Bovalino: differenze tra le versioni

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Gravemente danneggiata dal [[terremoto del 1783]], durante la dominazione francese Bovalino venne riordinata dal punto di vista amministrativo in seguito all'[[eversione della feudalità]], decretata da [[Giuseppe Bonaparte]]: con la legge del 19 dicembre [[1807]], che riformava l'amministrazione periferica del Regno, il paese divenne Comune autonomo, con annessi i casali di [[Benestare]] e di [[Cirella]], i quali però se ne distaccarono in base al Decreto del 4 maggio 1811, che modificò parzialmente le novità amministrative precedenti; infatti Benestare divenne anch'esso Comune autonomo, mentre Cirella fu aggregato al Comune di [[Natile]]. Con il ritorno dei [[Borbone]], si formò anche a Bovalino un sentimento patriottico liberale, rappresentato dalla famiglia Ruffo, il cui membro più famoso, Gaetano Ruffo, fu tra gli organizzatori della fallita [[Rivolta di Gerace]] del 1847, insieme a Rocco Verduci, Domenico Salvadori, Michele Bello, Pietro Mazzone, conclusasi con la fucilazione dei cinque patrioti il 2 ottobre di quell'anno a [[Gerace]]<ref>Vittorio Visalli, ''I Calabresi nel Risorgimento italiano. Storia documentata delle rivoluzioni calabresi dal 1799 al 1862'', Walter Brenner Editore, Cosenza, 1989.</ref>. Altre importanti figure di patrioti bovalinesi furono il garibaldino [[Francesco Calfapietra]], che partecipò alla [[Spedizione dei Mille]] e, successivamente, anche alla [[Terza guerra d'indipendenza italiana|Terza guerra d'indipendenza]], e il conte [[Domenico Antonio Grillo]], esponente liberale che fu sindaco di Bovalino dal 1860 al 1863, il primo dopo la proclamazione del [[Regno d'Italia]].
 
Con l'[[Unità d'Italia]] Bovalino subì rapidi cambiamenti economici e sociali: infatti molte famiglie, nobili e no, lasciarono il borgo di Bovalino Superiore per sistemarsi nella nascente Marina, dove già anni prima le famiglie più in vista del paese avevano costruito le proprie residenze intorno alla ''Torre Scinosa'', mentre anche numerose famiglie di pescatori avevano formato dei nuclei abitativi negli attuali rioni Borgo e Sant'Elena. Questa tendenza subì un'accelerazione con la costruzione, a partire dal 1865, della linea ferroviaria [[Taranto]]-[[Reggio Calabria]], terminata in dieci anni: la Marina, dove la ferrovia fu inaugurata il 1° febbraio [[1871]]<ref>{{Nicola Monteleone, ''La Locride dai Borboni ai Savoia'', AGE, Ardore 1997.</ref>, assunse dunque una funzione politica e sociale non indifferente, anche per via del trasferimento di nuove famiglie dai paesi circonvicini (gli Oliva da Platì, gli Stranges da San Luca, i Vitale da [[Sant'Ilario dello Ionio|Sant'Ilario]], i De Blasio da [[Palizzi]] e gli Amaduri da [[Gioiosa Jonica]]).
 
Di conseguenza, su pressione dei nuovi gruppi emergenti, il sindaco Giuseppe Calfapetra e il Consiglio comunale chiesero a re [[Vittorio Emanuele II di Savoia]] il trasferimento della sede municipale a Bovalino Marina, richiesta che il sovrano concesse con il Regio Decreto del 29 giugno [[1874]]. Bovalino Superiore decadde dunque al rango di semplice frazione e ciò ebbe un effetto negativo sui monumenti presenti nell'antico borgo, come il castello, che crollò parzialmente a causa del [[terremoto di Messina del 1908]]. Dopo di allora, trascurato e abbandonato, i resti del maniero vennero in parte venduti a privati, mentre negli anni Cinquanta l'intero complesso fu tagliato in due per creare la strada comunale che conduceva all'antico borgo medievale.