Gaspare Sanseverino: differenze tra le versioni

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{{Bio
|Nome = Gaspare
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}} Famoso per il furore bellico e l'eccezionale audacia, fu anche definito dai contemporanei ''il nuovo [[Achille]]'' per la sua apparente indistruttibilità, nonché figlio di [[Marte (divinità)|Marte]] e Fulgore in battaglia.
 
Fu signore di [[Piadena]], [[Calvatone]], [[Spineda]],<ref>{{Cita libro|titolo=Cremona rivista mensile illustrata della Città e Provincia|url=https://books.google.it/books?id=Cqc96PfL_7cC&q=Gaspare+Sanseverino+Spineda&dq=Gaspare+Sanseverino+Spineda&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwibi6iOxJjXAhVLB8AKHbLkCD0Q6AEIKzAB|accesso=25 ottobre 2018|data=1932|editore=Tip. Cremona Nuova|lingua=it-it|ppp=88-89}}</ref> [[Cittadella (Italia)|Cittadella]], [[Mandello del Lario]], [[Bellano]] e [[Varenna]]. Valente uomo d'armi, fu al servizio di diverse signorie e uno dei più stretti collaboratori di [[Ludovico il Moro]].<ref>{{Cita libro|nome=Stefano|cognome=Meschini|titolo=Uno storico umanista alla corte sforzesca: biografia di Bernardino Coiro|url=https://books.google.it/books?id=E7w41pNxHxwC&pg=PA97&dq=Gaspare+Sanseverino&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj-0eWYvZbXAhVBCcAKHfwuCJIQ6AEIJjAA#v=onepage&q=Gaspare%20Sanseverino&f=false|accesso=25 ottobre 2018|data=1995|editore=Vita e Pensiero|lingua=it|ISBN=9788834312407}}</ref>
 
== Il soprannome ==
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TRA IL REGNO DI NAPOLI E IL DUCATO DI MILANO}}</ref>
 
Compì la sua formazione militare al seguito del padre Roberto. La sua attività di uomo d'armi ebbe ufficialmente inizio nel [[1475]], al fianco dei fratelli [[Gianfrancesco Sanseverino d'Aragona|Gianfrancesco]], [[Antonio Maria Sanseverino|Antonmaria]] e [[Galeazzo Sanseverino|Galeazzo]], al soldo della [[Repubblica di Firenze]]. Il 26 gennaio dello stesso anno sposò [[Margherita Pio di Savoia]], figlia di [[Gian Ludovico Pio|Gian Ludovico]] conte di [[Carpi]] e nipote di [[Lorenzo de' Medici]].<ref>{{Cita libro|autore=Patrizia Meli|titolo=Gabriele Malaspina marchese di Fosdinovo: condotte, politica e diplomazia nella Lunigiana del Rinascimento|url=https://books.google.it/books?id=hyfL9JtSaDUC&dq=lorenzo+de+medici+volterra+1472&hl=it&source=gbs_navlinks_s|ppp=68-69}}</ref>
[[File:Roberto Sanseverino d'Aragona's funerary monument - Trento Cathedral.jpg|miniatura|[[Roberto Sanseverino d'Aragona|Roberto Sanseverino]], padre di Fracasso]]
Nel settembre 1479 - stando a quanto riferisce il cronista ferrarese Caleffini - il padre Roberto, allorché fu richiamato a Milano dalla duchessa [[Bona di Savoia|Bona]] con la quale era entrato precedentemente in contrasto, mandò avanti per ostaggio il proprio secondogenito, ossia Fracasso, in modo tale che si mettessero d'accordo.<ref>Caleffini, p. 312.</ref>
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{{Citazione|[...] e sapendo quanto nelle guerre i primi successi delle cose alzino ed abbassino gli animi umani, chiamò a sé Gaspare suo figliuolo, detto per soprannome il Fracasso, e preposelo a' fanti che lo dovevano assalire, ricordandogli ch'ei gli dimostrasse la madre in generandolo non l'avere ingannato; e che quel dì, quel luogo, quell'assalto gli dovevano recare o una perpetua gloria o un'eterna infamia. [...] Fracasso, essendo giovane che co' fatti corrispondeva al nome, e che alla gloria paterna aspirava con ogni gran pericolo, in un tratto fe' dare il segno dell'assalto; egli per prima di tutti, presasi un'arma alle mani e voltosi a' soldati: "Fratelli", disse, "i figli di Roberto Sanseverino hanno prima apparato a fare e poi a comandare: venitemi dietro e mostrate al vostro capitano che i suoi soldati non cedono di valore a' figliuoli. Non ispendo più tempo in persuadervi, perché se i miei fatti non vi aranno animo, molto meno ve ne darebbono le parole". E, avviatosi incontro al ponte, bravamente lo investì. I soldati, che amano più i capitani che sottentrano ai comuni pericoli, che quei che standone lontani, in guisa di testimoni gli riguardano, con uguale corso ed ardire lo seguirono, appiccando mortal zuffa con quei del ponte|[[Camillo Porzio]], La congiura dei Baroni del regno di Napoli contra il re Ferdinando I}}
 
Mentre dunque, "trasportato da soverchio ardire e caldo di gioventù" combatteva in testa ai propri uomini, venne raggiunto da uno scoppio di [[archibugio]] (per altre fonti di bombarda o di passavolante) che gli trapassò le guance da lato a lato.<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Camillo Porzio|titolo=La congiura dei baroni del regno di Napoli contra il re Ferdinando I|dataoriginale=1565|anno=1965|editore=Biblioteca Universale Rizzoli|ppp=118-119}}</ref>
 
In seguito a questa ferita, come racconta lo storico [[Camillo Porzio]], Fracasso rimase "poco men che morto".<ref name=":0"/> Roberto Sanseverino, che fino ad allora era rimasto a guardare la campagna con la cavalleria, "dolente a morte" per aver veduto il figlio prediletto cadere e "desideroso che quel terreno che doveva seppellire il figliuolo anche il padre ricoprisse", si lanciò all'assalto e rinvigorì in tal modo gli animi che in breve prese il ponte. Quindi "l'adirato capitano" passò a fil di spada tutti i terrazzani senza distinzione, "come se, spargendo il sangue di coloro, la ferita del figliuolo guarisse".<ref name=":0"/> In verità dalle fonti coeve non risulta di nessuna rappresaglia commessa da Roberto nei confronti della popolazione civile, bensì soltanto contro la guarnigione del fortilizio, in particolare del bombardiere responsabile del ferimento:<ref>[https://www.google.it/books/edition/Il_diario_romano_di_G_Pontani_gi%C3%A0_rifer/PC3gAAAAMAAJ?hl=it&gbpv=0&bsq=et%20perch%C3%A9%20lo%20bombardieri%20havea%20tratto%20di%20un%20archibuscio%20et%20dato%20al%20signor%20Fracasso%20nella%20bocca Il diario romano] di G. Pontani già riferito al "Notaio de Nantiporto" (30 gennaio 1481-25 luglio 1492), p. 54.</ref>