Giovanni Gronchi: differenze tra le versioni
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[[File:Gronchi Dulles 1955.jpg|thumb|220x124px|right|Gronchi insieme al [[segretario di Stato degli Stati Uniti]] [[John Foster Dulles]] nel 1955]]
Gronchi, tuttavia, non rinunciò alla sua diplomazia personale, ma con esiti irrilevanti. Preparò con cura un suo viaggio a [[Mosca (Russia)|Mosca]] (febbraio [[1960]]), sperando di trovare un'interlocuzione sui suoi progetti di mediazione dell'Italia nei rapporti Est-Ovest e, soprattutto, sul problema tedesco, ma si trovò di fronte l'atteggiamento ironico e tracotante<ref>Silvio Bertoldi, ''L'italiano che seppe tener testa a Krusciov'', ''[[Oggi (periodico)|Oggi]]'', 26 gennaio 1961.</ref> di [[Nikita Sergeevič Chruščёv|Nikita Krusciov]], che lo irrise di fronte alla stampa<ref>Sergio Romano, ''cit.'', pp. 113-114.</ref> provocando una messa a punto della diplomazia italiana a viaggio concluso. L'episodio è stato descritto da Tito Lucrezio Russo, in ''"Parla il Capo dello Stato''": «Con telespresso segreto del 15 febbraio 1960 diramato dalla Farnesina alle Ambasciate italiane operanti in ambito [[NATO]], avente per oggetto la visita del presidente a [[Mosca (Russia)|Mosca]], fu sottolineato che il tono della discussione era stato polemico, pur non essendo mancati degli spunti costruttivi per il miglior chiarimento di alcune posizioni sovietiche. Krusciov – proseguì la nota – aveva accusato il Governo italiano di essere troppo legato alla politica americana, riferendosi anche alle installazioni di missili e, circa la [[Germania Ovest]], di essere troppo ligio alle tesi di [[Konrad Adenauer]]. Lo statista sovietico aveva prefigurato una confederazione dei due Stati tedeschi, subordinata all'irreale, preventiva rinunzia di uno di essi (chiaramente inimmaginabile per quello comunista) al proprio sistema politico–sociale, con [[Berlino]] come capitale ed avente lo status di "città libera". Alla precisa domanda di Gronchi se fosse giusto creare tale status senza sentire prima le popolazioni interessate, Krusciov aveva replicato: ''"Noi non siamo obbligati a sentire il parere di [[Berlino Ovest]]"''».<ref>{{Cita libro|autore=Tito Lucrezio Rizzo|titolo=Parla il Capo dello Stato|città=Roma|editore=Gangemi|anno=2012|p=68}}</ref>
[[File:Gronchi Heuss 1957.jpg|thumb|220x124px|right|Il presidente Giovanni Gronchi con il [[presidente della Repubblica Federale Tedesca]] [[Theodor Heuss]], 1957]]
Maggior successo, in politica estera, ebbe il suo appoggio personale alle aperture terzomondiste del ruolo economico dell'Italia operate dal presidente dell'[[Eni]], [[Enrico Mattei]], proprio in quegli anni<ref>Sergio Romano, ''cit.'', pp. 106-107.</ref>.
=== Tentativi di apertura a sinistra ===
Gronchi mirò ad inserire i [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] nella maggioranza parlamentare, ma ottenne effetti opposti, con conseguenze destabilizzanti.
[[File:Gronchi Merzagora Togliatti.jpg|thumb|220x124px|right|Gronchi insieme a [[Palmiro Togliatti]], leader del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] e a [[Cesare Merzagora]]]]
Il suo dissenso con la linea politica del centrismo degasperiano si manifestò già al suo insediamento, quando tentò di accettare le dimissioni presentategli dal presidente del Consiglio [[Mario Scelba|Scelba]] solo a titolo di cortesia<ref>{{Cita|MontanelliCervi 1989|p. 28|MontanelliCervi}}.</ref>. L'apertura al PSI, tuttavia, non era attuabile, in vigenza del patto d'unità d'azione tra socialisti e comunisti. Anche il successivo [[Governo Segni I|governo Segni]], infatti, fu sorretto da una maggioranza di centro.
Nuove prospettive si aprirono dopo i [[Rivoluzione ungherese del 1956|fatti di Ungheria]], con la denuncia del patto d'unità d'azione da parte dei socialisti. Ma, alla caduta del primo governo Segni (maggio 1957), a seguito del ritiro dell'appoggio del [[Partito Socialista Democratico Italiano|PSDI]], l'unica soluzione alla crisi si profilò con la formazione di un monocolore democristiano, senza maggioranza precostituita. Gronchi tentò la strada del «[[governo del presidente]]» (già percorsa dal suo predecessore Einaudi, con il [[governo Pella]]), affidando l'incarico ad [[Adone Zoli]], un elemento non di spicco della DC, per guadagnarsi l'appoggio esterno dei socialisti. Tuttavia, le condizioni poste da [[Pietro Nenni]] per appoggiare il nuovo governo non poterono essere accettate dal presidente del Consiglio incaricato<ref name="cita-MontanelliCervi-1989-pp71-74-MontanelliCervi">{{Cita|MontanelliCervi 1989|pp. 71-74|MontanelliCervi}}.</ref>.
