Appio Claudio (Roma): differenze tra le versioni

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| nomeQuartiere = Q. XXV Appio Claudio
| immagine = Parco degli acquedotti 03.JPG
| didascalia = Veduta al tramonto del [[Parco degli Acquedotti]]
| comuneMappa =
| siglaRegione = LAZ
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Si trova nel quadrante est della città.
 
A nord-est l'Appio Claudio confina direttamente con il quartiere [[Don Bosco (Roma)|Don Bosco]] (dal quale è diviso da [[via Tuscolana]]). Ad est, via delle Capannelle separa il quartiere dalla zona di [[Capannelle (zona di Roma)|Capannelle]] nel tratto tra la Tuscolana e l'Appia nuovaNuova.
 
Ad ovest, la [[via Appia Nuova]] forma il confine con la zona di [[Torricola]] e con l'[[Appio-Pignatelli]] fino a via del Quadraro che delimita, sempre ad ovest, l'Appio Claudio dal quartiere [[Tuscolano]] (tratto compreso tra l'Appia Nuova e la Tuscolana).
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Il quartiere fu costruito in massima parte negli [[anni 1950|anni cinquanta]] anche grazie all'intervento dell'[[INA-Casa]]. La nascita del quartiere fu seguita da una lenta crescita delle infrastrutture. La zona era, fin dall'inizio, afflitta da problemi di piccola criminalità e da conflitti tra gli abitanti del quartiere e quelli degli insediamenti, detti all'epoca ''baraccati''; si trattava di luoghi nei quali immigrati, provenienti prevalentemente da regioni come Abruzzo, Molise e Calabria, riuscirono a trovare una prima, seppur precaria, abitazione a ridosso della grande città. Questi dormivano sotto l'acquedotto Felice, dove avevano costruito delle casette, chiamate appunto baracche. Proprio in queste improvvisate costruzioni che sorgevano alle spalle della parrocchia di San Policarpo, un prete, [[Roberto Sardelli|don Roberto Sardelli]], realizzò una scuola per i residenti della zona all'interno della baracca 725, che prese appunto in nome di Scuola 725. Lo smantellamento di questa comunità iniziò negli anni settanta con l'occupazione della parrocchia di San Policarpo e l'assegnazione di appartamenti grazie all'interessamento del parroco di allora Mons. Sisto Gualtieri; una parte degli sfollati si recò a vivere in appartamenti a [[Ostia (Roma)|Ostia Lido]], altri in appartamenti vicini alla parrocchia stessa.
 
Oggi, l'area ristrutturata totalmente è chiamata [[parco degli Acquedotti]], in quanto ne sono presenti diversi: uno di epoca romana ([[IV secolo]]), l'[[acquedotto Claudio]]; un secondo venne fatto restaurare da [[papa Sisto V]] Felice Peretti nel [[XVI secolo]] e per questo fu denominato [[acquedotto Felice]]. Nel 1980 una consistente spinta allo sviluppo urbano fu data dall'apertura della [[Linea A (metropolitana di Roma)|Linea A]] della [[metropolitana di Roma]], di importanza vitale per il quartiere. Il completamento dei lavori avvenne in vent'anni, tra interruzioni, blocchi della viabilità a ridosso delle stazioni e polemiche. Sempre agli anni ottanta risalgono gli interventi di valorizzazione del parco, con la demolizione delle ultime baracche. Nel 2007 gli ultimi orti abusivi presenti all'interno del parco furono smantellati ridonando la bellezza ed il libero uso a tutti i cittadini di un parco dotato di notevoli ricchezze archeologiche.
 
Diventa ufficialmente quartiere nel 1961, soppiantando parte del [[suburbi di Roma|suburbio Tuscolano]], di cui si possono ancora trovare alcune targhe stradali con la numerazione '''S. V'''.