Mosè: differenze tra le versioni

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== Descrizione ==
=== Contesto storico ===
La figura di Mosè e l'avvenimento biblico dell'Esodo non possiedono, per gli studiosi, alcun rilievo storico, ma vanno considerati come un racconto [[religione|religioso]] che integra vari elementi anche di epoche diverse<ref group=Nota>{{Citazione|The quest for the historical Moses is a futile exercise. He now belongs only to legend|[[John Van Seters]]., «Moses», in ''Encyclopedia of Religions'', vol. 9., New York, MacMillan, 2005, p. 6199}} {{Citazione|I tre periodi più antichi, invece, dall'età detta dei Patriarchi (da Abramo, il più antico antenato, a Giuseppe) all'età ''mosaica'' alla Conquista e poi al tempo dei Giudici, sono certamente finzioni bibliche.|[[Cristiano Grottanelli]]. ''La religione d'Israele prima dell'Esilio in Ebraismo'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Roma-Bari, Laterza, 2007}} {{Citazione|Alla storicità delle figure dei Patriarchi, e dei relativi racconti che troviamo nella ''Genesi'', nemmeno gli studiosi più tradizionalisti credono più; l'Esodo dall'Egitto, la marcia attraverso il deserto e la conquista della Palestina (la ''terra di [[Canaan]]'') sono oggi negati da alcuni studiosi, mentre coloro che accettano una qualche credibilità storica non sono d'accordo fra loro quanto alla datazione, alla portata e al contesto degli eventi che propongono di collegare al racconto biblico dell{{'}}''Esodo'' e dei libri connessi e del libro dei ''Giudici''|[[Cristiano Grottanelli]]. ''La religione d'Israele prima dell'Esilio in Ebraismo'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Bari, Laterza, 2007}} {{Citazione|Nel corso degli ultimi due secoli la critica biblica ha dapprima smantellato la storicità della creazione e del diluvio, poi quella dei Patriarchi, (poi sempre seguendo l'ordine cronologico) quella dell'Esodo e della conquista, di Mosè e di Giosuè, del periodo dei Giudici e della ''Lega delle 12 tribù'' arrestandosi al regno unito di David e Salomone considerato sostanzialmente storico [...] La più recente critica al concetto stesso di regno unito ha messo in crisi totale il racconto biblico.|[[Mario Liverani]] ''Oltre la Bibbia'', Roma-Bari, Laterza, 2009, pp. VII-VIII}}</ref>.
 
Se alcuni autori antichi - fra cui [[Giuseppe Flavio]] e [[Manetone]], sostenitori della ''teoria dell'Esodo Antico'' - ritennero di datare gli episodi dell'Esodo con la cacciata degli [[hyksos]], i [[faraoni]] [[semiti]] allontanati dall'Egitto da [[Ahmose I|Ahmose]] (circa 1550-1525 a.C.), gli studiosi moderni tendono a datare la vicenda nel [[Nuovo Regno (Egitto)|Nuovo Regno]] egizio, essendo la cacciata degli hyksos soltanto un termine ''ante quem'', in quanto questo popolo [[popoli indoeuropei|indoeuropeo]] avrebbe introdotto il [[carro da guerra]], poi utilizzato anche dai Faraoni del Nuovo Regno egizio, e in particolare nel XIII secolo a.C., cioè a cavallo tra i regni di [[Ramses II]]<ref name="cita-Kitchen-1994-pp100-3">{{cita|Kitchen 1994|pp. 100-3}}.</ref> e del suo successore [[Merenptah]]<ref>{{Cita|Vandenberg 1980|pp. 276–89, 294–313.}}</ref>.
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Scritti non biblici con riferimento al ruolo di Mosè compaiono per la prima volta nel [[periodo ellenistico]], dal [[323 a.C.]] al [[146 a.C.]] circa. Oltre agli storici giudeo-romani o giudeo-ellenistici [[Artapano]], [[Eupolemo (storico)|Eupolemo]], [[Giuseppe Flavio]] e [[Filone di Alessandria|Filone]], fanno riferimento a lui anche alcuni storici non ebrei tra cui [[Ecateo di Abdera]] (citato da [[Diodoro Siculo]])<ref>Diodoro Siculo, ''Biblioteca Historica''.</ref>, [[Strabone]]<ref>Strabone, ''Geografia''</ref>, [[Alessandro Poliistore]], [[Manetone]], [[Apione]], [[Cheremone di Alessandria]], [[Pompeo Trogo]]<ref>Gneo Pompeo Trogo, ''Historiae Philippicae.''</ref>, [[Tacito]]<ref name=":5">Tacito, ''[[Historiae (Tacito)|Storie]]'', Libro V, 3-5</ref> e [[Porfirio]]<ref>Porfirio, ''[[Contro i cristiani]]'' </ref>. Non è nota la misura in cui questi resoconti si basino su fonti precedenti.<ref name=":4" />
 
