaso d'Aquino|San Tommaso d'Aquino]] avrà una forte influenza sulla sua vita.<ref>Ellmann, p. 530 e 55</ref> Al Belvedere College ottenne ottimi risultati e vinse più di una competizione accademica. Nel [[1893]] la situazione economica familiare, già precaria, si aggravò e il padre per pagare un debito fu costretto a vendere le proprietà della sua famiglia a [[Cork]]. L'[[alcolismo]] di John e la sua cattiva gestione delle finanze porteranno ben presto al declino della famiglia.<ref>Ellmann, p. 132</ref>
 
=== Gli anni dell'università ===
Joyce si iscrisse allo [[University College (Dublino)|University College]] di [[Dublino]] nel [[1898]], dove studiò lingue moderne, in particolare [[lingua inglese|inglese]], [[Lingua francese|francese]] e [[Lingua italiana|italiano]]. Manifestò ben presto il suo carattere anticonformista rifiutando di sottoscrivere una protesta contro ''[[La contessa Cathleen]]'', un dramma di [[William Butler Yeats]], per alcuni tratti diffamatorio nei confronti dell'[[Irlanda]]. In risposta ad alcune provocazioni contro [[Henrik Ibsen|Ibsen]] (un autore al tempo considerato immorale), in una delle riunioni della ''Literary and Historical Society'', un circolo storico-letterario di cui Joyce faceva parte, il 20 gennaio [[1900]] tenne un discorso pubblico sul tema ''Teatro e vita'', proponendo proprio Ibsen come modello di riferimento, un autore che per Joyce fu una vera scoperta. Dello stesso autore pubblicherà poco dopo sulla rivista ''The Fortnightly Review'' una recensione di ''[[Quando noi morti ci risvegliamo]]'' per la quale ricevette una lettera di ringraziamento dal drammaturgo norvegese.
 
Col compenso per la recensione si recò brevemente a [[Londra]] con suo padre e, ritornato in Irlanda, si trasferì a [[Mullingar]], dove cominciò la traduzione di alcune opere del drammaturgo tedesco [[Gerhart Hauptmann]], con la speranza che l'Irish Theatre accettasse di rappresentarle, ma la proposta venne declinata perché Hauptmann non era un autore irlandese. Da questa esperienza Joyce trasse spunto per scrivere il [[pamphlet]] ''Il giorno del Volgo'', denuncia del provincialismo della cultura irlandese.
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=== L'esilio dall'Irlanda ===
[[File:James Joyce Tower.jpg|thumbmin|La [[James Joyce Tower]] a [[Sandycove]]]]
La sera del 22 giugno 1904<ref>{{Cita libro|titolo=James Joyce, la memoria del genio, Claudio Segantini}}</ref>, Joyce stava passeggiando con un amico, Vincent Cosgrave, al Saint Stephen Green. Fu in quella occasione che la parola rivolta a una ragazza, apparentemente da sola, scatenò un'aggressione da parte dell'accompagnatore di lei sullo stesso Joyce. Cosgrave rimase immobile, e fu solo l'arrivo di una carrozza guidata da Alfred H. Hunter che pose fine alla zuffa. Hunter era un [[ebraismo|ebreo]] vittima di pettegolezzi perché tradito dalla moglie, e diventò il prototipo per [[Leopold Bloom]].<ref>Ellmann, 210</ref>
 
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=== Trieste ===
[[File:Kip Jamesa Joycea u Trstu.jpg|thumbmin|uprightverticale=1.2|Statua di James Joyce a [[Trieste]]]]
Joyce riuscì ad ottenere un posto come insegnante alla [[Berlitz School of Languages|Berlitz School]] di [[Zurigo]] attraverso alcune sue conoscenze, ma una volta a Zurigo scoprì di essere stato ingannato e il direttore lo mandò a [[Trieste]], allora facente parte dell'[[impero austro-ungarico]]. Neanche a Trieste però Joyce riuscì a trovare un posto disponibile e, con l'aiuto del direttore della Berlitz di Trieste [[Almidano Artifoni]], si assicurò un posto alla Berlitz di [[Pola]]. Vi insegnò fino al marzo [[1905]], quando il vicedirettore della Berlitz riuscì nuovamente a farlo trasferire a Trieste. Nonostante il periodo travagliato, Joyce portò a termine alcuni racconti che faranno poi parte di ''[[Gente di Dublino]]'' e la seconda stesura della raccolta di versi ''[[Musica da camera]]''.
 
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Il giorno successivo entrò in [[coma]] e morì alle due del mattino del 13 gennaio [[1941]]. Il suo corpo venne [[cremazione|cremato]] e le sue ceneri si trovano al cimitero di [[Fluntern]], come quelle di Nora e di suo figlio George. Lucia morì nel [[1982]] al St. Andrews Hospital a [[Northampton]], in [[Inghilterra]], dove aveva trascorso gran parte della sua vita.
 
