Luigi Facta: differenze tra le versioni

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=== Dimissioni dopo la marcia su Roma ===
Facta non volle mai rivelare a nessuno che cosa fosse successo la notte in cui il re si rifiutò di firmare lo stato d'assedio: l'indomani, lui e il governo rassegnarono le dimissioni e [[Vittorio Emanuele III]] fece telegrafare a Mussolini che si trovava a Milano di recarsi immediatamente a Roma per formare il nuovo governo<ref>[https://www.britannica.com/EBchecked/topic/199996/Luigi-Facta Luigi Facta], [[Enciclopedia Britannica]]</ref>. Facta non si oppose al [[regime fascista|regime]], e nel novembre 1922 votò la fiducia al Governo Mussolini. Nel [[1924]] fu nominato [[senatore del Regno]]<ref>[[Aldo Mola]], [http://archiviostorico.corriere.it/2003/settembre/13/Era_unico_grado_fermare_ascesa_co_0_030913086.shtml ''Era l'unico in grado di fermare l'ascesa di Mussolini ma Facta riuscì a bloccarlo nell'eremo di Cavour''], ''[[Corriere della Sera]]'', 13 settembre 2003</ref>.
 
Morì a [[Pinerolo]] il 5 novembre 1930.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Giuseppe Sircana|titolo=FACTA, Luigi|rivista=[[Enciclopedia Treccani]]|volume=44|anno=1994|capitolo|Dizionario Biografico degli Italiani}}</ref>