Nel suo libello ''[[Contro Apione]]'' (fine del [[I secolo]] d.C.), lo storico ebraico [[Giuseppe Flavio]] cita l'opera sulla [[Storia dell'antico Egitto|storia egiziana]] (''Aegyptiaca'', andata perduta) dell'astrologo e storico [[Manetone]] (vissuto nel [[periodo tolemaico]], IV o III secolo a.C.) in cui parla di [[Osarseph]], un sacerdote rinnegato del culto del dio [[Osiride]] che si ribattezzò Mosè e, alla testa di un esercito di [[lebbrosi]], prese il potere in Egitto ed instaurò una nuova [[religione]], distruggendo culti e templi locali, fino a quando il faraone Amenophis (identificato in [[Amenofi III]]) lo scacciò insieme ai suoi seguaci verso la [[Palestina]].<ref name=":13">[[Flavio Giuseppe]], ''[[Contro Apione|In difesa degli ebrei: contro Apione]]'', traduzione di Francesca Calabi, Introduzione, Note al testo, Nota bibliografica di Francesca Calabi, testo greco a fronte, Venezia, [[Marsilio Editori|Marsilio]], 1993, {{ISBN|88-317-5687-7}}.</ref> La medesima storia fu poi ripresa con alcune varianti dagli storici ellenistici anti-giudaici [[Lisimaco di Alessandria|Lisimaco]] (vissuto nel I secolo a.C.), [[Apione]] e [[Cheremone di Alessandria|Cheremone]] (entrambi del I secolo d.C.).<ref name=":13" /> Il particolare che distingue la versione di [[Lisimaco di Alessandria|Lisimaco]] è l'ambientazione della vicenda al tempo del faraone [[Boccori]] (VIII sec.secolo a.C.), versione della storia che sarà ripresa anche dallo storico romano [[Tacito]].<ref name=":5" />
 
Mosè appare anche in altri testi religiosi ebraici come la [[Mishnah]] (200 d.C. circa) e il [[Midrash]] (200–1200 d.C.).
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L'egittologo [[Jan Assmann]] sostiene che non sia possibile sapere se Mosè sia mai vissuto perché non ci sono tracce di lui al di fuori della tradizione.<ref>{{Cita libro|nome=Jan|cognome=Assmann|titolo=Moses the Egyptian|url=https://books.google.com/books?id=nJv0oyQ-9_AC|accesso=14 giugno 2021|data=15 ottobre 1998|editore=Harvard University Press|lingua=en|pp=2, 11|isbn=978-0-674-58739-7}}</ref> Sebbene i nomi di Mosè e di altri nelle narrazioni bibliche siano egizi e il Libro dell'Esodo contenga elementi egiziani genuini, nessuna fonte extrabiblica indica chiaramente Mosè.<ref>{{Cita web|url=https://www.pbs.org/wgbh/nova/article/archeology-hebrew-bible/|titolo=Archeology of the Hebrew Bible|lingua=en|accesso=14 giugno 2021}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Megan Bishop|cognome=Moore|nome2=Brad E.|cognome2=Kelle|titolo=Biblical History and Israel's Past: The Changing Study of the Bible and History|url=https://books.google.com/books?id=Qjkz_8EMoaUC|accesso=14 giugno 2021|data=17 maggio 2011|editore=Wm. B. Eerdmans Publishing|lingua=en|isbn=978-0-8028-6260-0}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.oxfordbiblicalstudies.com/article/opr/t94/e1284|titolo=Moses - Oxford Biblical Studies Online|accesso=14 giugno 2021}}</ref> Nessun riferimento a Mosè appare in alcuna fonte egiziana prima del IV secolo a.C., molto tempo dopo il periodo in cui si crede che sia vissuto. Nessuna fonte egiziana contemporanea menziona Mosè o gli eventi narrati nel [[Tōrāh|Pentateuco]], né sono state scoperte prove archeologiche in Egitto o nel deserto del Sinai a sostegno della storia in cui egli è la figura centrale.<ref>{{Cita libro|nome=Carol|cognome=Meyers|titolo=Exodus|url=https://books.google.it/books/about/Exodus.html?id=0QHHITXsyskC&redir_esc=y|accesso=14 giugno 2021|data=11 luglio 2005|editore=Cambridge University Press|lingua=en|pp=5-6|isbn=978-0-521-00291-2}}</ref>
 
