Paul Vaillant-Couturier: differenze tra le versioni
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Nel dicembre del 1916, seguendo il suo amico [[Raymond Lefebvre]], si unì alla sezione francese della [[Seconda Internazionale]] (SFIO). Nel [[1917]] creò l'[[Association républicaine des anciens combattants]] con [[Henri Barbusse]] e [[Raymond Lefebvre]]<ref>''Communisme'', numéros 67 à 68, Éditions des Presses universitaires de France, 2001.</ref> e nel 1919 ''Clarté'',<ref>Alain Cuénot, ''Clarté 1919-1924: du pacifisme à l'internationalisme prolétarien'', Éditions [[L'Harmattan]], 2011.</ref> una [[rivista]] e un gruppo che cercava di riunire gli intellettuali e gli artisti. Entrambi i progetti miravano ad organizzare uomini e donne ai margini e al di sopra dei partiti politici esistenti in nome della pace.<ref>Régis Antoine, ''La Littérature pacifiste et internationaliste française 1915-1935'', Éditions L'Harmattan, 2002.</ref>
Nel gennaio 1917 entrò a far parte della redazione del ''Canard Enchaîné'' dove strinse amicizia con [[Henri Béraud]] e [[Roland Dorgelès]]. Da questa collaborazione nacque la rubrica "Les vers s'y mettent" in cui venivano pubblicati [[epigrammi]] e [[filastrocca|filastrocche]] contro personalità ed istituzioni. Il 18 e il 25 giugno scrisse un'analisi della guerra intitolata "De l'inutilité du poilu pendant la guerre" in cui denunciò la pace imperialista che si intendeva imporre alla [[Germania]]. Alla fine della guerra lasciò il ''Canard Enchaîné''. Collaborò anche con ''La Vérité'' di [[Paul Meunier]], con ''Journal du Peuple'' e con ''Populaire de Paris'' di [[Jean Longuet]].
Fu redattore capo del giornale comunista ''L'Humanité'' dall'aprile del [[1926]] al settembre del [[1929]], e di nuovo dal maggio del [[1934]] (ufficialmente da luglio 1935) fino alla sua morte improvvisa, nel 1937. Consacratosi alle questioni culturali progetta di fare de ''L'Humanité'' "un grand jurnal communiste d'information"<ref>Racine Nicole, Vaillant-Couturier Paul,''Bataille autor d'intellectuel des années trente entre le rêve et l'action'', Paris, Editions de CNRS, 1989, pp.389-394</ref>. Animato da una forte volontà di apertura nei confronti degli intellettuali e delle diverse tendenze politiche della sinistra rivoluzionaria, difese strenuamente sulle pagine de ''L'Humanité'' gli anarchici [[Sacco e Vanzetti]].
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* ''Un mois dans Moscou la rouge'' (1925)
* ''Le bal des aveugles'' (1927)
* ''Le Père Juillet'' (1927) (con [[Léon Moussinac]])
* ''Trois conscrits - Le monstre - Asie'' (1929)
* ''The French boy'' (1931)
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