Cagliostro: differenze tra le versioni
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In [[Svizzera]] Balsamo litigò con uno degli ultimi amici rimastigli, il pittore Loutherbourg, che lo accusò di insidiargli la moglie. Continuò la sua attività di guaritore, ma senza più successo. Il 23 luglio 1788 parte con Lorenza per [[Aix-les-Bains]]: di qui andarono a [[Torino]], ma ne vennero immediatamente espulsi. Si recarono quindi a [[Genova]] passando, in settembre, per [[Venezia]], poi per [[Verona]] e di qui nei territori imperiali, soggiornando un mese a [[Rovereto]] per poi raggiungere la città di [[Trento]] il 21 novembre.
A [[Trento]] Balsamo fu ben accolto dallo stesso principe-vescovo, [[Pietro Vigilio Thun]], a cui mostrò di essere un fervente cattolico. Giustificò la sua appartenenza alla Massoneria spiegando di non averla mai considerata contraria alla fede religiosa e si dichiarò pronto ad andare a Roma, purché munito di [[salvacondotto]]. Il vescovo di Trento si premurò di scrivere alla [[Curia romana]] una lettera. Nella missiva, datata 25 marzo 1789 e indirizzata al cardinale [[Ignazio Gaetano Boncompagni Ludovisi|Ignazio Boncompagni Ludovisi]], il vescovo sostenne che Cagliostro si fosse ravveduto e che la moglie vivesse «in continui mentali spasimi, ardendo da un canto di costì rivedere il cadente quasi ottuagenario genitore, e dall'altro temendo che l'intollerante consorte non torni, non esaudito, nel pristino disordine, con evidente pericolo di perdervi l'anima». Il 4 aprile il cardinale rispose: «non avendo il signor Cagliostro alcun pregiudizio nello Stato Pontificio, non ha Egli bisogno del salvacondotto». Con lettere di raccomandazione indirizzate a vari cardinali romani, il 17 maggio Cagliostro partì da Trento con Lorenza e dopo dieci giorni giunse a Roma.
Alloggiarono dapprima in una locanda in [[piazza di Spagna]] e poi presso i parenti della moglie a [[Campo de' Fiori]]. Non ottenne l'udienza papale che dichiarava di volere e pensò di tornare invece in Francia, e a questo scopo indirizzò all'Assemblea francese un ''Memoriale'', che fu però sequestrato dalla gendarmeria romana non appena consegnato alla posta.
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