Ernst Bernhard: differenze tra le versioni

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Qui entra in contatto con un piccolo gruppo di freudiani diretti da [[Edoardo Weiss]]. Dall'amicizia con Weiss scaturì anche una significativa armonia tra i primi junghiani e freudiani.
 
A seguito delle [[leggi razziali fasciste]] del [[1938]] ebbe molte limitazioni nella professione, e nel 1940 fu arrestato a Roma, in quanto "cittadino straniero apolide di razza ebraica" e portato nel [[campo di internamento di Ferramonti di Tarsia]],<ref>{{Cita libro|titolo=Luca Irwin Fragale, Ferramonti di Tarsia, il lager dei bibliofili (Bernhard, Brenner, Kalk e Prager), in «Giornale di Storia Contemporanea», a. XVIII, n. 2, 2015, pp. 127 e ss., ISSN 20377975}}</ref> in [[Calabria]], dal quale fu liberato nel 1941, in seguito ad un intervento in suo favore di [[Giuseppe Tucci]]; scamperà così alla deportazione nel Reich che avrebbe significato quasi certamente finire in un [[lager]]<ref>"Lo psicologo junghiano ebreo tedesco Ernst Bernhard [...] scrive commentando un sogno fatto l'11 ottobre 1935 [riportato a p. 7 di ''Mitobiografia''], che quando era internato in un campo in Calabria nel 1940-41 deve a Tucci il fatto di non essere stato deportato nei campi nazisti ma che gli fosse stato permesso di tornare a Roma e vivere nascosto in casa." Enrica Garzilli, ''L'esploratore del Duce. Le avventure di Giuseppe Tucci e la politica italiana in Oriente da Mussolini a Andreotti: Con il carteggio di Giulio Andreotti'', Milano, Memori / Asiatica Association, 2012, vol. 1, p. 373.</ref>. Poté tornare a vivere a Roma, dove visse nascosto nel periodo dell'occupazione nazista (1943-1944)<ref>"Che io stesso non sia stato prelevato dal campo d'internamento e deportato in Polonia, ma che potessi uscire dal campo e tornare nella mia abitazione e viverci nascosto, le devo al celebre indologo italiano Giuseppe Tucci, che aveva saputo di me attraverso pazienti e ottenne la mia liberazione." Ernst Bernhard, ''Mitobiografia'', Milano, Adelphi, 1969.</ref>.
 
Terminata la guerra riprende la sua attività di psicoterapeuta junghiano sempre a Roma, dove rimarrà per tutta la vita pur non prendendo mai la [[cittadinanza italiana]] e restando [[apolide]]. Ed è da qui che si è diffusa in Italia la psicologia junghiana, grazie agli allievi che Bernhard ha formato tra i quali: [[Aldo Carotenuto]], [[Mario Trevi (psicoanalista)|Mario Trevi]], [[Bianca Garufi]], [[Gianfranco Draghi]], [[Carlo L. Iandelli]], [[Silvana Radogna]], [[Claudio Modigliani]], [[Paolo Aite]], [[Marcello Pignatelli]], [[Silvia Montefoschi]], e [[Hélène Erba-Tissot]], che ha curato l'unico libro di Bernhard: ''Mitobiografia'', opera non organica tratta dagli appunti che prese durante la sua vita.
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== Bibliografia ==
* [[Aldo Carotenuto]], ''Jung e la cultura italiana'', Roma, Astrolabio, 1977.
* Romano Màdera (a cura di), "Maestri scomodi. Ernst Bernhard, Buber e Jung", ''Rivista di psicologia analitica'', Nuova serie, n. 2, 54/96, Roma, Astrolabio, 1996,
* Luca Irwin Fragale, Ferramonti di Tarsia, il lager dei bibliofili (Bernhard, Brenner, Kalk e Prager), in «Giornale di Storia Contemporanea», a. XVIII, n. 2, 2015, pp. 127 e ss., ISSN 20377975
* Luciana Marinangeli, ''I Ching di Ernst Bernhard. Una lettura psicologica dell'antico libro divinatorio cinese'', La Lepre ed., Roma, 2015, ISBN 9788896052990.
* Erica Olivetti, ''Gli [[Olivetti]] e l'Astrologia'' (prefazione di [[Giorgio Galli]]), Roma, Ed. Mediterranee, 2004.