Romano Prodi: differenze tra le versioni
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* lo scambio di alcune aziende tra [[STET]] e [[Finmeccanica]];
* la tentata vendita della [[SME (azienda)|SME]] al gruppo [[CIR (azienda)|CIR]] di [[Carlo De Benedetti]], operazione che venne fortemente ostacolata dal governo di [[Bettino Craxi]]. Fu organizzata una cordata di imprese, comprendente anche [[Silvio Berlusconi]], che avanzarono un'offerta alternativa per bloccare la vendita. L'offerta non venne poi onorata per carenze finanziarie, ma intanto la vendita della SME sfumò. Prodi fu accusato di aver stabilito un prezzo troppo basso (vedi [[vicenda SME]]).
Il risultato fu che nel 1987, per la prima volta da più di un decennio, l'IRI riportò il bilancio in utile, e di questo Prodi si fece sempre un vanto, anche se a proposito di ciò [[Enrico Cuccia]] affermò:▼
▲Il risultato fu che nel 1987, per la prima volta da più di un decennio, l'IRI riportò il bilancio in utile, e di questo Prodi si fece sempre un vanto, anche se a proposito di ciò [[Enrico Cuccia]] affermò:
{{Citazione| (Prodi) nel 1988 ha solo imputato a riserve le perdite sulla siderurgia, perdendo come negli anni precedenti.| S.Bocconi, "I ricordi di Cuccia. E quella sfiducia sugli italiani", ''[[Corriere della Sera]]'', 12 novembre 2007}}
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In seguito alla scomparsa dei principali partiti di riferimento che avevano segnato la storia repubblicana, come la [[Democrazia Cristiana]], il [[Partito Comunista Italiano]] e il [[Partito Socialista Italiano]], agli inizi degli anni 1990 la vita politica italiana volgeva verso la prospettiva del [[bipolarismo]], dopo l'esperienza delle [[Elezioni politiche in Italia del 1994|elezioni politiche del 1994]], in cui aveva prevalso la coalizione di centro-destra guidata da [[Silvio Berlusconi]], andata in crisi dopo pochi mesi.<ref>{{Cita news|autore=Gianluca Luzi|url= http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/21/berlusconi-225-giorni-poi-addio.html|titolo=Berlusconi, 225 giorni e poi l'addio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|accesso=25 maggio 2010|giorno=21 |mese=12 |anno=1994 |p=2|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151117013911/http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1994/12/21/berlusconi-225-giorni-poi-addio.html|urlmorto=no}}</ref> A tale alleanza di centro-destra si opponevano una coalizione centrista, l [[Patto per l'Italia]] (PPI-Segni-PSDI-PRI),<ref>{{Cita news|url= http://archiviostorico.corriere.it/1994/gennaio/04/nasce_PATTO_PER_ITALIA__co_0_9401043249.shtml|titolo=e nasce il " PATTO PER L'ITALIA "|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 maggio 2010|giorno=04|mese=01 |anno=1994|p=2|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20210131092202/http://archivio.corriere.it/Archivio/interface/landing.html|urlmorto=no}}</ref> e una di sinistra, l'[[Alleanza dei Progressisti]] (PDS-PRC-PSI-Verdi-RS-CS-AD).<ref>{{Cita news|autore=Gianna Fregonara|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/maggio/09/Ulivo_addio_futuro_Riformisti_Girasoli_co_0_0005097850.shtml|titolo=e nasce il " PATTO PER L'ITALIA "|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 maggio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130313025152/http://archiviostorico.corriere.it/2000/maggio/09/Ulivo_addio_futuro_Riformisti_Girasoli_co_0_0005097850.shtml|giorno=04|mese=01|anno=1994|p=2|urlmorto=sì}}</ref>
In seguito alla sconfitta del '94, tra i partiti della sinistra riformista e le forze del [[Centrismo|centro]] italiano si svilupparono rapporti di consultazione politica. Dopo la caduta del [[governo Berlusconi I]] nel dicembre [[1994]], tuttavia, l'Italia fu per un anno governata da una squadra di tecnici guidati da [[Lamberto Dini]], che ebbe il sostegno di un'inedita maggioranza di centro-sinistra formata
Dall'unione della maggior parte delle forze di [[Centrismo|centro]] (esclusi solo i settori centristi di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] e il [[Centro Cristiano Democratico|CCD]]-[[Cristiani Democratici Uniti|CDU]]) e le forze della [[Sinistra (politica)|sinistra]] [[Riformismo|riformista]] nacque una nuova coalizione di "centro-sinistra". Questa era così formata da partiti moderato-riformisti di centro e centrosinistra ([[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]], [[Rinnovamento Italiano|RI]], [[Alleanza Democratica (Italia)|AD]], [[La Rete (partito politico)|La Rete]], [[Partito Socialista Italiano|PSI]]) alleati con partiti collocati nell'ambito della sinistra moderata e democratica ([[Rinascita Socialista]], [[Federazione dei Verdi|Verdi]], [[Cristiano Sociali]], [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]]). Tale coalizione riconobbe come proprio ''leader'' l'ex Presidente dell'[[IRI]] ed ex ministro dell'industria Prodi, da sempre vicino ai settori [[Riformismo|riformisti]] e "[[Aldo Moro|morotei]]" della [[Democrazia Cristiana]] e perciò ben visto tanto dai settori centristi quanto da quelli di sinistra dello schieramento.