David Adams Leeming considera Mosè un eroe mitico e la figura centrale della mitologia ebraica.<ref>{{Cita libro|titolo=''The Oxford Companion to World Mythology''|url=https://archive.org/details/oxfordcompaniont0000leem|editore=Oxford University Press|anno=2005|lingua=en|pp={{cita testo|url=https://archive.org/details/oxfordcompaniont0000leem/page/270|titolo=270}}-271|isbn=978-0-19-515669-0}}</ref> Lo storico [[John Van Seters|John van Seters]] ritiene che un Mosè storico possa essere esistito, ma sottolinea che "nel Pentateuco la storia si fa memoria, che la ingigantisce e la trasforma in mito", concludendo che "la ricerca del Mosè storico è un tentativo futile: ormai egli appartiene solo alla leggenda".<ref>{{Cita libro|titolo=Illuminating Moses: A History of Reception from Exodus to the Renaissance|url=https://books.google.com/books?id=bXZfAgAAQBAJ&pg=PA21|accesso=14 giugno 2021|data=21 novembre 2013|editore=BRILL|lingua=en|pp=21, 24|isbn=978-90-04-25854-9}}</ref><ref>{{Citazione|The quest for the historical Moses is a futile exercise. He now belongs only to legend|[[John Van Seters]]., «Moses», in ''Encyclopedia of Religions'', vol. 9, New York, MacMillan, 2005, Vol. 9, p. 6199}}</ref>
 
La storia della scoperta di Mosè da parte della figlia del Faraone si ricollega ad un tema familiare della mitologia del Vicino Oriente, ovvero quello del leader di umili origini che ascende al potere. Ad esempio, [[Sargon di Akkad]] così descrive le sue origini:
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</ref>, pur negando la verità storica della relativa narrazione biblica, la considerano la mitizzazione di un confronto attinente a una cronologia più bassa (a partire dal X secolo a.C.) della storia d'Israele, come l'invasione di Israele da parte del faraone [[Sheshonq I]] dopo la morte del re [[Salomone]] e dello scontro tra il re [[Giosia]] e il faraone [[Necao II]], ritenendo quindi che i suoi protagonisti non siano che la risultante scaturita da quella che potrebbe essere chiamata ''pia tradizione''.
 
