Modena: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→Persone notevoli: e revisione introduzione Etichette: Annullato Modifica visuale Link a pagina di disambiguazione |
mNessun oggetto della modifica Etichette: Annullato Modifica visuale |
||
Riga 126:
== Storia ==
{{Vedi anche|Storia di Modena}}
[[File:Modena Palazzo Comunale e Duomo.jpg|thumb|[[Palazzo Comunale (Modena)|Palazzo Comunale]] e [[Duomo di Modena|Duomo]]]]
[[File:Modena portici.jpg|thumb| Portici del Collegio, in [[Via Emilia]] centro]]
Riga 207:
* [[Chiesa del Voto]]. Sorge sulla via Emilia di fronte a corso Duomo e prende il nome da un voto del Comune modenese e del duca [[Francesco I d'Este]] fatto nel 1630, quando la città fu investita da una gravissima epidemia di peste. Il voto del Comune fu appunto di costruire, se e quando fosse cessata l'epidemia, una chiesa. Il duca la fece costruire e fu dedicata alla [[Madonna della Ghiara]], protettrice di Reggio. Architetto fu [[Cristoforo Galaverna]] che nell'opera unì vari stili. [[Lodovico Lana]] dipinse una pala che rappresenta nella parte inferiore scene della peste e in quella superiore la Vergine col Bambino con santi, angeli. Su un piatto è l'offerta della città, riconoscibile dalle torri del duomo e del palazzo comunale. La pala di ''Santa Cecilia'', commissionata a [[Giuseppe Fantaguzzi]] e inizialmente nella chiesa del Voto è stata trasferita a [[Spilamberto]].
* [[Chiesa di Sant'Agostino (Modena)|Chiesa di Sant'Agostino]]. Di fianco al palazzo dei Musei si affaccia sul piazzale Sant'Agostino questa chiesa (chiamata anche Pantheon Atestinum, in quanto adornata con statue e busti di santi e beati della casa d'Este, o in qualche modo imparentati con essa), che, eretta nel Trecento (nel sito di una precedente "chiesa degli agostiniani" fondata nel 1245) e recante ancora sul fianco sinistro numerose tracce di quell'epoca, ha però attualmente una spiccata fisionomia seicentesca. Essa fu infatti profondamente modificata nel 1663, per volere della duchessa Laura Martinozzi, che volle che fossero qui celebrati i solenni funerali del duca Alfonso IV suo marito: la sobria struttura trecentesca è ornata da una ricca decorazione di stucchi e da un pregevole soffitto a cassettoni, sul quale più artisti dipinsero ritratti di nobili e santi. Spicca invece per intensità drammatica il gruppo scultoreo in terracotta della ''Deposizione della Croce'' (1476), capolavoro del modenese [[Antonio Begarelli]] (nella prima cappella a destra). La pale del secondo altare a destra è ''San Michele Arcangelo'' (1733) del pittore modenese [[Giacomo Zoboli]]. Altra traccia visibile dell'antica chiesa, conservata all'interno, è l'affresco trecentesco della ''Madonna della consolazione'', di [[Tommaso da Modena]]: una Maria ritratta con delicata naturalezza nell'atto di allattare il bambino.