[[File:Joice a Dublino.JPG|thumbmin|Statua di James Joyce in Earl Street a [[Dublino]]]]
 
Nel 1985 fu creata la [[Fondazione James Joyce di Zurigo]], un archivio, centro di documentazione con biblioteca specializzata e museo letterario, che mantiene viva la memoria della vita e dell'opera dello scrittore irlandese, con particolare attenzione al suo stretto legame con la città di Zurigo.
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=== ''Gente di Dublino'' ===
{{vedi anche|Gente di Dublino}}
[[File:Joyce - Dubliners, 1914 - 3690390 F.jpg|thumbmin|uprightverticale|''Dubliners'', 1914]]
La celebre raccolta di racconti è un sunto delle sue esperienze vissute a [[Dublino]], della quale fa una spietata e penetrante analisi mettendo in evidenza, attraverso le famose [[epifania (manifestazione)|epifanie]] (termine usato dallo scrittore per identificare dei particolari momenti di intuizione improvvisa presenti nella mente dei suoi personaggi; è un momento in cui un'esperienza, sepolta da anni nella memoria, sale in superficie nella mente riportando tutti i suoi dettagli e tutte le sue emozioni. In altre parole è un evento che risveglia un ricordo ormai sepolto e dimenticato), la stagnazione e la paralisi della città.<br />Il racconto più celebre, ''[[I morti]]'', è diventato un film nel [[1987]], ''[[The Dead - Gente di Dublino]]'', diretto da [[John Huston]].
 
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=== ''Ulisse'' ===
{{vedi anche|Ulisse (Joyce)}}
[[File:JoyceUlysses2.jpg|thumbmin|uprightverticale|''Ulysses'']]
''Ulisse'' doveva inizialmente essere un racconto di ''[[Gente di Dublino]]'', ma l'idea venne abbandonata. Nel [[1914]] Joyce iniziò un romanzo che terminerà sette anni dopo, nell'ottobre [[1921]]. Dopo altri tre mesi dedicati alla revisione ''Ulisse'' uscì il 2 febbraio [[1922]].
 
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=== ''Finnegans Wake'' ===
{{vedi anche|Finnegans Wake}}
[[File:Grave James Joyce.jpg|thumbmin|verticale|La tomba di James Joyce]]
Completato ''Ulisse'' Joyce era esausto e non scrisse neanche una riga di prosa per un anno.<ref>Bulson, Eric. ''The Cambridge Introduction to James Joyce''. Cambridge University Press, 2006, p. 14</ref> Nel marzo del [[1923]] iniziò la stesura di ''Work in Progress'', prima a puntate nel periodico ''Transition'' e poi in volume il 4 maggio [[1939]] col titolo ''[[Finnegans Wake]]''.
Il 10 marzo 1923 egli informò una sua sostenitrice, Harriet Weaver, con queste parole: «Ieri ho scritto due pagine, le prime dopo avere scritto l'ultimo "Sì" dell'"Ulisse". Con qualche difficoltà le ho ricopiate con una larga calligrafia su un doppio foglio protocollo, così da renderle leggibili. "Il lupo perde il pelo ma non il vizio" dicono gli Italiani, ovvero "Il leopardo non può cambiare le sue macchie", come diciamo noi». Così nacque un testo che divenne conosciuto, prima, come ''Work in Progress'', e poi come ''[[Finnegans Wake]]''.
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== Eredità ==
L'opera dello scrittore irlandese ha avuto un'importante influenza su scrittori e studiosi come [[Samuel Beckett]],<ref>Friedman, Malvin J. Una rassegna di [[Beckett and Joyce: Friendship and Fiction]], [[Università di Bucknell|Bucknell University]] Press (giugno 1979), ISBN 0-8387-2060-9</ref><ref>Williamson, pp. 123-124, 179, 218</ref> [[Flann O'Brien]],<ref>Ad esempio, Hopper, p75: "In tutti i lavori di O'Brien la figura di Joyce volteggia all'orizzonte".</ref> [[Máirtín Ó Cadhain]], [[Salman Rushdie]],<ref>Intervista a Salmon Rushdie di Margot Dijgraaf per il giornale tedesco NRC Handelsblad.</ref> [[Robert Anton Wilson]]<ref>Intervista a Anton Wilson di David A. Branton, trasmessa su HFJC, 87.7 FM, Los Altos Hills, California</ref> e [[Joseph Campbell]].<ref>"About Joseph Campbell", Joseph Campbell Foundation.</ref>
 
Alcuni scrittori espressero opinioni contrastanti sulle sue opere. [[Vladimir Vladimirovič Nabokov|Vladimir Nabokov]] e [[Jorge Luis Borges]], ad esempio, sostennero che l{{'}}''Ulisse'' fosse un'opera brillante, mentre ''Finnegans Wake'' orrenda<ref>Nabokov, in una lettera del 3 agosto 1950 indirizzata ad Elena Sirosky, scrisse: «Quando voglio leggere un buon libro leggo ''Alla ricerca del tempo perduto'' di [[Marcel Proust]] o ''[[Ulisse (Joyce)|Ulisse]]'' di Joyce» (''Nabokov's Butterflies: Unbublished and Incollected Writings'', pp. 464-465)</ref><ref>Borges, p. 195</ref>. Il filosofo francese [[Jacques Derrida]], che scrisse anche un libro sull'Ulisse, raccontò di un turista che gli chiese in una libreria a Tokyo quale tra tutti quei libri fosse quello definitivo e gli rispose che erano Ulisse e Finnegans Wake.<ref>Derrida, ''Ulysses Gramophone: Hear Say Yes in Joyce'' (in ''Acts of Literature'', ed Derek Attridge, pp. 253-309), p 265</ref>
 
Secondo Oliver St John Gogarty, l’eterno amico-nemico, Finnegans Wake era solo “un colossale sgambetto”.<ref>{{Cita pubblicazione|data=1939-02-01|titolo=Examination for Junior Observer|rivista=Bulletin of the American Meteorological Society|volume=20|numero=2|pp=84-84|accesso=2021-08-10|doi=10.1175/1520-0477-20.2.84|url=http://dx.doi.org/10.1175/1520-0477-20.2.84| issn = 0003-0007}}</ref>