[[File:Giovanni Gronchi and Giulio Andreotti 1960 Olympics.jpg|thumb|220x124px|right|Il presidente Gronchi, con alla sua destra [[Giulio Andreotti]], durante l'apertura dei [[Giochi della XVII Olimpiade|Giochi Olimpici]] a [[Roma]] nel 1960]]
[[Adone Zoli]] riuscì a ottenere la fiducia del [[Parlamento della Repubblica Italiana|Parlamento]] solo con l'appoggio dei monarchici e quello della destra neofascista, determinante, sia pure per un solo voto, alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]]; di conseguenza, il 10 giugno 1957 presentò le sue dimissioni, che furono accolte da Gronchi con riserva. Il presidente della Repubblica, per risolvere nuovamente la crisi, inaugurò l'esperienza del mandato esplorativo, che affidò al presidente del Senato [[Cesare Merzagora]], ma che si concluse con un nulla di fatto<ref name="cita-MontanelliCervi-1989-pp71-74-MontanelliCervi"/>. Onde evitare una situazione di ingovernabilità, quindi, Gronchi fu costretto a convincere Zoli a ritirare le dimissioni e a restare in carica fino al termine della legislatura (1958). La comunicazione di ciò alle Camere, da parte di Zoli, non comportò un nuovo voto di fiducia<ref name="cita-MontanelliCervi-1989-pp71-74-MontanelliCervi"/>.
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== Gronchi nella cultura di massa ==
[[File:Olympische Spelen te Rome Opening President van Italie Gronchi, Bestanddeelnr 911-5409.jpg|thumb|Giovanni Gronchi (al centro) alle [[Giochi della XVII
* La figura di Giovanni Gronchi, per quanto controversa, ha dato la sua impronta a un periodo importante della storia e della politica italiana del [[secondo dopoguerra]], tanto che i giornalisti [[Indro Montanelli]] e [[Mario Cervi]] hanno intitolato il volume della ''[[Storia d'Italia (Montanelli)|Storia d'Italia]]'' dedicato alla seconda parte degli [[anni cinquanta]] e ai primi [[anni sessanta]] del [[XX secolo]] ''L'Italia dei due Giovanni'', accomunando l'importanza storica di Gronchi a quella dell'omonimo pontefice [[Papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]]<ref>{{Cita libro|autore=Indro Montanelli|autore2=Mario Cervi|titolo=L'Italia dei due Giovanni|città=Milano|editore=Rizzoli|anno=1989}}</ref>.
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* Fu il primo capo di Stato italiano a visitare l'[[America Meridionale]] e il primo presidente a visitare [[Istanbul]]. Il 14 novembre del [[1957]] nella città turca gli furono preparate accoglienze degne di un sovrano. Lo scopo del viaggio fu quello di visitare i molti italiani che erano lì emigrati e di allacciare colloqui diplomatici con il presidente [[Celâl Bayar]]. In [[Argentina]] ebbe accoglienze memorabili e si commosse: era la prima volta che un capo di Stato italiano visitava alcuni Paesi dell'[[America del Sud]]. In un suo discorso al [[Luna Park (Buenos Aires)|Luna Park]] di [[Buenos Aires]], la voce gli si spezzò più volte per l'emozione, rasentando il pianto.
* Gronchi ebbe l'onore di inaugurare due edizioni dei [[Giochi olimpici]]: i [[VII Giochi olimpici invernali]] tenutisi a [[Cortina d'Ampezzo]] nel [[1956]] e i [[Giochi della XVII Olimpiade]] tenutisi a [[Roma]] nel [[1960]].
* Nel 1961 inaugurò anche l'[[Expo 1961|Esposizione Internazionale del Lavoro del 1961]], tenutasi a [[Torino]], e le celebrazioni del [[centenario dell'Unità d'Italia]].
* Il 23 giugno [[1959]] un buffo incidente occorse al presidente nell'ex palco reale del [[Teatro dell'Opera di Roma]]: a causa della disattenzione di un collaboratore che non gli aveva avvicinato la sedia, Gronchi cadde a terra mentre stava accingendosi a sedere al fianco dell'allora presidente francese [[Charles de Gaulle]], che era in visita ufficiale in Italia. Il fatto, taciuto dai principali organi di informazione, fu rappresentato in televisione da una scenetta comica recitata da [[Raimondo Vianello]] e [[Ugo Tognazzi]] all'interno del programma ''[[Un due tre]]'', il quale fu poi cancellato in seguito a tale evento<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/27/Dalla_caduta_Gronchi_alla_Scala_co_0_96052710914.shtml|titolo=Dalla "caduta" di Gronchi alla Scala alle "corna" di Leone anti universitari|pubblicazione=Corriere della Sera|data=27 maggio 1996|accesso=16 luglio 2008|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121103154421/http://archiviostorico.corriere.it/1996/maggio/27/Dalla_caduta_Gronchi_alla_Scala_co_0_96052710914.shtml}}</ref>.
* Nello stesso 1959, Gronchi concesse la [[Grazia (diritto)|grazia]], dopo trentadue anni di detenzione, all'ergastolano [[Sante Pollastri]], al quale il cantautore [[Luigi Grechi]] dedicherà, nel [[1993]], la canzone ''[[Il bandito e il campione]]'', ispirata alle vicende di Pollastri e del ciclista [[Costante Girardengo]]. Della stessa vicenda sarà poi pubblicato un libro di [[Marco Ventura]] e prodotta la [[fiction]] [[Rai]] ''[[La leggenda del bandito e del campione]]'', con [[Giuseppe Fiorello]] nel ruolo del protagonista.
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