* [[Chiesa di San Carlo (Modena)|Chiesa di San Carlo]]. Fu eretta a partire dal 1664 su disegno di [[Bartolomeo Avanzini]]. Alla sua morte la progettazione fu affidata al [[capomastro]] muratore, il confratello Giovanni Pietro Piazza. Terminati i lavori, che durarono più di un secolo, fu infine consacrata nel 1766. La chiesa ripropone in dimensioni ridotte la chiesa di San Carlo ai Catinari di Roma (ad esclusione della cupola), ed era stata voluta per dare al [[Collegio San Carlo (Modena)|Collegio San Carlo]], o Collegio dei Nobili (fondato nel 1626) un degno luogo di culto. La facciata è costruita in laterizio con fregi marmorei e timpano triangolare che chiude il prospetto della facciata, mentre l'interno è a tre navate, sorrette da arcate e delimitate da quattro grossi corpi centrali su cui si imposta la cupola. L'abside ospita l'altar maggiore in marmo rosso di [[Verona]], datato 1828. La monumentale ornamentazione in stucco che orna l'abside è opera di Antonio Traeri detto ''Il Cestellino'', e ospita una tela di Marcantonio Franceschini rappresentante la peste di Milano del 1576: la ''Madonna col Bambino siede in cielo'', sotto di lei l'infuriare del morbo e San Carlo Borromeo tra altri personaggi che prega inginocchiato presso la Croce. A seguito di numerosi interventi di restauro, l'ultimo dei quali risale dal 1980, la chiesa, non più officiata, è stata infine adibita ad auditorium. Fa parte di una struttura più ampia denominata complesso di San Carlo, che comprende anche una cappella, un teatro, una biblioteca, oltre allo scenografico porticato. Il complesso ospita la ''Fondazione Collegio San Carlo'' (già "Collegio dei Nobili di San Carlo"), istituto privato di ricerca che svolge funzioni di rilevanza pubblica in ambito formativo e culturale con particolare attenzione alla filosofia, alle scienze umane e sociali e alle scienze religiose.
* [[Chiesa di San Giovanni Battista (Modena)|Chiesa di San Giovanni Battista]]. Unica chiesa antica modenese completamente isolata (ossia senza edifici sorti addosso ai suoi muri), se si eccettua il Duomo (isolato agli inizi del secolo), è posta all'angolo tra via Emilia e l'odierna Piazza Matteotti. Sorta sul luogo di una più antica chiesa dedicata a San Michele, fu ricostruita nel Cinquecento, ma rivela nei decori e nella struttura (la cupola, ellittica e non circolare) le profonde modifiche subite nel Settecento. Notevole l'organo costruito dall'organaro [[Traeri|Agostino Traeri]]. Contiene tuttora il capolavoro dello scultore cinquecentesco modenese [[Guido Mazzoni]], la ''Deposizione dalla croce'' (1476), un gruppo di statue in terracotta policrome particolarmente interessanti.
* [[Chiesa di San Francesco (Modena)|Chiesa di San Francesco]]. I frati [[francescani]] arrivarono a Modena molto presto: si ha notizia di un convento fuori le mura già nel 1221, quando [[Francesco d'Assisi]] era ancora vivo. La chiesa fu costruita molto lentamente, a partire dal 1244, e due secoli dopo non era ancora terminata.<ref>http://www.laguidadimodena.it/guida/chiese-modena/san-francesco</ref> Di sobrio stile [[gotico]] all'esterno, le cui tracce restano visibili sul fianco settentrionale, ma principalmente nella facciata, che ha mantenuto pressoché integra la sua struttura, (ma in parte è dovuto a ristrutturazioni ottocentesche), all'interno è piuttosto rimaneggiata, e ospita uno dei capolavori del [[Antonio Begarelli|Begarelli]], la ''Deposizione del Cristo dalla Croce'': un gruppo di tredici statue "fotografate" in un momento intensamente drammatico. Fronteggia la facciata della chiesa una piacevole fontana con statua di San Francesco, opera di Giuseppe Graziosi (1920).