La maggioranza degli studiosi, anche cristiani<ref group="Nota">E anche gli archeologi Israeliani - molto attivi nel campo dell'archeologia biblica, anche come parte del progetto [[sionista]] - condividono l'opinione che molto di quanto contenuto nel racconto biblico sia da ritenersi non storico e che "questo è ciò che gli archeologi hanno scoperto dai loro scavi nella Terra di Israele: gli Israeliti non sono mai stati in Egitto, non hanno vagato nel deserto, non hanno conquistato i territori in una campagna militare e non li hanno dati alle 12 tribù di Israele" e "un altro intoppo è che l'Egitto stesso governava la Terra di Israele nel momento del presunto Esodo. Anche se i Figli di Israele fossero fuggiti dall'Egitto, avrebbero comunque raggiunto un altro territorio sotto il controllo Egiziano. È difficile trovare un archeologo della corrente di maggioranza che difenda la descrizione biblica degli eventi. Qui, in 18 anni [anno 2017], nulla è cambiato". ({{Cita web|url=https://www.haaretz.com/archaeology/.premium-1.818795#|titolo="Is The Bible a true story?" - Haaretz URL consultato il 12 febbraio 2021|accesso=12 febbraio 2021}}, archiviato il 24 ottobre 2017 [https://archive.is/20180917113911/https://www.haaretz.com/archaeology/MAGAZINE-is-the-bible-a-true-story-latest-archaeological-finds-yield-surprises-1.5626647]. Cfr anche: Ivana Zingariello e Giorgio Gabbi, ''La Bibbia è piena di bugie?'', in ''Quark'', nº 50, marzo 2005, pp. 79-87; Israel Finkelstein e Neil Asher Silberman, ''Le tracce di Mosé. La Bibbia tra storia e mito'', Carocci, 2002, pp. 13-37, 50-60, 71-136, 143-159, 163-176, 199-203, 243-263, 286-328, 341-354, ISBN 978-88-430-6011-5; Bart Ehrman, ''L'Antico Testamento'', Carocci Editore, 2018, pp. 103-104, ISBN 978-88-430-9350-2; Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer, Roland E. Murphy, ''Nuovo Grande Commentario Biblico'', Queriniana, 2002, p. 145, ISBN 88-399-0054-3; ''La Bibbia'', Edizioni Paoline, 1991, p. 273, ISBN 88-215-1068-9; ''Bibbia TOB'', Elle Di Ci Leumann, 1997, pp. 258, 284, 397, 399, ISBN 88-01-10612-2; ''Bibbia di Gerusalemme'', EDB, 2011, pp. 446-447, ISBN 978-88-10-82031-5; Mario Liverani, ''Oltre la Bibbia. Storia antica di Israele'', Laterza, 2007, pp. VII-IX, 37-38, 59-87, 109-116, 134-135, 154-156, 193-198, 275-398, ISBN 978-88-420-7060-3; {{Cita web|url=http://mideastfacts.org/facts/index.php?option=com_content&task=view&id=32&Itemid=34|titolo="Deconstructing the walls of Jericho" - Ze'ev Herzog URL consultato il 12 febbraio 2021|accesso=12 febbraio 2021|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081221231334/http://mideastfacts.org/facts/index.php?option=com_content&task=view&id=32&Itemid=34|dataarchivio=21 dicembre 2008|urlmorto=sì}}, archiviato il 22 Settembre 2018 [https://archive.is/20180922080337/http://www.freerepublic.com/focus/news/704190/posts].; [http://noahkennedy.net/zeev-herzog-and-the-historicity-of-the-bible/ "Ze’ev Herzog and the historicity of the Bible"], archiviato il 22 Settembre 2018; ''"[https://www.focus.it/cultura/storia/chi-era-mose Focus Storia - Mosè è esistito davvero?]"'', archiviato il 12 febbraio 2021; Cristiano Grottanelli., ''La religione d'Israele prima dell'Esilio'' in ''Ebraismo'', (a cura di Giovanni Filoramo)., Roma-Bari, Laterza, 2007; John Van Seters., «Moses», in ''Encyclopedia of Religions'', vol. 9., New York, MacMillan, 2005, p. 6199, 2005.).</ref>, ritiene che gli avvenimenti narrati nella Bibbia in merito alla presenza ebraica in Egitto non siano storici e per questo non sono menzionati nei documenti egizi dell'epoca; infatti, anche due eventi straordinari - quali la fuga di circa tre milioni di schiavi e l'annientamento dell'intero esercito egiziano, inclusa la sua cavalleria - avrebbero dovuto esser riportati, oltre che nei documenti egizi, anche in quelli dei sovrani stranieri, che avrebbero accolto positivamente una simile notizia, stante anche la possibilità di invadere una terra fertile e ricca come l'Egitto; tutto ciò non avvenne e, anzi, le fonti storiche extrabibliche attestano che, durante il regno di [[Ramses II]] e poi di suo figlio e successore [[Merenptah]], l'Egitto continuò ad avere un esercito potente e ad essere una nazione dominante.
 
