Pericle: differenze tra le versioni
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In ogni caso la strategia di Pericle raccolse tanti sostenitori quanti detrattori. Entrambi però affermano quanto Pericle stesso fosse migliore come politico e oratore che come stratega.<ref name="Pap">{{cita|Paparrigopoulos|volume Aa, pp. 241–42}}.</ref>
[[Donald Kagan]] definì la strategia di Pericle «pia illusione che non è riuscita», [[Barry S. Strauss]] e Josiah Ober hanno dichiarato che «come stratega era un fallimento e merita una parte di responsabilità per la grande sconfitta di Atene», e [[Victor Davis Hanson]] ritiene che Pericle non avesse elaborato una strategia chiara per un'efficace azione offensiva che avrebbe potuto costringere Tebe o Sparta a fermare la guerra.<ref>{{cita|Hanson|p. 58}}.</ref><ref name="Athenian54">{{cita libro|
Kagan fondò la sua critica su quattro motivi: in primo luogo, respingendo concessioni minori ha portato alla guerra; in secondo luogo, imprevista da parte del nemico, mancava di credibilità; terzo, era troppo debole né sfruttava eventuali opportunità; infine dipendeva da Pericle per la sua esecuzione e, quindi, non poteva che essere abbandonata dopo la sua morte.<ref name="Archidamian">{{cita libro|cognome=Kagan|nome=Donald|titolo=The Archidamian War|anno=1974|editore=Ithaca: Cornell University Press|pp=28 e 41|cid=Kagan, Archidamian War|isbn=0-8014-0889-X}}</ref> Quanto ai costi, Kagan stimò che ogni anno la strategia di Pericle costasse oltre {{formatnum:2000}} talenti, somma sufficiente per appena tre anni di conflitto e che pertanto si poteva adattare solo a un breve scontro, non certo per uno come quello che fu la Guerra del Peloponneso.<ref name="H74-75">{{cita|Hanson|pp. 74-75}}.</ref><ref name="KPel61-62">{{cita|Kagan, Peloponnesian War|pp. 61-62}}.</ref>
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