Operazione Condor: differenze tra le versioni

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=== La sviluppo nelle Americhe ed in Europa ===
Con il [[Colpo di Stato in Argentina del 1976|colpo di Stato in Argentina]] del marzo 1976 si concluse il periodo di consolidamento dei regimi dittatoriali nel [[Cono Sud]] e vennero completamente resi omogenei i loro sistemi politici e legali.<ref name=":13" /> A partire dallo stesso anno, quando l'Operazione raggiunse il culmine della sua efficienza operativa, la [[Dirección de inteligencia nacional|DINA]] cilena e la [[Secretaría de Inteligencia|SIDE]] argentina divennero le principali forze repressive dell'America Latina. In particolare, in Cile, reso innocuo il [[Movimento della Sinistra Rivoluzionaria (Cile)|MIR]], Manuel Contreras si concentrò sull'organizzazione delle [[Operazioni di Calle Conferencia|Operazioni di ''Calle Conferencia'']], due missioni di intelligence clandestine volte ad eliminare la dirigenza del [[Partito Comunista del Cile]], che si era sostituito al MIR nella gestione della lotta politica contro il regime. Una settimana dopo, ebbe luogo un ulteriore incontro tra i rappresentanti delle polizie segrete dei regimi, al quale presero parte undici delegati di Argentina, Cile, Brasile ed Uruguay. Durante il vertice, si deliberò, dopo aver finito di reprimere la resistenza armata e non armata nel Cono Sud, di avviare una nuova fase dell'Operazione con l'obiettivo di estendere le operazioni di eliminazione anche al di fuori dell'America Latina per raggiungere dissidenti rifugiatisi, ad esempio, in altri paesi come Francia, Portogallo, Stati Uniti, Italia e Messico.<ref name=":15" /> Alcuni casi simbolo delle missioni al di fuori del Cono Sud furono l'omicidio di [[Orlando Letelier]], ex ministro del [[governo Allende]], avvenuto il 21 settembre 1976 a [[Washington]] in un attentato compiuto da [[Michael Townley]]<ref>{{Cita web|url=https://www.derechos.org/koaga/vii/2/cuya.html|titolo=Ko'aga Rone'eta - La "Operacion Condor": El Terrorismo De Estado De Alcance Transnacional|accesso=15 marzo 2025}}</ref> ed il tentato omicidio ai danni di [[Bernardo Leighton]] e sua moglie avvenuto a Roma ed organizzato da [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Stefano delle Chiaie]].<ref>{{Cita pubblicazione|anno=1985|mese=novembre|titolo=Anita Fresno y Bernardo Leighton|editore=Rivista Cosas|lingua=es|url=https://www.archivochile.com/Experiencias/test_relat/EXPtestrelat0034.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://hemeroteca.lavanguardia.com/preview/1975/10/10/pagina-19/34224797/pdf.html?search=leighton|titolo=Hemeroteca - La Vanguardia - Home|sito=hemeroteca.lavanguardia.com|accesso=15 marzo 2025}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/cultura/2024/07/18/news/storie_di_storia__60_dina_la_storia_della_polizia_segreta_di_pinochet-423402071/|titolo=Storie di Storia / 60. DINA: la storia della polizia segreta di Pinochet|sito=la Repubblica|data=18 luglio 2024|accesso=15 marzo 2025}}</ref> In totale, il numero delle vittime transfrontaliere dell'Operazione è in generale stimato tra le 400 e le 500 persone.<ref name=":172" /><ref name=":217" />
 
=== I ''desaparecidos'' ed i voli della morte ===
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Tra il 1975 e il 1985, le dittature sudamericane e i loro servizi di intelligence furono responsabili della morte e della scomparsa di decine di migliaia di persone, ma la natura segreta delle operazioni repressive rende complesso definire una cifra univoca di vittime dell'Operazione.<ref>{{Cita libro|autore=Patrice McSherry|titolo=State violence and genocide in Latin America: the Cold War years|edizione=1. issued in paperback|collana=Critical terrorism studies|data=2011|editore=Routledge|ISBN=978-0-415-49637-7}}</ref>
 