== Teorie speculative ==
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# la forte somiglianza del {{passo biblico|Salmo 104|libro=no}}, che canta la gloria di Dio nel creato, con l{{'}}''[[Inno al Sole]]'' forse composto da Akhenaton in persona.<ref name=":3" />
 
A seguito della pubblicazione di questo libro, l'erronea convinzione di un legame tra il culto di Aton e il Mosè [[biblico]] entrò nell'immaginario comune e nelle ricerche accademiche.<ref name=":17">{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2015/09/17/cultura/da-akhenaton-a-mos-non-avrai-altro-dio-TzSENsmzSY8FmuCRCbxc7J/premium.html|titolo=Da Akhenaton a Mosè, non avrai altro dio|sito=LaStampa.it|accesso=21 gennaio 2017}}</ref> L'opinione dell'egittologo tedesco [[Jan Assmann]] è che non esisterebbe alcun legame tra il [[Salmo 104]] e l'[[Inno ad Aton]], ma che entrambi seguano una tradizione innologica diffusa nel [[Vicino Oriente antico]] prima e dopo Akhenaton.<ref name=":4">[[Jan Assmann]], ''Mosè l'egizio. Decifrazione di una traccia di memoria'', 3ª ed., Milano, Adelphi, 2000, {{ISBN|978-88-459-1579-6}}.</ref> L'egittologo [[Brian Fagan]] ha definito le teorie di Freud "prive di qualsiasi base storica".<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.baslibrary.org/biblical-archaeology-review/41/4/5|titolo=Did Akhenaten’s Monotheism Influence Moses?|sito=The BAS Library|data=2015-08-31|accesso=2021-06-14}}</ref> L'egittologo [[Donald Redford]] scrisse nel 1996 sulla ''Biblical Archaeology Review'':{{Citazione|Prima che la maggior parte delle evidenze archeologiche da Tebe e da Tell el-Amarna fosse disponibile, alcune menti pie hanno talvolta trasformato Akhenaton in un maestro umano del vero Dio, un mentore di Mosè, una figura [[Gesù|cristica]], un filosofo in anticipo sui tempi. Ma queste creature immaginarie stanno svanendo a mano a mano che la realtà storica emerge gradualmente. Scarsi o nulli indizi supportano la nozione che Akhenaton sarebbe stato il progenitore del monoteismo perfettamente sviluppato che troviamo nella Bibbia. Il monoteismo della Bibbia ebraica e del [[Nuovo Testamento]] ebbero uno sviluppo separato — un [''monoteismo''] che ebbe origine più di mezzo millennio dopo la morte del faraone.|[[Donald Redford]]<ref>{{cita|Redford 1997|}}.</ref>}}
 
=== La teoria dell'uccisione di Mosè ===
Sempre nel suo saggio ''[[L'uomo Mosè e la religione monoteistica]]'', Sigmund Freud, riprendendo una teoria del biblista protestante [[Ernst Sellin]]<ref>{{de}} [[Ernst Sellin]], ''Mose und seine Bedeutung für die israelitisch-jüdische Religionsgeschichte'', Werner Scholl, [[Erlangen]], Werner Scholl, [[1922]].</ref>, affermò che Mosè sarebbe stato assassinato dal suo popolo, che si ribellò al culto monoteista di [[Aton]] da lui introdotto.<ref name=":3" /> Secondo l'interpretazione [[Psicoanalisi|psicoanalitica]], l'omicidio di Mosè avrebbe scatenato negli [[israeliti]] il ritorno del [[Trauma (psicologia)|trauma]] per il «[[parricidio]] primordiale», già descritto da Freud in ''[[Totem e tabù]]'' (1913), che fu [[Rimozione|rimosso]] e parecchi secoli dopo li avrebbe spinti [[Inconscio|inconsciamente]] alla creazione della [[Giudaismo|religione]] [[Giudaismo|giudaica]], in ricordo appunto del monoteismo annunciato da Mosè.<ref name=":3" />
 