* [[Chiesa di San Pietro Apostolo (Modena, capoluogo)|Chiesa di San Pietro Apostolo]]. La tradizione vuole che la Chiesa sorga nel sito di un antichissimo tempio a Giove Capitolino. La chiesa attuale è stata però edificata a partire dal ''1476'' secondo un progetto dell'architetto Pietro Barabani di [[Carpi]]. Venne consacrata nel 1518.<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.monasteromodena.it/monastero/la-storia.html|titolo=La storia|accesso=12 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161113034020/http://www.monasteromodena.it/monastero/la-storia.html|dataarchivio=13 novembre 2016|urlmorto=sì}}</ref> Si tratta di un bell'esempio di architettura rinascimentale a Modena (oltre che di una delle più belle chiese in città), impreziosita all'interno da un organo cinquecentesco, con intagli in legno dorato e portelli molto ben dipinti, da una Madonna attribuita a [[Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato]],<ref>http://www.cultura.marche.it/CMDirector.aspx?id=1090</ref> e soprattutto dalle numerose opere in terracotta realizzate dal [[Antonio Begarelli|Begarelli]]: i sei santi disposti intorno alla navata centrale, la Pietà e soprattutto il cosiddetto Apogeo Begarelliano, un gruppo raffigurante l'[[Assunzione di Maria|assunzione]] della Madonna tra i santi [[Pietro apostolo|Pietro]], [[Paolo di Tarso|Paolo]], [[Benedetto da Norcia|Benedetto]] e [[Geminiano di Modena|Geminiano]].Il notevole campanile a vela fu eretto nel 1629. Adiacente alla chiesa si trova un'antica [[abbazia]] abitata da una congregazione di [[Ordine di San Benedetto|monaci benedettini]]. In origine il monastero di san Pietro venne fondato fuori le mura della città nel 996 come fondazione vescovile.<ref name=":0" />
Riga 218:
* Chiesa di Sant'Eufemia o dell'Adorazione. Secondo la tradizione, la chiesa e l'attiguo ex-monastero sorgono nel posto ove nel 681 era stato fondato, da una pia vedova con sette figlie, un ospizio per donne riunite sotto la regola di San Benedetto. La chiesa ha pianta ottagonale con lati disuguali, molti dei quali ospitano il presbiterio, due cappelle laterali e la porta. Nel presbiterio di fronte all'entrata si trova l'altar maggiore, in marmo bianco, e un dipinto che raffigura la Pietà del XVII secolo. Esternamente, nelle cornici a stucco, si trovano dipinti di figure simboliche risalenti al XX secolo, ad opera di Secondo Grandi. Vi sono rappresentati San Pietro che predica il [[Vangelo]], il martirio di Sant'Eufemia e quello di San Pietro.
* Chiesa di Santa Maria delle Asse o della SS. Trinità. Situata in corso Canalgrande, la Chiesa di Santa Maria delle Asse è una delle chiese più antiche della città e deve la sua denominazione alla presenza di un ponte di legno, situato ove sorge oggi la chiesa, che permetteva l'attraversamento del canale. L'edificio risale al 1599. L'interno è ad una sola navata, con sei cappelle laterali riccamente decorate.
* [[Chiesa di San Barnaba (Modena)|Chiesa di San Barnaba]]. Ricostruita nel 1660 ma completata solo successivamente. Al suo interno, dipinti e arredi del XVIII secolo. La volta porta i dipinti di Jacopo Antonio Manini, autore anche delle parti architettoniche e dell'ornato con prospettive di mensole e festoni a chiaroscuro. I sei medaglioni che raffigurano temi allegorici e gli scudetti a chiaroscuro furono realizzati da [[Sigismondo Caula]].
* Chiesa di Santa Maria delle Grazie: Documentata sino dal XV secolo, la chiesa risale al Settecento. L'interno è ad una sola navata con abside semicircolare; a lato comprende quattro cappelle e due cappellette. La volta fu dipinta da Fermo Forti nel XIX secolo. Sull'altare maggiore si ammira un'icona seicentesca che raffigura la ''Madonna con santi'', opera di [[Francesco Vellani]].
* Chiesa di Gesù Redentore. Situata in viale Leonardo da Vinci, 270, è opera dell'architetto Mauro Galantino, vincitore di un concorso indetto dalla Conferenza Episcopale Italiana. Consacrata nel 2008, la sua architettura modernissima ha suscitato ampio e vivace dibattito nella cittadinanza per le soluzioni innovative nell'articolazione degli spazi liturgici. Si inserisce in modo armonico nel tessuto urbano periferico, in rottura e allo stesso tempo in continuità con la tradizione più antica degli edifici religiosi modenesi.
