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Compito del consulente è una volta acquisiti gli elementi che il cliente possiede già, di aggiungervi quei fattori di sua [[esperienza]], conoscenza e professionalità che possono promuoverne sviluppi nel senso desiderato; in tale contesto è sostanziale il rapporto di fiducia tra il committente e chi fornisce consulenza. Tale fiducia può fondarsi su un rapporto consolidato, sulla notorietà del consulente, sulla competenza e capacità dimostrate, sui titoli accademici e professionali che egli possiede. L'attività si estrinseca generalmente fornendo o implementando [[Informazione|informazioni]], [[Parere|pareri]] o soluzioni attraverso il proprio [[know how]] e le proprie capacità di ''[[problem solving]]''.
 
In talune situazioni al consulente è richiesta una prestazione di tipo teorico ovvero la mera trasmissione di conoscenze e istruzioni: in questo caso la consulenza è più esattamente [[formazione]]. In altre condizioni, diametralmente opposte, al consulente è richiesto di eseguire materialmente delle incombenze operative al posto del committente (quando il cliente è un'azienda si parla di "affidamento o appalto di servizio" o esternalizzazione).
 
Il ricorso alla consulenza esterna da parte di un'[[impresa]] o di un [[ente pubblico]], diffuso nell'ambito dei [[servizi]], è detto [[esternalizzazione]] delle [[risorse umane]], motivato spesso dall'elevato grado di specializzazione professionale per la prestazione lavorativa richiesta e dall'abbattimento dei costi imponibili della risorsa al termine della prestazione professionale fornita dallo stesso attraverso forme di lavoro contrattuali tipiche del [[lavoro parasubordinato]] o attraverso la [[somministrazione di lavoro]] anziché come [[Contratto di lavoro subordinato|dipendente]] oppure attraverso semplici accordi economici tra le parti con il consulente dotato di [[partita IVA]].