Grammatica sanscrita: differenze tra le versioni

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Il [[gerundivo]] (da non confondere con il [[gerundio]]) può essere pensato come un participio prescrittivo passivo futuro indicante il fatto che la parola modificata dovrebbe essere oggetto dell'azione da parte del participio.
 
Il suo significato è simile al gerundivo [[Lingua latina|latino]], ovvero esprime l'idea di "dovere", o "necessità". Esempio: il latino "liber legendus" si tradurrà come "il libro da leggere", "il libro che deve essere letto".
 
Si ottiene in sanscrito usando la radice con grado guṇa o vṛddhi più il suffisso ''-ya-'', ''-tavya-'', ''-itavya-'', ''-anīya-''; ''-tavya-'' e ''-anīya-'' si attaccano alla radice guṇata, mentre ''-ya-'' a radici vṛddhate, guṇate oppure deboli; alcune radici in vocale aggiunguno ''-tya-'', ma solo nelle forme cosiddette deboli.
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==Flessione del sostantivo==
Il sanscrito è una [[lingua flessiva]] e per quanto riguarda il [[Genere (grammatica)|genere grammaticale]] distingue in femminile, maschile e neutro e suddivide in tre numeri ([[singolare]], [[duale (linguistica)|duale]] e [[plurale]]).
 
Possiede otto casi: nominativo, vocativo, accusativo, strumentale, dativo, ablativo, [[genitivo]] e locativo.
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==={{unicode|Bahuvrīhi}} (composti esocentrici)===
Bahuvrīhi, o letteralmente "molto-riso", indica una persona ricca — qualcuno che possiede molto riso o usando una metafora nota della [[lingua italiana]]: qualcuno che ha molto "grano".
I composti di tipologia Bahuvrīhi si riferiscono a un sostantivo composto nel quale non sia dato conoscere il possessore; in altri termini, un nome composto che si riferisce a qualcosa che non è in sé stessa parte del termine composto.