Ardea: differenze tra le versioni

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In quest'epoca ai piedi della rocca di Ardea sorgeva un lazzaretto che ospitava i lebbrosi e gli appestati espulsi dall'Urbe, da cui deriva il nome moderno della zona di [[Casalazzara]].
 
Nel [[1130]] l'[[antipapa Anacleto II]] confermò la città ai monaci [[Ordine benedettino|benedettini]] della [[Basilicabasilica di San Paolo fuori le mura]] che ancora sul finire del [[secolo XIV]] erano impegnati nel riacquisto del feudo mediante la cessione delle tenute di [[Vallerano (Roma)|Vallerano]] e Trefusa<ref>Dissertazioni della Pontificia Accademia di Archeologia, 1868, T. XV, p. 302; [[Jean-Claude Maire Vigueur]]. ''Les "casali" des eglises romaines a la fin du moyen age (1348-1428)'', 1974, pp. 77-78-</ref>.
 
Passata durante lo [[Scisma d'Occidente]] nelle mani di Raimondo Orsini, nel 1421 a seguito di un accordo tra questi, l'abbazia di San Paolo e Giordano Colonna, Ardea fu ceduta a quest'ultimo previa concessione in cambio di altri territori all'abbazia<ref>Vide Peter Partner, ''Giordano Colonna'' in ''Dizionario Biografico degli Italiani''.</ref>. Negli anni precedenti il controllo [[Feudalesimo|feudale]] della città fu oggetto di aspre contese tra le famiglie nobiliari romane come i [[Savelli (famiglia)|Savelli]] e gli [[Annibaldi]] che dopo il 1423 furono condannati a cedere ogni loro diritto ai Colonna, grazie all'appoggio di [[papa Martino V]], sul territorio di Ardea e con i ''castra diruta'' di [[Buon Riposo|''Verposa'']], [[Fossignano|''Fusignano'']] e San Lorenzo. Papa Martino V diede così il controllo della città ai propri familiari, la potente [[Colonna (famiglia)|famiglia dei Colonna]] che dominava sul Lazio meridionale.