Riga 233:
[[File:Monumento a Ciro Menotti.jpg|thumb|upright=0.7|Il monumento a [[Ciro Menotti]] di fronte al Palazzo Ducale]]
; [[Palazzo ducale (Modena)|Palazzo Ducale]]: Il Palazzo Ducale di Modena è stato sede della Corte Estense tra [[XVII secolo|Seicento]] ed [[XIX secolo|Ottocento]]. Dall'Unità d'Italia, il Palazzo ospita la prestigiosa [[Accademia militare di Modena]]. Tra i più illustri ex-allievi dell'Accademia troviamo 10 Marescialli d'Italia, un Maresciallo dell'Aria, 31 ministri, sei Presidenti del Consiglio, 31 Senatori del Regno e tre Senatori della Repubblica e 1 Deputato: di questi i nomi più illustri sono ricordati nella ''Galleria della memoria'' del museo storico dell'Accademia militare, ubicato nella sede stessa del Palazzo Ducale.<br>La sua costruzione fu iniziata da [[Francesco I d'Este]] nel 1634 e fu finita da [[Francesco V d'Austria-Este|Francesco V]]. Il Palazzo sorse su un precedente "Forte Estense" e la sua architettura fu creata anche da interventi di [[Bernini]] e [[Borromini]].<br>La maestosa facciata del Palazzo, alleggerita dal gioco cromatico dei marmi, è stata recentemente restaurata. Dalla porta centrale si accede all'elegante "Cortile d'onore", sede delle cerimonie militari, e al suggestivo "Scalone d'onore". Nel Salone centrale è degno di nota il soffitto, affrescato nel [[XVIII secolo|Settecento]] da Marco Antonio Franceschini con l'incoronazione di Bradamante, capostipite degli Este, già celebrata da Ariosto nell'Orlando furioso. Suggestiva testimonianza dello sfarzo della piccola corte modenese nel Settecento è il "Salottino d'oro", il gabinetto di lavoro del duca [[Francesco III d'Este|Francesco III]], che nel 1756 lo fece rivestire e decorare con pannelli rivestiti di oro zecchino.<br>Di fronte al Palazzo si alza una statua dedicata all'eroe risorgimentale [[Ciro Menotti]], mentre alle spalle si trovano i principali "Giardini pubblici" di Modena, anteriormente detti giardini botanici estensi.
; [[Palazzo Comunale (Modena)|Palazzo Comunale]]: Non si tratta in realtà di un unico palazzo, ma del risultato della ristrutturazione [[Secolo XVII|sei]]-[[Secolo XVIII|settecentesca]] di numerose costruzioni sorte a partire dal [[1046]], tutte con la medesima funzione di edifici amministrativi e di rappresentanza. L'antica ''Torre civica'' (oggi ''Torre Mozza'') crollò nel [[1671]] in seguito a un terremoto.<br>Interessante nell'ala nord è la ''Sala delle Bifore'', ambiente in cui è tornata alla luce parte della precedente facciata medievale, arretrata di alcuni metri rispetto alla precedente.
Riga 246:
; Palazzo di Santa Margherita: Il Palazzo di Santa Margherita si trova in corso Canalgrande, in pieno centro storico, nel sito ove trovava posto anticamente una chiesa dedicata a Santa Margherita. Adibito nel XII secolo a convento, è divenuto poi caserma; successivamente, dal [[1874]] è stato sede del Patronato dei Figli del Popolo. Ora ospita la [[Galleria civica di Modena|Galleria Civica]], la Biblioteca Delfini,<ref>[https://www.comune.modena.it/biblioteche/biblioteche-comunali/delfini Sito ufficiale Biblioteca Delfini, 23 agosto 2022]</ref> il [[Museo della Figurina]] e l'Istituto Musicale Orazio Vecchi. Gli spazi dedicati alla Galleria Civica comprendono la Sala Grande, che ospita le attività principali della Galleria; le sale al piano superiore, aperte nel 2004; un laboratorio didattico; una [[Libreria (negozio)|libreria]].