Una svolta decisiva nella ricostruzione delle vicende e dei numeri di vittime relative all'Operazione si ebbe nel 22 dicembre [[1992]] quando, nel corso di un'indagine di un processo per un ex prigioniero politico, il giudice [[José Augustín Fernández]] e [[Martín Almada]], avvocato, nonché vittima superstite della repressione violenta, scoprirono in una stazione di polizia di [[Lambaré]], nei pressi della capitale [[Asunción]], oltre 60 mila documenti dettagliati in archivi che descrivevano la sorte capitata a migliaia di sudamericani segretamente rapiti, torturati e assassinati, tra gli anni '70 ed '80, dalle forze armate e dai servizi segreti di [[Cile]], [[Argentina]], [[Uruguay]], [[Paraguay]], [[Bolivia]] e [[Brasile]].<ref name=":6" /><ref name="assassino" /><ref name=":7" /><ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/1866517.stm|titolo=Paraguay's archive of terror|data=11 marzo 2002|accesso=14 marzo 2025}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.repubblica.it/esteri/2013/11/05/news/argentina_ritrovati_280_documenti_segreti_del_regime_militare_tra_questi_anche_lista_nera_oppositori-70252470/?ref=HREC1-9|titolo=''Argentina: trovate le liste nere di Videla, con artisti e intellettuali anti-regime''}}. Repubblica. Esteri. 5 novembre 2013.</ref> Gli archivi contavano {{m|53000}} persone assassinate, di cui 3000 giovani, {{m|30000}} scomparse e {{m|400000}} incarcerate.<ref name=":2" /><ref name="Archive" /><ref name=":8" /><ref name=":9" /><ref name=":10" /><ref name=":11" /><ref name=":12" /><ref>{{Cita web|url=https://messaggeroveneto.gelocal.it/cultura-e-spettacoli/2022/08/07/news/ventanni_di_terroree_quel_rapporto_oscurofra_la_lotta_armatae_i_servizi_segreti-5551845/|titolo=Vent’anni di terrore e quel rapporto oscuro fra la lotta armata e i servizi segreti|sito=Messaggero Veneto|data=7 agosto 2022|lingua=it|accesso=11 agosto 2022}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|autore=Mariano Castillo|url=https://edition.cnn.com/2013/03/05/world/americas/argentina-operation-condor-trial/index.html|titolo=Trial over terrifying ‘Operation Condor’ under way|sito=CNN|data=5 marzo 2013|accesso=15 marzo 2025}}</ref> Tali documenti, per le atroci rivelazioni in essi contenute, furono denominati [[Archivi del terrore]].<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20001018022649/http://www.unesco.org/webworld/paraguay/historia.html|titolo=Historia|data=18 ottobre 2000|accesso=14 marzo 2025}}</ref> Dai documenti emerse che, altri paesi, come il Perù, nonostante non avesse collaborato effettivamente alla formalizzazione del Piano, collaborarono con le dittature fornendo informazioni di intelligence in risposta alle loro richieste.<ref>Ad esempio, nel giugno 1980, si venne a sapere che il governo peruviano aveva collaborato con agenti argentini del 601° Battaglione di Intelligence nel rapimento, nella tortura e nella scomparsa di un gruppo di Montoneros esiliati a Lima.</ref><ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20061215185608/http://johndinges.com/condor/documents/Peru%20and%20Condor.htm|titolo=In the Press|data=15 dicembre 2006|accesso=14 marzo 2025}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=es-ES|autore=Por Marcelo Larraquy|url=https://www.infobae.com/historia/2018/07/17/como-el-batallon-de-inteligencia-601-enmascaro-el-crimen-de-noemi-molfino-secuestrada-en-lima-y-asesinada-en-madrid/|titolo=Cómo el Batallón de Inteligencia 601 enmascaró el crimen de Noemí Molfino, secuestrada en Lima y asesinada en Madrid|sito=infobae|data=17 luglio 2018|accesso=14 marzo 2025}}</ref> Successivamente, un cablogramma dell'[[ANSA]], pubblicato in prima pagina sul quotidiano di Asunción ABC Color, riferiva il 2 dicembre 2012 che la scoperta degli "Archivi del terrore" non fosse stata una "coincidenza", ma una conseguenza, ritardata dalle difficili condizioni politiche del Paraguay, delle operazioni di controspionaggio segnalate da Alberto Nadra che coinvolsero giornalisti della sede di Buenos Aires dell'agenzia sovietica [[ITAR-TASS|TASS]] e un alto ufficiale dell'esercito paraguaiano residente ad Asunción.<ref>{{Cita web|lingua=es|url=https://www.abc.com.py/edicion-impresa/politica/militar-paraguayo-revelo-plan-condor-485074.html|titolo=Militar paraguayo reveló Plan Cóndor - Política - ABC Color|accesso=14 marzo 2025}}</ref>
 