Freud ipotizza quindi la sostituzione del Mosè egizio assassinato con un ''secondo Mosè'', questa volta un sacerdote [[Madian|madianita]] di [[Meribah]]-[[Qadesh]], fedele a una religione adoratrice di [[Yahweh]], un Dio vulcanico e sanguinario dimorante sul [[Monte Sinai (Bibbia)|monte Sinai]]-Oreb che «''aveva promesso ai suoi fedeli un paese “stillante latte e miele” e li aveva incitati a scacciare i suoi attuali abitanti e a “passarli a fil di spada"''».<ref name=":3" /> Questo madianita altri non era che il genero di [[Ietro]], di cui però non si sa nulla, tanto era oscurato dalla figura del primo Mosè<ref name=":3" />. Sempre secondo Freud, i due Mosè furono poi fusi in un unico personaggio dalla narrazione successiva<ref name=":3" />.
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== Mosè nelle tre religioni monoteiste ==
=== Tradizione ebraica ===
La tradizione ebraica, che ha in Mosè il più alto rappresentante, avendo egli ricevuto le tavole della Legge sul monte Sinai, ha creato intorno a questa figura una serie di leggende e miti che ne hanno ampliato lo spessore epico: bambino prodigio, illuminò la camera dei suoi genitori quando fu concepito, a un anno era già in grado di parlare e a tre sapeva prevedere il futuro. Divenuto egizio mantenne i costumi degli israeliti e fu salvato miracolosamente dalla morte quando, catturato dai soldati del faraone, fu condannato alla decapitazione, ma il suo collo non venne neppure scalfito dalla spada del boia, che cadde in frantumi. Divenuto guida del suo popolo, dovette combattere contro l'ingordigia degli altri israeliti, che volevano a tutti i costi accaparrarsi i tesori degli egizi, e salito sul monte Sinai, divenne, su insegnamento degli angeli, maestro della [[Torah]], a lui vennero comunicati gli scritti sapienziali della tradizione ebraica: il [[Talmud]], la [[Mishna]].
 
Fra gli scritti della tradizione ebraica possiamo ricordare, oltre al "''Libro dei Giubilei''", trascritto nella comunità degli [[esseni]], l'apocrifo "''Ascensio Mosis''", la cui prima parte, detta propriamente "''il Testamento di Mosè''", comprende il discorso profetico di congedo rivolto da Mosè al suo successore Giosuè sul futuro destino di Israele e sulla fine dei tempi. Si descrive con ampiezza il periodo degli [[Asmonei]]: un potente re dell'Occidente conquisterà la terra, ma Israele con l'aiuto di Dio riuscirà vittorioso su [[Roma]]; quindi verrà il giorno finale. Il testo, scritto a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., è menzionato anche dai padri della Chiesa. Alla seconda parte, non conservata, "''l'Ascensione''", si riferisce la neotestamentaria [[lettera di Giuda]], nei versetti in cui narra l'episodio dove l'arcangelo [[San Michele|Michele]] lotta con [[Satana]] per impossessarsi del corpo di Mosè.
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== Mosè nell'arte ==
=== Iconografia ===
Un tipo classico dell'iconografia di Mosè raffigura la morte solitaria del profeta alla presenza del Signore, ispirata a {{passo biblico2|Dt|34,5-8}}.<ref name="Palma">{{Cita pubblicazione|nome=Luigi Michele de|cognome=Palma|titolo=Michele, il diavolo e la morte di Mosè (Gd 9) su un capitello di San Michele Maggiore a Pavia|accesso=2025-02-12 febbraio 2025|url=https://www.academia.edu/32255102/Michele_il_diavolo_e_la_morte_di_Mos%C3%A8_Gd_9_su_un_capitello_di_San_Michele_Maggiore_a_Pavia?email_work_card=title}}</ref>
 
Il Deuteronomio afferma che fu il Signore a seppellire personalmente san Mosè. Gli Israeliti, che susi trovavano a distanza, osservarono un mese di lutto.
 
La lettera[[Lettera di Giuda]] (1:,9) afferma che san [[Michele (Arcangelo) |Michele]] arcangelo contese col [[Diavolo]] le spoglie mortali di Mosè. È stato ipotizzato che tale più raro soggetto iconografico sia rappresentato nei [[capitello |capitelli]] della [[Basilica di San Michele Maggiore]] in [[Pavia]].<ref name="Palma" />
 
==== Le corna di Mosè ====
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Famoso è il controverso dibattito sorto sulle corna poste sul capo di Mosè in diverse opere artistiche, come ad esempio l'[[Mosè (Michelangelo)|omonima scultura di Michelangelo]].
 
