Caligola: differenze tra le versioni
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L'assassinio dell'imperatore fu organizzato principalmente da tre persone, tra cui il tribuno [[Cassio Cherea]], sebbene molti cavalieri, senatori e militari ne fossero a conoscenza,<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.10-14}}.</ref> come pure il potente consigliere imperiale [[Callisto (liberto)|Callisto]] e il [[prefetto del pretorio]].<ref name="Dio59.29">{{cita|Cassio Dione|LIX, 29}}.</ref> Cherea, in particolare, aveva ragioni politiche<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.6}}.</ref> e motivazioni personali per uccidere il suo ''princeps'': si racconta che spesso Caligola lo sbeffeggiasse a causa dei toni acuti della sua voce, sostenendo che fosse effeminato e chiamandolo "checca" (''gunnis''),<ref>{{cita|Barrett 1993|pag. 245}}.</ref> facendo gesti osceni alle sue spalle o costringendolo a utilizzare per il suo servizio parole d'ordine come "[[Priapo]]", "Amore" o "Venere".<ref>{{cita|Cassio Dione|LIX, 29}}; {{cita|Seneca il giovane, ''De constantia sapientis''|VIII}}; {{cita|Montanelli 2011|''Tiberio e Caligola'', 257}}.</ref> Altri importanti cospiratori furono [[Lucio Annio Viniciano]], che si unì alla congiura per vendicare l'amico Lepido,<ref name="Syme181">{{cita|Syme 1989|pag. 181}}.</ref> e il senatore [[Marco Cluvio Rufo]].<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.13}}.</ref>
Il 24 gennaio del [[41]], durante l'annuale celebrazione dei [[Ludi|ludi palatini]],<ref group="N">Le tre principali fonti (Giuseppe, Svetonio, Dione) riferiscono concordemente che l'evento ebbe luogo durante i ludi palatini. Dal calendario del quarto secolo di [[Filocalo]] risulta che i ludi palatini avevano inizio il 17 gennaio e duravano 6 giorni, quindi Caligola doveva aver prolungato le festività se questi erano ancora in corso il 24 gennaio, giorno del suo assassinio, come riportato da Svetonio.</ref> un gruppo di [[Guardia pretoriana|pretoriani]], guidati dai due tribuni Cherea e [[Cornelio Sabino]], misero in atto il loro piano per assassinare il ''princeps''.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LVIII}}; {{cita|Cambiaggio 1969|pag. 280}}; {{cita|Filipponi 2009|pag. 185}}.</ref> L'occasione era favorevole, in quanto i congiurati avrebbero potuto mescolarsi agli spettatori accorsi al teatro mobile tradizionalmente allestito di fronte al palazzo imperiale. Caligola giunse in teatro, si sedette e iniziò ad assistere allo spettacolo. Quando verso l'ora settima, o forse la nona, a seconda delle fonti, egli decise di andarsene e mentre percorreva un [[criptoportico]] che congiungeva il teatro al palazzo, si fermò a conversare con un gruppo di attori asiatici che avrebbero dovuto esibirsi a breve.<ref>{{cita|Barrett 1993|pag. 250}}.</ref> Fu a questo punto che il principe incontrò infine la sorte temuta. Al primo tumulto, accorsero in suo aiuto i portatori della lettiga, armati di bastoni, poi i germani della sua guardia che uccisero alcuni dei suoi assassini e anche qualche senatore estraneo al delitto. Durante lo scontro Caligola fu pugnalato a morte.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 1.15}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LVIII}}.</ref> Qualche ora dopo persero la vita anche sua moglie [[Milonia Cesonia]], pugnalata da un centurione appositamente inviato da Cherea, e la figlia piccola, [[Giulia Drusilla]], che fu scaraventata contro un muro.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LIX}}; {{cita|Montanelli 2011|''Tiberio e Caligola'', 257}}.</ref> Secondo Svetonio il principe fu colpito da oltre trenta pugnalate. Il suo cadavere fu portato negli ''[[Horti Lamiani]]'', semi-bruciato e frettolosamente ricoperto di terra; quando le sorelle tornarono dall'esilio, disseppellirono il corpo del fratello e posero le sue ceneri nel [[Mausoleo di Augusto]].<ref name="SvCa59">{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LIX}}.</ref>
Al momento della diffusione della notizia che Caligola era morto nessuno osò festeggiare, poiché i più credevano che l'imperatore avesse messo in giro la voce per capire di chi potesse fidarsi.<ref>{{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LX}}; {{cita|Montanelli 2011|''Tiberio e Caligola'', 257}}.</ref> Quando questa comunicazione fu però confermata, non avendo i congiurati nominato alcun altro imperatore, il Senato si riunì e dichiarò di voler ripristinare la [[Repubblica romana|Repubblica]], cancellando di fatto il governo dei precedenti ''principes'' a partire da Augusto.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 2}}; {{cita|Svetonio|''Gaio Cesare'', LX}}; {{cita|Pani 1992|pag. 12}}; {{cita|Syme 1989|pag. 278}}.</ref> Cherea provò a convincere l'esercito ad appoggiare i padri coscritti, ma senza successo.<ref>{{cita|Flavio Giuseppe, Antichità giudaiche|XIX, 4.4}}.</ref> Alla fine i senatori si resero conto di dover nominare un nuovo successore, che [[Lucio Annio Viniciano]], importante senatore e cospiratore, indicò in [[Marco Vinicio (console 30)|Marco Vinicio]], suo parente e marito di [[Giulia Livilla (figlia di Germanico)|Giulia Livilla]].<ref name="Syme181" />
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