Grotte di Frasassi: differenze tra le versioni

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=== La scoperta della Grotta Grande del Vento ===
[[File:I primi speleologi esploratori della Grotta Grande del Vento di Frasassi.jpg|thumb|Da sinistra: Giuseppe Gambelli, Giancarlo Cappanera, Fabio Sturba dopo aver raggiunto la Sala delle Candeline di Frasassi, fotografati da Maurizio Bolognini]]
La scoperta più rilevante, quella della ''Grotta Grande del Vento'', si ebbe nel giugno 1971, quando Rolando Silvestri scalando la pendice nord del monte Valmontagnana a circa 450 metri di altezza, scoprì alcuni piccoli fori che si erano aperti presumibilmente a causa dello scivolamento della terra superficiale secca mista a rami e fogliame provocato dal caldo di quell'estate. Il 25 settembre 1971 Rolando Silvestri, nel corso della spedizione del [[Gruppo Speleologico Marchigiano]] CAI di Ancona organizzata e guidata da [[Giancarlo Cappanera]], ritrovò uno di quei fori nella montagna (grande come un volante di auto) che fece scoprire la "porta d'ingresso" della grotta, subito battezzata ''Grotta Grande del Vento''.<ref name=verastoria>{{Cita web|url=https://www.frasassigsm.it/la-scoperta-di-frasassi/|titolo=Ecco come abbiamo scoperto la Grotta Grande del Vento di Frasassi}}</ref>
 
Inizialmente gli scopritori si trovarono in questa grande grotta al buio totale e le attrezzature allora esistenti non permisero loro di scendere fino alla base della cavità sottostante, quindi si stimò l'altezza della grotta lanciando un sasso, misurando il tempo di caduta e utilizzando le leggi della fisica. Un primo approssimativo calcolo portava all'inaspettata altezza di oltre 125 m. Successivamente gli esploratori si dotarono di attrezzature adeguate ed esplorarono l'immenso spazio, che venne chiamato "Abisso Ancona" in onore della città degli scopritori. La notizia della scoperta fu diffusa tramite stampa, ed è da questo momento che inizia la notorietà al grande pubblico delle Grotte di Frasassi.
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Le scoperte si susseguirono negli anni e numerosi altri ambienti più o meno accessibili furono scoperti ed esplorati dagli [[Speleologo|speleologi]]. Al momento il complesso delle grotte di Frasassi ha una lunghezza di oltre 20&nbsp;km. Oltre all'Abisso Ancona, sono note la "Sala 200", così chiamata perché è un corridoio di 200 metri, la "Sala delle Candeline", che deve il nome alle numerose stalagmiti cilindriche di piccole dimensioni circondate da un anello di roccia che ricordano delle candeline su un piattino, la "Sala Bianca" il cui colore è dovuto a numerosi strati di [[calcite]] pura, la "Sala dell'Orsa" per un masso presente in essa che grazie all'[[erosione]] millenaria dell'[[acqua]] ha assunto, in maniera completamente casuale, la vaga forma di un'[[Orso|orsa]], la "Sala dei Pagliai" e la "Sala dell'Infinito", così denominata perché ha una forma irregolarmente circolare e durante le prime esplorazioni gli speleologi vi persero l'orientamento e si ritrovarono a girare intorno alla sala diverse volte prima di trovare un'uscita, come se fossero in un percorso infinito.
 
Anche lL'apertura al pubblico del complesso di gallerie presentò non pochi problemi di ordine tecnico, che ebbero inizio già dai calcoli necessari per stabilire il punto esatto in cui scavare il tunnel di accesso. Si assunse il compito e la responsabilità delle misurazioni l'ingegner Aldo Neroni Mercati di Fabriano a cui in seguito venne affidato dall'Amministrazione del Comune di Genga l'incarico di progettazione dell'opera (a ricordo del suo lavoro, è affissa una piccola lapide all'ingresso delle grotte). Il percorso fu studiato con la massima cura e nel rispetto dell'ambiente, evitando soprattutto di danneggiare le concrezioni. L’Abisso Ancona venne aperto al pubblico il primo settembre 1974<ref name=verastoria/>.
 
Si assunse il compito e la responsabilità delle misurazioni l'ingegner Aldo Neroni Mercati di Fabriano a cui in seguito venne affidato dall'Amministrazione del Comune di Genga l'incarico di progettazione dell'opera (a ricordo del suo lavoro, è affissa una piccola lapide all'ingresso delle grotte).
 
Il percorso fu studiato con la massima cura e nel rispetto dell'ambiente, evitando soprattutto di danneggiare le concrezioni. L’Abisso Ancona venne aperto al pubblico il primo settembre 1974<ref name=verastoria/>.
 
Il progetto originale includeva anche una galleria di ritorno all'aperto che sarebbe dovuta sfociare a livello della strada da cui si era partiti (di questo progetto figura la rappresentazione nella bacheca situata all'ingresso attuale della Grotta Grande)<ref>{{Cita news|autore = Aldo Neroni Mercati|titolo = Le insidie nascoste in grotta|pubblicazione = L'azione|data = 13 febbraio 2010|url = https://www.yumpu.com/it/document/view/16140441/a1-primapmd-lazione/17|accesso = 29 marzo 2016|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160311143003/https://www.yumpu.com/it/document/view/16140441/a1-primapmd-lazione/17|dataarchivio = 11 marzo 2016|urlmorto = no}}</ref>.