Barnaba Panizza: differenze tra le versioni
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|Nome = Barnaba 
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==Biografia== 
Figlio d'arte, seguì le orme del padre Lorenzo (1771-1847), quest'ultimo già autore di edifici [[Torino|torinesi]], quali l'Ospedale San Giovanni Battista antica sede di Via Cavour, 31 e il Regio Manicomio di [[Collegno]]. La madre era Caterina Arnulfi (1775-1859). 
Diplomatosi in architettura nel [[1821]], le sue prime opere furono alcune palazzine a ridosso del centro di [[Torino]], ma le vere opere importanti furono postume al [[1840]], quando iniziò a progettare case per l'alta borghesia e la nobiltà torinese, soprattutto nei quartieri [[Borgo Vanchiglia|Vanchiglia]] e [[San Donato (Torino)|San Donato]].<br /> 
Nel [[1830]] disegnò la facciata della [[Chiesa di Santa Maria di Piazza (Torino)|chiesa di Santa Maria di Piazza]] in via Santa Maria (zona [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]]), in [[stile neoclassico]], edificio già opera di [[Bernardo Antonio Vittone]] del [[1752]] 
[[File:Teatro_alfieri_di_torino_02.JPG|thumb|Facciata del [[Teatro Vittorio Alfieri (Torino)|Teatro Vittorio Alfieri]], che Panizza progettò sia nel [[1855]] che nel [[1877]]]] 
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Nel [[1860]] divenne consigliere comunale, quindi assessore ai lavori pubblici <ref>https://www.museotorino.it/view/s/9810450a4e4a42b08b0f7ddd625af406</ref>, poi commissario alle Belle Arti di Torino, nonché riformatore dei piani regolatori edilizi e viabilità municipali, infine insignito del titolo di commendatore dell'[[Ordine Mauriziano]] direttamente dal Re [[Umberto I]]. 
Nel [[1870]] progettò la sua casa, dove poi abitò fino alla morte, in [[piazza Solferino (Torino)|piazza Solferino]] angolo [[via Cernaia]], e cioè adiacente al [[Teatro Vittorio Alfieri (Torino)|teatro Alfieri]]. Di quest'ultimo fu infatti anche co-proprietario nonché progettatore della facciata dell'edificio, sia quella preesistente del [[1855]] che quella del [[1877]], poiché il teatro subì un incendio nel [[1858]] 
Nella vita privata, Panizza si sposò ed ebbe cinque figli, ma la sua vita fu marcatamente funestata, dapprima dalla morte del figlio Lorenzo (1839-1858) suo primogenito maschio diciannovenne, quindi della moglie nel [[1868]], e infine delle altre quattro figlie (Leocadia (+1876), Virginia (1841-1919), Prospera (c.1844-1882) e Balbina (c.1849-1872)) e dei loro rispettivi consorti ([[Edoardo Pecco]] (1823-1886), Giuseppe Lanino (1832-1907), [[Pietro Carrera (architetto)|Pietro Carrera]] e Carlo Taricco). 
== Note == 
<references /> 
== Altri progetti == 
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