== L'Operazione Condor sotto i regimi militari latino-americani ==
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===== Carlos Prats =====
Mentre preparava di nascosto la fuga dal Paese, il 30 settembre 1974, verso l'una di notte, nei pressi della propria abitazione a [[Buenos Aires]], Prats venne ucciso assieme alla moglie Sofia Cuthbert dall'esplosione di un [[Bomba (ordigno)|bomba]] radiocontrollata che era stata collocata sulla sua [[Fiat 125]] giorni prima.<ref>{{Cita web|lingua=es|autore=Fabian Bosoer|url=https://www.clarin.com/opinion/general-prats-guerra-terror_0_XNtqrRXtH9.html|titolo=El general Prats, la guerra y el terror|sito=Clarín|data=27 settembre 2024|accesso=15 marzo 2025}}</ref> L'esplosione fu tanto potente da scagliare i detriti fino al nono piano dell'edificio antistante. Pochi mesi prima dell'omicidio di Prats, in una missiva, Perón gli scriveva:<ref name=":18">{{Cita web|lingua=es|url=https://web.archive.org/web/20110422190743/http://www.jornada.unam.mx/2000/05/22/mun6.html|titolo=mun6|sito=web.archive.org|data=2011-04-22|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref><blockquote>Vi esorto ancora una volta a esercitare la massima cautela. Vi scrivo tutto questo perché prendiate sul serio questi allarmanti incidenti. Siete indispensabili per il vostro popolo, ma ancora di più per il vostro Paese in difficoltà... Non dimenticatelo! Abbiate cura di voi stessi!</blockquote>Ad ordire l'attentato sembrano essere stati [[Michael Townley]], sua moglie, la cilena [[Mariana Callejas]], e l'agente della DINA Juan Morales Salgado.<ref>{{Cita web|url=https://www.pagina12.com.ar/2000/00-05/00-05-10/pag12.htm|titolo=Página/12|accesso=15 marzo 2025}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=es|url=http://www.lanacion.cl/prontus_noticias/site/artic/20070622/pags/20070622174030.html|titolo=Documento clave revela cómo la DINA investigó a Prats|accesso=15 marzo 2025|urlarchivio=http://web.archive.org/web/20071007085852/http://www.lanacion.cl:80/prontus_noticias/site/artic/20070622/pags/20070622174030.html}}</ref>
 
==== Coniugi Zaffaroni ====
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==== Conseguenze dell'Operazione ====
Dopo il ripristino delle garanzie costituzionali in Argentina, furono avviate indagini per perseguire penalmente gli artefici dell'Operazione Condor.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.amnesty.it/il-processo-alloperazione-condor-un-passo-avanti-storico-nella-lotta-contro-limpunita-in-america-del-sud/|titolo=Il processo all'Operazione Condor, un passo avanti storico nella lotta contro l'impunità in America del Sud|sito=Amnesty International Italia|data=5 marzo 2013-03-05|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref><ref name="repubblica.it">{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/esteri/2016/05/28/news/argentina_condannati_militari_dittatura-140765253/|titolo=Argentina, pesanti condanne a militari per l'operazione Condor|sito=la Repubblica|data=27 maggio 2016-05-27|accesso=16 marzo 2025-03-16}}</ref>
 