[[File:Romano Prodi Lamberto Dini Massio D'Alema 1996.jpg|thumb|Romano Prodi, candidato [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] per [[L'Ulivo]], insieme a [[Lamberto Dini]], Presidente del Consiglio uscente e [[Massimo D'Alema]], Segretario del [[Partito Democratico della Sinistra]], nel 1996]]
Il 13 febbraio [[1995]] Prodi lanciò quindi il suo movimento, ''[[L'Ulivo (coalizione, 1995-2004)|L'Ulivo]]'',<ref>{{Cita web |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/febbraio/14/Berlusconi_prepara_contratto_con_gli_co_8_9502141036.shtml |titolo=E Berlusconi prepara "un contratto con gli italiani" |accesso=23 settembre 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150326015115/http://archiviostorico.corriere.it/1995/febbraio/14/Berlusconi_prepara_contratto_con_gli_co_8_9502141036.shtml |urlmorto=no }}</ref> che nel giro di un anno divenne il nome di un'alleanza fra il centro e la sinistra e che vide proprio nella candidatura di Prodi a Presidente del Consiglio l'espressione di quel dialogo fra cattolici e laici che intendeva
Come ''leader'' del [[centro-sinistra italiano]], Prodi siglò dunque [[Patto di desistenza|accordi di desistenza]] con [[Rifondazione Comunista]] (che comunque rimaneva fuori dall'alleanza) e portò la sua coalizione alla vittoria nelle [[Elezioni politiche in Italia del 1996|elezioni politiche del 1996]].<ref name="tappe">{{Cita news|autore=Sergio Stimolo|url= http://archiviostorico.corriere.it/2000/luglio/02/Ulivo_prodiani_all_attacco_Alema_co_0_0007022939.shtml|titolo=Ulivo, i prodiani all'attacco di D'Alema|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 maggio 2010|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20130313025103/http://archiviostorico.corriere.it/2000/luglio/02/Ulivo_prodiani_all_attacco_Alema_co_0_0007022939.shtml|giorno=02|mese=07|anno=2000|p=11|urlmorto=sì}}</ref> Per la prima volta in Italia si era creato un unico blocco, che oltre ai tradizionali eredi delle culture [[Socialismo democratico|socialista]], [[Socialdemocrazia|socialdemocratica]], [[Cristianesimo democratico|cattolico-popolare]] e [[Liberalismo|liberale]], coinvolgeva anche i [[Post-comunismo|post-comunisti]] e gli [[Ambientalismo|ambientalisti]].
Il [[governo Prodi I]]
Come Presidente del Consiglio italiano, dal 18 maggio Prodi assunse anche l'incarico di [[presidente del Consiglio europeo]].
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Designato dai governi europei alla [[Commissione europea]], venne accolto con un appoggio ampio composto in particolare dai parlamentari europei [[Gruppo del Partito Popolare Europeo|popolari]] e [[Gruppo del Partito del Socialismo Europeo|socialdemocratici]].
Durante la sua presidenza avvennero alcune innovazioni nell'Unione: il 1º gennaio [[2002]], l'entrata in vigore dell'[[Euro]] come valuta corrente in undici paesi dell'Unione; il 1º maggio [[2004]] l'allargamento dell'Unione ad altri 10 paesi: [[Cipro]], [[Estonia]], [[Lettonia]], [[Lituania]], [[Malta]], [[Polonia]], [[Repubblica Ceca]], [[Slovacchia]], [[Slovenia]], [[Ungheria]]; il 29 ottobre [[2004]], la firma a Roma della [[Costituzione europea]]. Molte furono le riforme proposte o appoggiate da Prodi in materia di mercato interno e di unificazione dello spazio giudiziario europeo (tra cui il cosiddetto "[[mandato
Terminato il suo mandato, Prodi ritornò a dedicarsi alla politica italiana, e venne scelto da tutti i partiti della coalizione del [[centro-sinistra]] come ''leader'' del[[l'Unione]] e candidato a Presidente del Consiglio alla ''[[convention]]'' del 14 febbraio [[2004]] al [[Palazzo dello Sport (Roma)|PalaLottomatica]] di [[Roma]].<ref>{{Cita news|autore=Ernesto Assante|url=http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/girolista2/inno/inno.html|titolo=Ligabue e l'"inno" del Professore: "Il mediano lavora per il Paese"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|giorno=15|mese=02|anno=2004|p=21|accesso=29 giugno 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101009011327/http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/politica/girolista2/inno/inno.html|urlmorto=no}}</ref> Questa coalizione debuttò vittoriosamente in occasione delle [[elezioni regionali in Italia del 2005|elezioni regionali del 2005]], nelle quali l'Unione si affermò in 12 delle 14 regioni interessate al voto.<ref>{{Cita news|autore=Marco Bracconi|url=http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/politica/regio2005/terrevt/terrevt.html|titolo=Regionali, l'Unione schiaccia il Polo Inizia un'altra campagna elettorale|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|giorno=05|mese=04|anno=2005|accesso=22 gennaio 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100126025412/http://www.repubblica.it/2005/d/sezioni/politica/regio2005/terrevt/terrevt.html|urlmorto=no}}</ref>
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