Codex Fuldensis: differenze tra le versioni

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[[File:Codex Fuldensis 296-297.jpg|thumb|''Codex Fuldensis'', pag. 296-297]]
Il '''Codex Fuldensis''', noto anche come '''Codex Victor''' ([[Biblioteca di Stato dell'Assia]], ''Codex Bonifatianus I''<ref>{{Cita libro|cognome=Padberg|nome=Lutz E. von|wkautore=Lutz von Padberg|curatore=Lutz E. von Padberg Hans-Walter Stork|titolo=Der Ragyndrudis-Codes des Hl. Bonifatius|anno=1994|editore=Bonifatius, Parzeller|città=Paderborn, Fulda|lingua=Tedesco|isbn=3-87088-811-3|pp=7–757-75|capitolo=Bonifatius und die Bücher}}</ref>), designato con la lettera '''F''', è un manoscritto del [[Nuovo Testamento]] basato sulla vulgata latina realizzato tra il 541 ed il 546.<ref name=Ehrman/> Il codice è considerato il secondo testo in vulgata più importante dell'epoca; è inoltre il più antico manoscritto completo che si basa sul ''[[Diatessaron]]''. Esso è risultato importante per la discussione sull'autenticità della 1 Cor 14,34-35<ref name="Payne">Philip B. Payne, [http://www.linguistsoftware.com/Payne1995NTSFuldensis.pdf ''Fuldensis, Sigla for Variants in Vaticanus and 1 Cor 14.34-5''], NTS 41 (1995) 251-262.</ref> e del ''[[Comma Johanneum]]''. È uno dei primi manoscritti datati del Nuovo Testamento. Venne corretto sino al 2 maggio 546.<ref>[[Francis Henry Blackburne Daniell|F. H. Blackburne Daniell]], ''Victor, Bishop of Capua'', in W. Smith and H. Wace, eds., ''A Dictionary of Christian Biography'' (4 vols., London, 1877-1887), Vol. 1, p. 1126.</ref>
 
== Descrizione ==
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== Storia ==
[[Vittore di Capua]] (m. 554) riporta di aver trovato un'[[armonizzazione evangelica]] in latino antico, che egli stesso riconosceva essere derivata dal ''Diatessaron'' di Taziano. Egli sostituì il testo della vulgata dal latino, prendendo il resto dei testi dalla vulgata standard.<ref name=Ehrman/> [[Bonifacio (vescovo di Magonza)|Bonifacio]] acquisì il codice e nel 745 lo diede al [[Abbazia di Fulda|biblioteca monastica]] (Abb. 61) di [[Fulda]], dove ancora oggi si trova (da cui il nome del codice).<ref name="Metzger">Bruce M. Metzger, ''The Early Versions of the New Testament'' (Oxford 1977), p. 335.</ref> Esso è stata la fonte principale per le armonizzazioni vernacolari dei vangeli in [[lingua alto-tedesca antica|alto-tedesco antico]], in franco orientale ed in [[lingua sassone antica|sassone antico]]. Secondo Malcolm Parkes, le [[glossa|glosse]] all'[[Epistola di Giacomo]] sarebbero state manoscritte da San Bonifacio in persona.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Parkes|nome=Malcolm B|anno=1976|titolo=The Handwriting of St. Boniface: A Reassessment of the Problems|rivista=Beiträge zur Geschichte der deutschen Sprache und Literatur|volume=98|pp=161–79161-79}}</ref>
 
Il ''Codex Sangallensis 56'' venne copiato, nel IX secolo, dal ''Diatessaron'' del ''Codex Fuldensis''. Anch'esso contiene alcuni estretti degli Atti degli Apostoli.<ref>[http://www.e-codices.unifr.ch/en/description/csg/0056 Codex Sangallensis 56] alla ''Stiftsbibliothek St. Gallen'' (copia del ''codex Fuldensis'' del ''Diatessaron'')</ref>