Per quanto riguarda le indagini e le inchieste giornalistiche relative all'omicidio di [[Carlos Prats|Prats]],<ref>{{Cita news|lingua=en-GB|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/3596316.stm|titolo=Vital rights ruling in Argentina|data=2004-08-24 agosto 2004|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref> fu attestata la complicità di [[Manuel Contreras]] e [[Michael Townley]] come agenti della DINA, di [[Martín Ciga]] della [[Alleanza Anticomunista Argentina|Tripla A]] e dei terroristi italiani [[Stefano Delle Chiaie (politico)|Stefano delle Chiaie]] e [[Vincenzo Vinciguerra]].<ref name=":18" />
 
[[Jorge Rafael Videla]], guida e dittatore del paese dal 1976 al 1981, fu condannato all'ergastolo per tortura, omicidio ed altri crimini nel 1985, ma, già nel 1990, gli fu concessa l'amnistia dall'allora presidente [[Carlos Saúl Menem|Carlos Menem]].<ref name=":22" /> Dopo la scoperta degli [[Archivi del terrore|Archivi del Terrore]], [[Adolfo Scilingo]], ex membro dell'apparato repressivo della dittatura argentina, rivelò al giornalista [[Horacio Verbitsky]] le responsabilità dei vertici della Giunta militare. Scilingo non solo si confessò, ma presentò anche documenti ufficiali che attestavano come gli ordini relativi a torture e sparizioni forzate fossero stati emessi direttamente dagli stessi più alti livelli del regime.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/cronaca/2015/01/01/news/operazione_condor_processo_italia-104112981/|titolo=Via libera del governo: si far&agrave; il processo italiano contro l'Operazione Condor|sito=la Repubblica|data=2015-01-01 gennaio 2015|accesso=2025-03-17 marzo 2025}}</ref> Così, nell'aprile 2010, la Corte Suprema dell'Argentina annullò la grazia concessa ai vertici della dittatura militare. Otto mesi dopo, Jorge Videla fu di nuovo incarcerato per la tortura e l'omicidio di 31 prigionieri. Nel 2012 fu nuovamente condannato per aver sistematicamente ordinato la separazione dei neonati dai loro genitori prigionieri politici. Si ritiene che almeno 400 neonati siano stati sottratti ai genitori mentre erano detenuti.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/esteri/2013/05/17/news/argentina_morto_ex_dittatore_videla-59005963/|titolo=Argentina, morto l'ex dittatore Jorge Videla.Confess&ograve; la repressione: &quot;7-8mila morti&quot;|sito=la Repubblica|data=2013-05-17 maggio 2013|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/17/videla-morto-lex-dittatore-si-e-spento-a-87-anni-a-buenos-aires/597344/|titolo=Videla morto, l'ex dittatore si è spento a 87 anni a Buenos Aires|sito=Il Fatto Quotidiano|data=2013-05-17 maggio 2013|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref> Da allora, più di 100 bambini dati in adozione a militari sono stati riuniti alle loro famiglie biologiche.<ref name=":22">{{Cita news|lingua=en-GB|url=https://www.bbc.com/news/world-latin-america-22570888|titolo=Argentina ex-military leader Jorge Rafael Videla dies|pubblicazione=BBC News|data=2013-05-17 maggio 2013|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref> In un'altra intervista rilasciata nel 2012, Videla ammise la strage di circa {{m|8000}} persone. Mai pentitosi dei propri crimini, affermò anche che la repressione che aveva ordinato fu il prezzo che l'Argentina doveva pagare per ''vincere la guerra contro la sovversione.''<ref name=":22" /><ref>{{Cita libro|autore=Ceferino Reato|titolo=Disposición final: la dictadura por dentro y la confesión de Videla sobre los desaparecidos|dataoriginale=1 marzo 2016|editore=Sudamericana|lingua=es}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.rai.it/dl/tg3/articoli/ContentItem-cfe05ef1-4545-42ca-90ea-d6e5de738cd2.html|titolo=Tg3 - Morto Videla, il dittatore mai pentito|sito=Tg3|accesso=16 marzo 2025-03-16}}</ref><ref name=":22" /><ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20150603141750/http://www.corriereweb.net/oltre-il-confine/35-argentina-le-confessioni-dell-ex-dittatore-videla|titolo=Argentina, le confessioni dell’ex dittatore Videla {{!}} Oltre il confine|sito=web.archive.org|data=3 giugno 2015-06-03|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref><ref>{{Cita testo|lingua=en|titolo=''Stolen babies: Argentina convicts two military dictators''|url=http://www2.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB383/}}. Carlos Osorio. National Security Archive Electronic Briefing Book No. 383. July 5, 2012</ref> Il dittatore morì il 17 maggio 2013 nel carcere di Marcos Paz di Buenos Aires, in cui scontava la pena per i crimini commessi.<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.corriere.it/esteri/foto/05-2013/videla/1/videla-morte-un-dittatore_926c888c-befd-11e2-be2c-cd1fc1fbfe0c.shtml#1|titolo=Videla, morte di un dittatore|sito=Corriere della Sera|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref>
 