Questa caratteristica iconologica deriva dal passo di {{passo biblico|Es34,29|libro=no}}, che nel testo originale ebraico ([[testo masoretico]]) riferisce che, dopo aver ricevuto da Dio le tavole dei dieci comandamenti, Mosè ignorava che la sua pelle era 'raggiante' (verbo ebraico ''qrn''). Nell'ebraico scritto non vengono inserite le vocali per cui uno stesso termine può assumere significati differenti a seconda delle vocali che il lettore abbia deciso di inserire o del significato che abbia scelto di interpretare. In questo caso la radice trilittera può indicare sia il termine QARAN''qaran'' (anche Karan), con il significato di radiosità nel senso di un{{'}}'irradiazione' luminosa, sia il termine QEREN''qeren'' (Keren), ovvero 'corna' nel senso dell'apparato osseo animale. L'interpretazione data dai masoreti, che è quella preferita dalla comunità religiosa canonica, è che l'autore volesse indicare appunto che il volto di Mosè fosse luminoso, irradiante [[luce]].
 
Quando [[San Gerolamo]] tradusse il testo ebraico in latino nella [[Vulgata]], la versione della Bibbia ufficiale per secoli nella [[Chiesa latina]], adottò questa lezione, traducendo "ignorabat quod cornuta esset facies sua", cioè "ignorava che la sua faccia fosse cornuta". Ciò è stato per secoli fonte d'ispirazione per diversi artisti, fra cui il sopracitato Michelangelo Buonarroti.
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=== Letteratura ===
* [[Sedulio]], ''Carmen Paschale'' (1,127-147).<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Roberto|cognome=Mori|titolo=Il personaggio di Mosè nell&#39;opera parafrastica di Sedulio, in F. Gasti - M. Cutino (a cura di), "Poesia e teologia nella produzione latina dei secoli IV-V", Pavia, 2015, pp. 59-72.|accesso=2025-02-07|url=https://www.academia.edu/13611565/Il_personaggio_di_Mos%C3%A8_nellopera_parafrastica_di_Sedulio_in_F_Gasti_M_Cutino_a_cura_di_Poesia_e_teologia_nella_produzione_latina_dei_secoli_IV_V_Pavia_2015_pp_59_72?email_work_card=title}}</ref>
* [[Sigmund Freud]], ''[[L'uomo Mosè e la religione monoteistica]]'' (''Der Mann Moses und die monotheistische Religion'') 1937-39, 3 saggi. Nella celebre opera il padre della psicoanalisi sostiene che Mosè, egizio di nascita, durante il regno di [[Akhenaton]] (XIV secolo a.C.) aveva aderito alla fede monoteista. Quando questa fu abolita con la morte del sovrano e venne ripristinato il tradizionale [[politeismo egizio]], Mosè 'convertì' gli Ebrei stanziati nel territorio egizio e li spinse verso la Palestina, la terra promessa del Dio [[Aton]]-[[Adonai]].
* [[Thomas Mann]], ''[[La Legge (Thomas Mann)|La Legge]]'' (titolo originale tedesco ''Das Gesetz''), 1944. Mosè è il figlio bastardo della figlia del faraone e di un servo ebreo. Si sente chiamato da Dio a liberare il suo popolo, scontrandosi col faraone Ramessu. Le prime nove piaghe sono eventi naturali mentre l'ultima, l'uccisione dei primogeniti egizi, è attuata dagli Ebrei. Fuggono in 12-13.000 attraverso i [[Laghi Amari]], parzialmente prosciugati da un forte vento.
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* Carlo Maria Martini, ''Vita di Mosè e vita di Gesù, esistenza pasquale'', a cura di P. Stancari, Roma, 1981.
* R. Rendtorff, ''Mosè'', in R. Rendtorff, ''Protagonisti dell'Antico Testamento, Patriarchi, re e profeti'', Torino, 1984.
* Lorenzo Mazzoni., ''Kebra Nagast. La Bibbia segreta del Rastafari''., Coniglio editore, 2007. ISBN 978-88-6063-063-6.
* {{Cita libro |autore=Massimo Giuliani | titolo=Il bastone di Mosè | editore=Il Margine, Trento| anno=2012 |isbn=978-88-6089-106-8|cid=Bastone}}
* Giuliano F. Commito, ''La categoria del tesmoteta nella tradizione ebraico-cristiana'', in Umberto Bultrighini ed Elisabetta Dimauro (a cura di), ''Pensare Giustizia tra Antico e Contemporaneo'', Lanciano (CH), Casa Editrice Rocco Carabba, 2019. ISBN 978-88-6344-552-7.