; [[Foro boario (Modena)|Foro Boario]]: Il Foro Boario è un edificio di notevole interesse architettonico e urbanistico, poiché costruzione unica nel panorama negli interventi di architettura ducale per dimensioni, tipo e collocazione. È costituito da un lunghissimo edificio (circa 250 metri) perfettamente bifronte, con quattro facciate, uguali a due a due. Nel corpo centrale, che si estende per circa 45 metri, si trova nel fastigio un orologio e panoplia, opera di Luigi Righi, che vi ha raffigurato le ''Allegorie delle Armi, della Fertilità, delle Arti e del Tempo''.<br>Fu costruito nella prima metà dell'Ottocento per volontà di Francesco IV d'Austria d'Este (duca di Modena, Reggio e Mirandola dal 1815) che ne affidò la progettazione all'architetto [[Francesco Vandelli (architetto)|Francesco Vandelli]], autore di numerosi altri edifici pubblici e privati della città. A tutt'oggi sul lato che costeggia il versante sinistro di viale Berengario c'è una lapide voluta dal duca stesso, che riporta la data di edificazione (1831) e la dedica agli agricoltori (''Honori et comodo fidelium agricolarum'') impegnati nella costruzione del complesso.<br>La struttura era inizialmente destinata al mercato bovino e all'immagazzinamento di prodotti agricoli, ma dopo poco più di un decennio l'edificio fu trasformato in caserma. In seguito, i cittadini ne rivendicarono l'uso (secondo ciò che peraltro il duca stesso aveva voluto) durante il regno di Umberto I. Nel [[1989]] vi iniziarono i lavori di restauro e riuso per la nuova sede della Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Modena, inaugurata nel [[1994]] presso i piani superiori dell'edificio. A piano terra si trovano ora, nell'ala est, la biblioteca della Facoltà, e l'area adibita ad esposizioni temporanee, nella parte ovest.<br>Dal [[2002]] al [[2015]] la struttura, attualmente in ristrutturazione, ha ospitato mostre promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, [[Fondazione Fotografia Modena]] e da altre istituzioni culturali del territorio.
;[[Cimitero di San Cataldo]]: [[File:San Cataldo 4.jpg|thumb|[[Cimitero di San Cataldo]] (Monumentale Cesare Costa e Aldo Rossi)]] Poco fuori dal centro storico si trova il [[cimitero di San Cataldo]], cimitero della città. È composto da due parti, un'antica e una recente. La prima porta il nome dell'architetto [[Cesare Costa]] ed è stata realizzata tra il [[1858]] e il [[1876]]; vi si trovano numerose opere d'arte di notevole valore artistico. Tra i defunti seppelliti in questa parte si trova anche [[Enzo Ferrari]], in una tomba a fianco di quella del figlio [[Dino Ferrari|Dino]]; nonché [[Alberto Braglia]] (atleta) e [[Virginia Reiter]] attrice che visse molti anni a Modena. La parte recente, il cimitero monumentale "Aldo Rossi", è costruita in base al progetto dell'architetto [[Aldo Rossi]].<br>La costruzione del cimitero è oggi parzialmente completata ed è articolata in modo da limitare gli ampi spazi verdi contrassegnati da sentieri di croci riservati ai pedoni.<br>All'interno del cimitero ha sede la chiesa.
; [[Teatro Storchi]]: Il teatro prende il nome da Gaetano Storchi, un ricco commerciante modenese che ne finanziò la costruzione. Sorge su un terreno della nuova area edificabile ricavata con la costruzione della barriera Garibaldi ([[1884]]), a seguito dell'abbattimento di porta Bologna ([[1882]]). L'ubicazione del teatro influenzò la singolare originale struttura dell'edificio, che presenta una doppia facciata: a settentrione si trova la facciata principale, che guarda su piazza Garibaldi, mentre quella da lato ovest si affaccia su viale Martiri della Libertà, un tempo il passeggio delle mura, ed è opera dell'architetto Maestri.<br>L'edificio è nato sulla base di un progetto particolarmente ricercato, che prevedeva locali di servizio, ridotto, ''[[fumoir]]'', caffè; tuttavia, la realizzazione avvenne in economia, su un terreno che apparve instabile fin dall'inizio, e soprattutto con l'impiego di materiali scadenti che ne compromisero ben presto la stabilità. A ciò si devono i numerosi successivi interventi di ristrutturazione e recupero dell'edificio. Tra i più rilevanti, si ricordano il rifacimento della copertura e la modifica della curvatura della sala ad opera dell'ingegnere Luigi Sfondrini di Milano; il restauro dell'esterno con rifacimento dell'intonaco e delle cornici del [[1929]], e un successivo intervento sulla sala nel [[1931]].
== Società ==
|