Il 5 marzo 2013 venne aperto un procedimento giudiziario a carico di venticinque ex ufficiali di Argentina e Uruguay, tra cui lo stesso ex-dittatore [[Jorge Rafael Videla|Jorge Videla]] ed il suo amico e successore [[Reynaldo Bignone]], con l'accusa di aver ordinato di far rapire, sparire, torturare ed uccidere 171 oppositori politici tra gli anni '70 e '80.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://nsarchive2.gwu.edu/NSAEBB/NSAEBB416/|titolo=Operation Condor on trial: legal proceedings on latin american rendition and assassination program open in Buenos Aires|sito=nsarchive2.gwu.edu|curatore=Carlos Osorio|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref> Il 27 maggio 2016, al termine del processo, cinque degli imputati, tra cui il generale Videla, non furono condannati perché invalidi o deceduti; due furono assolti e quindici furono condannati a pene comprese tra 8 e i 25 anni di reclusione.<ref name=":19">{{Cita web|lingua=fr|url=https://www.rfi.fr/fr/ameriques/20160528-proces-plan-condor-argentine-18-ex-militaires-condamnes-bignone|titolo=Procès du plan Condor en Argentine: 15 ex-militaires condamnés|sito=RFI|data=2016-05-28 maggio 2016|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Hugh Bronstein|url=https://www.reuters.com/article/us-argentina-rights-idUSKCN0YJ01Z/|titolo=Argentine court finds 15 guilty in Operation Condor conspiracy|pubblicazione=Reuters|data=28 maggio 2016}}</ref> Tra gli imputati, l'ultimo dittatore argentino Reynaldo Bignone fu condannato a 20 anni di carcere. Le accuse si basarono sulle prove emerse dagli [[Archivi del terrore|Archivi del Terrore]] e su un'altra serie di documenti statunitensi declassificati.<ref name=":20">{{Cita news|lingua=fr|url=https://www.lemonde.fr/ameriques/article/2016/05/28/en-argentine-quinze-ex-militaires-condamnes-pour-le-plan-condor_4928072_3222.html#ZT4SdfoBx7E6yOs5.99|titolo=En Argentine, quinze ex-militaires condamnés pour l’opération Condor|data=2016-05-28 maggio 2016|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref> Il processo non si distinse tanto per le condanne in sé, quanto per il suo valore storico: fu uno dei primi riconoscimenti legali dell'esistenza dell'Operazione Condor e fu la prima volta che membri delle forze armate furono condannati per il loro coinvolgimento nel Piano. La sentenza ebbe importanza anche perché favorì in seguito l'apertura di procedimenti simili in altri Paesi del Cono Sud.<ref name="repubblica.it"/><ref name=":19" /><ref name=":20" /><ref>{{Cita news|lingua=en-GB|nome=Uki|cognome=Goñi|url=https://www.theguardian.com/world/2016/may/27/argentinas-last-military-dictator-jailed-over-role-in-operation-condor|titolo=Argentina's last military dictator jailed for role in international death squad|pubblicazione=The Guardian|data=27 maggio 2016-05-27|accesso=2025-03-16}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.repubblica.it/esteri/2016/05/28/news/argentina_condannati_militari_dittatura-140765253/|titolo=Argentina,marzo pesanti condanne a militari per l'operazione Condor|sito=la Repubblica|data=2016-05-27|accesso=2025-03-16}}</ref>
 
