Tomismo: differenze tra le versioni
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Il [[missionario]] [[Ordine dei frati predicatori|domenicano]] [[Bartolomeo da Bologna (missionario)|Bartolomeo da Bologna]] e il frate domenicano armeno Yovhannēs K‘ṙnec‘i, introdussero il clero armeno alle sofisticate teologie di [[Anselmo d'Aosta]], [[Pietro Abelardo|Abelardo]] e [[Tommaso d'Aquino]].<ref name="Q">''The Armenians in the Medieval Islamic World: Armenian Realpolitik in the Islamic World and Diverging Paradigmscase of Cilicia Eleventh to Fourteenth Centuries'', Seta B. Dadoyan, Routledge, 2017, [https://books.google.it/books?id=lKw0DwAAQBAJ&pg=PT154&dq=aquinas&f=false#v=onepage&q=aquinas&f=false]</ref> Bartolomeo da Bologna tradusse in lingua armena un certo numero di opere teologiche latine, tra le quali la ''Summa contra Gentiles'' e una parte della ''Summa Theologica''.<ref>{{catholic encyclopedia|Bartholomew}}.</ref> [[Hovhannes Erznkatsi]] tradusse alcune parti della ''[[Summa Theologiae]]'' di [[Tommaso d'Aquino]] in [[Lingua armena|armeno]]. Le traduzioni delle opere teologiche di Tommaso d'Aquino causarono una profonda trasformazione nella letteratura teologica e filosofica armena.<ref name="Q"/> I teologi [[Armenia|armeni]] svilupparono una profonda affinità con il pensiero di Tommaso d'Aquino, un fatto che contribuì ai tentativi di unione della [[Chiesa apostolica armena]] con Roma nel corso del [[XV secolo]].<ref>''Historical Handbook of Major Biblical Interpreters'', Donald K. McKim, InterVarsity Press, 1998, [https://books.google.it/books?id=mkmcaVKsXbgC&pg=PA90&dq=thomism+armenian&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj25fSk1sbaAhVB6RQKHd8cCLQ4ChDoAQg7MAM#v=onepage&q=thomism%20armenian&f=false p. 90]</ref>
==Rapporto con la fenomenologia==
S. Tommaso fu oggetto di studio da parte di fenomenologi come [[Edith Stein]], [[Martin Heidegger]], [[Max Müller]], [[Karol Wojtyla]], [[Josef Seifert]], [[Jean-Luc Marion]], [[Emmanuel Falque]] e [[Jean-Louis Chrétien]]. Secondo questi autori, il tema centrale è il donarsi dell'Essere. Tomismo e fenomenologia sono accomunati dall'esperienza sensibile, dalla custodia
dell'universalità e dall'apertura alla [[trascendenza]].
Lo stretto rapporto fra le due correnti di pensiero fu intuito dalla [[Société Thomiste]], che il 12 settembre 1932 organizzò delle giornate di studio a [[Juvisy]] cui presero parte numerosi esperti.<ref>[[Pierre Mandonnet]], O.P., [[Jacques Maritain]], [[Marie-Dominique Roland-Gosselin]], O.P., [[Henri-Marie Féret]], O.P., [[Aimé Forest]], [[Louis-Bertrand Geiger]], O.P., [[Étienne Gilson]], [[Henri Gouhier]], [[Alexandre Koyré]], [[Leon Noël]], [[Gaston Rabeau]], [[Edith Stein]]8 e [[August Valensin]], S.J. Interventi parzialmente tradotti e pubblicati in E. STEIN, ''La ricerca della verità. Dalla fenomenologia alla filosofia cristiana'', Città Nuova, Roma 1993, pp. 108-114.</ref>
[[Étienne Gilson]] ebbe a dire:
{{citazione|La vera metafisica dell’essere non ha mai avuto la fenomenologia a cui aveva diritto, la fenomenologia moderna non ha la metafisica che sola può fondarla e, fondandola, guidarla|É. GILSON, ''L'être et l'essence'', Librairie Philosophique J. Vrin, Paris 1981, p. 22.}}
== Opere di san Tommaso d'Aquino ==
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