Naufragio del Titanic: differenze tra le versioni
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=== Emilio Portaluppi ===
[[File:Menu titanic.jpg|thumb|Menù della cena per i passeggeri di seconda classe recuperato dal sopravvissuto italiano [[Emilio Portaluppi]]]]
[[Emilio Portaluppi|Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi]] ([[Arcisate]], 15 ottobre 1881 – Arcisate, 18 giugno 1974) fu un passeggero italiano di seconda classe, di professione intagliatore di marmi. Egli si imbarcò sul ''Titanic'' a [[Cherbourg]] per fare ritorno nella città di [[Barre (Vermont)|Barre]] ([[Vermont]]),<ref>{{Cita web|url=http://www.titanicdiclaudiobossi.com/Html/Portaluppi_.htm|titolo=TITANIC di claudio bossi|accesso=14 aprile 2022}}</ref> nota per i suoi vasti depositi di [[granito]], dove si stabilì, a cavallo tra XIX e XX secolo, una comunità di artigiani del [[Italia settentrionale|Nord Italia]] specializzati nella lavorazione del marmo (originari soprattutto di [[Sant'Ambrogio di Valpolicella]], [[Viggiù]] e [[Carrara]]).<ref>{{Cita web|url=https://www.verona-in.it/2007/10/28/santambrogio-di-valpolicella-luomo-e-la-pietra-storie-di-scalpellini/|titolo=Sant’Ambrogio di Valpolicella: l’uomo e la pietra. Storie di scalpellini|autore=Redazione|sito=Giornale Verona in news inchieste politica cultura ambiente lavoro vangelo|data=28 ottobre 2007|lingua=it|accesso=14 aprile 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.fmboschetto.it/Lonate_Pozzolo/Walla_Walla.htm|titolo=Pionieri lonatesi a Walla Walla|accesso=14 aprile 2022}}</ref> Il quotidiano ''[[La Stampa]]'' gli dedicò un articolo:
{{Citazione|Fra le narrazioni dei superstiti del ''Titanic'' si annovera quella dell'italiano Emilio Portaluppi di Arcisate, passeggero di seconda classe, il quale dice di essere stato svegliato dall'esplosione di una caldaia della nave. Corse allora sul ponte, si mise la cintura di salvataggio e, seguendo l'esempio degli altri, si gettò in mare, dove, aggrappatosi a un pezzo di ghiaccio, riuscì a rimanere a fior d'acqua finché fu scorto e raccolto dai passeggeri delle zattere.|''Come si salvò un italiano a New York'', ''La Stampa'', 20 aprile 1912}}
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