===Bolivia===
Le vicende storiche del tardo secondo dopoguerra della Bolivia, caratterizzate, come nel resto dei paesi dell'America Latina, dall'instabilità politica e da una serie di ingerenze militari nel governo della Nazione, favorirono l'ascesa al potere del dittatore militare [[Hugo Banzer Suárez]] nel 1971. Il regime fu instaurato dopo il rovesciamento del regime di sinistra di [[Juan José Torres]] con l'assistenza degli Stati Uniti.<ref>{{Cita libro|autore=Matt Kennard|titolo=La extorsión|dataoriginale=22 luglio 2019|editore=Capitán Swing Libros|lingua=es|ISBN=978-841-204264-1}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=es|url=https://web.archive.org/web/20100611081837/http://www.lostiempos.com/diario/actualidad/nacional/20100609/eeuu-apoyo-el-golpe-de-banzer_74693_139059.html|titolo=EEUU apoyó el golpe de Banzer|sito=web.archive.org|data=2010-06-11 giugno 2010|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref>
 
==== La collaborazione con Klaus Barbie ====
{{Vedi anche|Klaus Barbie}}
 
Furono gli stessi Stati Uniti, nel 1951, ad aver organizzato la fuga del generale nazista [[Klaus Barbie]] dall'Europa alla Bolivia.<ref name=":21">{{Cita web|lingua=en|url=https://www.britannica.com/biography/Klaus-Barbie|titolo=Klaus Barbie {{!}} SS Officer, Gestapo, Lyon {{!}} Britannica|sito=www.britannica.com|data=5 febbraio 2025-02-05|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref> [[Klaus Barbie|Barbie]], dopo aver servito il Terzo Reich come capo della [[Gestapo]] presso Lione durante la Seconda guerra mondiale (ruolo con cui si procurò l'appellativo di ''Boia'' o ''Macellaio di Lione''), fu arruolato nel '47 dagli Stati Uniti per svolgere attività di ''intelligence'' in Germania, per poi fuggire attraverso l'Italia e poi in Sudamerica. Nel paese, a quanto pare, Barbie fu reclutato dal governo di Banzer per dare consiglio riguardo i metodi di tortura. La lunga permanenza di Barbie in Bolivia e il suo ruolo come consigliere di Banzer possono essere ricondotti alla sua connessione con l'intelligence statunitense dopo la Seconda Guerra Mondiale. Una volta in Bolivia, Barbie adottò lo pseudonimo di Klaus Altman e visse a La Paz, collaborando con gli Stati Uniti per gestire traffici di armi con i governi anticomunisti del Terzo Mondo. <ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.archives.gov/iwg/research-papers/barbie-irr-file.html|titolo=Analysis of the IRR File of Klaus Barbie|sito=National Archives|data=2016-08-15 agosto 2016|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref> L'identità di Barbie fu svelata nei primi anni '70, dopodiché fu estradato in Francia nel 1983 per essere processato per crimini di guerra. Fu condannato in via definitiva all'ergastolo, ma morì in prigione dopo soli quattro anni di reclusione.<ref name=":21" />
 
==== Conseguenze dell'Operazione ====
In Bolivia Banzer governò fino al 1978, perpetuando una repressione violenta contro ogni sorta d'opposizione. Sotto la sua dittatura, circa 19.000 persone fuggirono cercando asilo all'estero, 15.000 furono arrestate, più di 8.000 torturate e almeno 155 scomparvero.<ref name=":23">{{Cita news|lingua=en-GB|url=http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/americas/7925694.stm|titolo=Hidden cells reveal Bolivia's dark past|data=5 marzo 2009-03-05|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref> Nonostante il suo regime sia stato rovesciato nel 1978 dal generale [[Juan Peréda Asbun|Juan Pereda]], Banzer riuscì a conservare una notevole influenza politica, che gli permise di essere rieletto democraticamente presidente della Bolivia nel 1997. Nel 2001, dopo la diagnosi di un cancro ai polmoni, si dimise per ritirarsi a vita privata. Il 26 dicembre dello stesso anno un giudice federale argentino emise un mandato di cattura internazionale per il dittatore, richiedendo sua estradizione in Argentina.<ref>{{cita testo|titolo=''Banzer al capolinea del Plan Condor''|url=http://www.selvas.eu/news14.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304100948/http://www.selvas.eu/news14.html}}. Giovanna Vitrano. Selvas. 28 dicembre 2001.</ref> Banzer morì nel a Santa Cruz de la Sierra nel 2002 senza mai essere stato perseguito penalmente per le proprie azioni, nonostante già dal 1999, dalla declassificazione di una serie di documenti, fosse dimostrata la violenza e la complicità del suo regime nell'Operazione Condor.<ref name=":23" />
 
