Enrico di Fiandra: differenze tra le versioni

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Suo padre, Baldovino V, conte di Hainaut e conte di Namur, ancora secondo il ''Gisleberti Chronicon Hanoniense'', dopo lunga malattia morì a [[Mons]] il 17 dicembre [[1195]] (''1195, mense Decembri, 12 kal. ianuarii'')<ref name=Gisleb>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000859_00610.html?sortIndex=010%3A050%3A0021%3A010%3A00%3A00#ES Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus XXI, Gisleberti Chronicon Hanoniense, pagina 600] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160311034350/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000859_00610.html?sortIndex=010:050:0021:010:00:00#ES |data=11 marzo 2016 }}</ref>; suo fratello Baldovino, il figlio maschio primogenito, gli succedette, nella contea di Hainaut, come Baldovino VI<ref name=Gisle>{{la}} [http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000859_00611.html?sortIndex=010%3A050%3A0021%3A010%3A00%3A00#ES Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, tomus XXI, Gisleberti Chronicon Hanoniense, pagina 601] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160801003008/http://www.dmgh.de/de/fs1/object/display/bsb00000859_00611.html?sortIndex=010%3A050%3A0021%3A010%3A00%3A00#ES |data=1º agosto 2016 }}</ref>, mentre nella contea di Namur gli succedette il figlio maschio secondogenito, [[Filippo I di Namur|Filippo]]<ref name=Gisle/>.
 
Il 23 febbraio [[1200]], Enrico prese l'impegno di partire per la Terra Santa, assieme a suo fratello, il [[Conti di Fiandra|Conte di Fiandra]] e di [[Conti di Hainaut|Hainaut]], [[Baldovino I di Costantinopoli|Baldovino]] e a suo cognato, il [[Sovrani di Champagne|conte di Champagne]] e di [[Brie (regione)|Brie]], [[Tebaldo III di Champagne|Tebaldo III]]<ref name=Nicol>{{cita|Nicol|p. 504}}.</ref>, a cui fu concordemente assegnato il comando della [[quarta crociata]]<ref name=Nicol/>. I due anni successivi furono impiegati per preparare la spedizione.<br/>Dopo essere partiti nel [[1202]], la [[IV Crociata|Crociata]], nel [[1203]], era stata deviata verso [[Costantinopoli]], per sostenere [[Alessio IV Angelo|Alessio Angelo]] a conquistare il trono di Costantinopoli contro lo zio, l'imperatore [[Alessio III Angelo]], che aveva deposto il proprio fratello e padre di Alessio, l'imperatore [[Isacco II Angelo]]<ref>{{cita|Nicol|pp. 507-509}}.</ref>; dopo che Alessio, divenuto nel frattempo Alessio IV, nel febbraio del [[1204]], era stato imprigionato e strangolato, al trono era salito [[Alessio V Ducas]]<ref>{{cita|Nicol|p. 511}}.</ref>, che ripudiò tutti gli accordi presi coi Crociati<ref name=Nico>{{cita|Nicol|p. 512}}.</ref>, che decisero di combattere e ci fu un trattato tra i capi dei crociati tra cui, Baldovino, il [[Doge di Venezia]], [[Enrico Dandolo]] e [[Bonifacio I del Monferrato|Bonifacio del Monferrato]], per la spartizione del bottino, l'elezione di un imperatore latino e la divisinedivisione delle province<ref name=Nico/>; i crociati, tra cui Enrico, nel mese di aprile riuscirono a conquistare Costantinopoli e per tre giorni si abbandonarono al saccheggio sfrenato e all'uccisione di circa {{formatnum:2000}} abitanti<ref>{{cita|Nicol|pp. 513-514}}.</ref> e, dopo la spartizione del bottino, si apprestarono all'elezione dell'imperatore<ref>{{cita|Nicol|p. 514}}.</ref>.
 
La corona imperiale, venne dapprima offerta al [[Doge di Venezia]], [[Enrico Dandolo]], che fu uno degli artefici del dirottamento della crociata su [[Costantinopoli]], ma egli la rifiutò. La scelta quindi rimaneva tra due contendenti: [[Bonifacio I del Monferrato|Bonifacio del Monferrato]], il candidato con più possibilità di avere l'appoggio dei Greci, e suo fratello, Baldovino, giovane, pio e virtuoso, uno dei pochi che aveva intrapreso la crociata senza secondi fini ed osservato con rigore il voto fatto alla partenza; era insomma il leader più popolare nell'esercito crociato e, soprattutto, aveva l'appoggio del doge Dandolo; la scelta ricadde infine su di lui e il 9 maggio [[1204]] fu eletto imperatore e incoronato il 16 maggio, in [[Basilica di Santa Sofia (Istanbul)|Santa Sofia]] con una cerimonia che seguì strettamente il cerimoniale Bizantino, dove Bonifacio sostenne la corona durante la cerimonia e prestò omaggio al rivale<ref>