Anni dopo, nel 2009, durante delle ricerche che si stavano svolgendo nel seminterrato dell'edificio del Ministero degli Interni, alcuni operai scoprirono corridoi nascosti che conducevano a celle segrete, utilizzate per detenere e torturare circa 2.000 prigionieri politici durante il regime della dittatura militare. Tra i prigionieri rinchiusi in queste celle vi fu anche il viceministro degli Interni Marcos Farfán, all'epoca militante dell'[[Esercito di Liberazione Nazionale (Bolivia)|Esercito di Liberazione Nazionale]]. Farfán fornì successivamente una testimonianza dettagliata riguardo alle torture subite durante la prigionia, mirate a estorcergli informazioni su [[Che Guevara]], che allora combatteva in Bolivia.<ref name=":23" />
 
=== Brasile ===
Nel 1964, il Brasile cadde sotto il controllo di una giunta militare che mantenne il potere fino al 1985. Sin dal sua instaurazione, il regime adottò una serie di politiche di repressione contro i movimenti guerriglieri di sinistra particolarmente violente, in misura maggiore rispetto ad altri paesi latinoamericani come il Cile o l'Argentina, che raggiunsero la massima brutalità durante la presidenza di [[Emílio Garrastazu Médici]]. A partire dalla fine degli anni '70 e all'inizio degli anni '80, il regime visse un processo di graduale transizione democratica, che terminò nel 1985 con l'elezione di João Figueiredo come Presidente del Brasile. È dato per certo che, durante il regime, circa 434 persone furono uccise o rapite e furono violati i diritti umani di 377 persone, di cui 196 ancora vive. <ref name="time.com">{{Cita web|lingua=en|autore=Dom Phillips|url=https://time.com/3629031/brazil-torture-report-truth-commission/|titolo=Brazil Confronts Horrors of the Past With Torture Report’s Release|sito=TIME|data=10 dicembre 2014|accesso=13 marzo 2025}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://ilmanifesto.it/ecco-la-verita-sui-crimini-della-dittatura-brasiliana?utm_source=chatgpt.com|titolo=Ecco la verità sui crimini della dittatura brasiliana|sito=il manifesto|data=2014-12-10 dicembre 2014|accesso=2025-03-17 marzo 2025}}</ref>
 
A proporre queste stime è ''Commissione nazionale per la verità'', istituita con la legge 12528/2011 con l'obiettivo di indagare su presunti crimini contro i diritti umani commessi nel periodo compreso tra il 1964 ed il 1985, e quindi anche nell'ambito dell'Operazione Condor. L'indagine si è basata su una serie di documenti provenienti da archivi in Brasile, Argentina, Stati Uniti e Paraguay, che confermano il coinvolgimento di organi e agenti della dittatura brasiliana in operazioni clandestine.<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20170827004321/http://cnv.gov.br/institucional-acesso-informacao/a-cnv.html|titolo=A CNV - CNV - Comissão Nacional da Verdade|sito=web.archive.org|data=2017-08-27 agosto 2017|accesso=2025-03-17 marzo 2025}}</ref> Già nel 2000 il presidente [[Fernando Henrique Cardoso]] aveva ordinato la divulgazione di alcuni fascicoli militari relativi all'Operazione.<ref>{{Cita web|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/753436.stm|titolo=BBC News {{!}} AMERICAS {{!}} Brazil looks into Operation Condor|sito=news.bbc.co.uk|accesso=2025-03-17 marzo 2025}}</ref>
 
=== Cile ===
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Secondo la commissione che ha stilato il [[Rapporto Rettig]], pubblicato nel [[1991]], nel periodo di regime del dittatore [[Augusto Pinochet]] furono uccise {{m|2279}} persone,<ref name="Usip20071212223844">{{Cita web|url=http://www.usip.org/library/tc/doc/reports/chile/chile_1993_appendices.html|titolo=Chile: Reports: Truth Commissions: Library & Links: U.S. Institute of Peace|sito=usip.org|data=12 dicembre 2007|accesso=10 novembre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071212223844/http://www.usip.org/library/tc/doc/reports/chile/chile_1993_appendices.html|urlmorto=sì}}</ref> mentre la [[Commissione Valech]], nel [[2004]], ha stilato un rapporto che documenta l'incarcerazione illegale di {{m|28459}} persone, la maggior parte delle quali sono state torturate.<ref name=":0">{{Cita web|lingua=it|url=https://www.amnesty.ch/it/news/2013/cili/fatti-e-cifre|titolo=Il Cile di Augusto Pinochet - Fatti e Cifre|sito=Amnesty International Svizzera|accesso=10 novembre 2019}}</ref> Una revisione finale del lavoro della Commissione Valech ha stabilito, infine, il totale delle vittime ad oltre {{m|40000}} persone fra il 1973 e il 1990. Il numero totale delle persone ufficialmente considerate sparite o uccise è {{m|3216}}, mentre {{m|38254}} persone sono sopravvissute a detenzione per motivi politici e/o tortura.<ref name="Usip20071212223844" /><ref name=":0" /><ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.amnesty.it/cile-di-augusto-pinochet-fatti-e-cifre/|titolo=Cile di Augusto Pinochet: fatti e cifre|sito=Amnesty International Italia|data=3 settembre 2013|accesso=10 novembre 2019}}</ref>
 
Nei primi giorni della sua dittatura, le persone coinvolte in attività considerate "sovversive" al suo regime furono soprattutto studenti che vennero prelevati da scuola e tradotti all'Estadio Chile dove vennero seviziati con scariche elettriche<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.amnesty.org/en/latest/news/2013/09/life-under-pinochet-they-were-taking-turns-electrocute-us-one-after-other/|titolo=Life under Pinochet: “They were taking turns to electrocute us one after the other”|sito=Amnesty International|data=2013-09-11 settembre 2013|accesso=2025-03-16 marzo 2025}}</ref>.
 
Tuttavia, l'Estadio Chile non fu l'unico luogo in cui avvennero i maltrattamenti nei confronti delle persone "sovversive". Altri luoghi furono, ad esempio, [[Villa Grimaldi (Santiago del Cile)|Villa Grimaldi]] e [[Pisagua]], oltre al fatto che quello dell'elettroshock non fu l'unico metodo di tortura. Un altro metodo fu anche il ''waterboarding''.<ref>{{cita web|url=https://www.wcl.american.edu/hrbrief/14/2correa.pdf|titolo=Copia archiviata|accesso=23 gennaio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170613145508/https://www.wcl.american.edu/hrbrief/14/2correa.pdf|urlmorto=sì}}</ref>
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III Corte di Assise di Roma.</ref>
 
Una controversia è in corso sull'assegnazione del Premio Nobel per la pace a Henry Kissinger a seguito della scoperta di documenti che lo accusano di complicità nell'assassinio di [[Orlando Letelier]].<ref name=assassino /><ref>{{Cita testo|lingua=en|url=http://www.huffingtonpost.com/2010/04/10/new-evidence-implicates-h_n_533036.html|titolo=New evidence implicates Henry Kissinger in assassination case|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150421084118/http://www.huffingtonpost.com/2010/04/10/new-evidence-implicates-h_n_533036.html }}. Pete Yost. Huffington Post. 6 ottobre 2010.</ref><ref name=assassino /> Secondo la testimonianza processuale della moglie di [[Aldo Moro]], Eleonora Chiavarelli Moro, Henry Kissinger minacciò di morte Aldo Moro il 25 settembre 1974.<ref>{{cita testo|url=https://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/03/minacce-di-morte-moro-targate-kissinger.html|titolo=''Minacce di morte Moro targate Kissinger''}}. di Gianni Lannes.</ref>
 
== Note ==