Castelgomberto: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Annullato Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Pagina sostituita con ' {{vedi anche|Storia del territorio vicentino}} === E === {{Portale|Vicenza}} '
Etichette: Sostituito Annullato Rimozione di avvisi di servizio Modifica visuale
Riga 1:
{{Divisione amministrativa
|Nome = Castelgomberto
|Panorama = Centro di Castelgomberto.jpg
|Didascalia = Castelgomberto visto da Brogliano
|Bandiera = Castelgomberto-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Stemma = Castelgomberto-Stemma.png
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Veneto
|Divisione amm grado 2 = Vicenza
|Amministratore locale = Davide Dorantani
|Partito = [[Lega per Salvini Premier|LSP]]
|Data elezione = 10-6-2018
|Data rielezione = 15-5-2023
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Sottodivisioni = [[Valle (Castelgomberto)|Valle]]<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/castelgomberto.pdf Comune di Castelgomberto - Statuto].</ref>
|Divisioni confinanti = [[Brogliano]], [[Cornedo Vicentino]], [[Isola Vicentina]], [[Malo (Italia)|Malo]], [[Montecchio Maggiore]], [[Sovizzo]], [[Trissino (Italia)|Trissino]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 2477
|Nome abitanti = castrobertensi
|Patrono = santi Pietro e Paolo
|Festivo =
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Castelgomberto (province of Vicenza, region Veneto, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Castelgomberto all'interno della provincia di Vicenza
}}
'''Castelgomberto''' (''Castelgonberto'' in [[lingua veneta|veneto]]<ref>{{cita libro|AA. |VV. | Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani |1990 |UTET |Torino}}</ref>) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Vicenza]] in [[Veneto]].
 
== Origini del nome ==
In assenza di documenti che attestino l'origine del nome, si può solo supporre che in un'epoca difficilmente identificabile sia stato signore del castello un certo Gumberto - forse Hubert - dal quale prese il nome il centro abitato che si sviluppò più tardi<ref name = CGomberto >{{Cita| Canova, 1979|pp. 244-45}}.</ref>.
 
== Storia ==
{{vedi anche|Storia del territorio vicentino}}
=== Preistoria ===
Durante l'[[Età del bronzo]] (XXIV - X secolo a.C.) e l'[[Età del ferro]] (metà [[X secolo a.C.]] - metà [[I secolo a.C.]]) le aree pedemontane, dalle quali si potevano estrarre i minerali utili alla manifattura di oggetti, furono densamente abitate; il secondo periodo fu caratterizzato, oltre che dall'introduzione della metallurgia del [[ferro]], dallo sviluppo della civiltà dei Veneti.
 
Anche a Castelgomberto, scavi archeologici eseguiti alla fine del Novecento hanno documentato la presenza di nuclei abitati sul monte Castello e sul colle di Santo Stefano. In quest'ultima località, in particolare, è stata portata alla luce la struttura dell'abitato, costituita da un terrapieno sostenuto da muri a secco, sul quale era disposta una massicciata costituita da brecciame calcareo del posto. Al di sopra del terreno così spianato si alzavano le capanne, probabilmente costituite da pareti in legno e travi intonacate con argilla negli interstizi e ricoperte da tetti di paglia o ramaglia; i focolari erano all'aperto<ref>Armando De Guio, ''L'insediamento di Castelgomberto nel quadro dell'occupazione protostorica del territorio vicentino'', estr. da Archeologia Veneta, 1980.</ref><ref name= Comune >{{cita web|url=http://www.comune.castelgomberto.vi.it/|titolo=Sito istituzionale del Comune di Castelgomberto, ''citato''}}</ref>.
 
=== Epoca romana ===
Negli ultimi decenni del Novecento sono stati ritrovati nelle campagne di Castelgomberto, modesti reperti e frammenti di epoca romana, poi andati dispersi. È stata fatta l'ipotesi che alcune strade attraversassero questo territorio, mettendo in comunicazione la [[Valle dell'Agno]] con il passo di [[Priabona]] a nord e con il valico della Bocca ad est.
 
Sotto l'altare della chiesetta di San Fermo è stata ritrovata nel 1992 una stele funeraria romana con iscrizione latina, parte di un'ara dedicata ai [[Mani (religione romana)|Mani]], sulla quale è incisa l'epigrafe<ref>L'epigrafe, tradotta in italiano, dice: ”Agli Dei Mani. In ricordo di Vaternia Calpurnia Sabina, figlia di Caio, che visse un anno e cinque mesi, il padre Caio Vaternio Calpurnio Lucreziano, procuratore imperiale, dispose che fosse eretta”</ref> dedicata a un'infante, figlia del procuratore imperiale Caio Vaternio Calpurnio Lucreziano che, quasi certamente, ricopriva un ruolo di amministratore pubblico nella Valle dell'Agno ed aveva la sua villa di campagna in questa zona a sud di Castelgomberto<ref name= Comune />.
 
La stele era già conosciuta sul finire del 1500 ma giudicata un falso. Negli anni 30 del 1900 la stele fu riscoperta ma nuovamente giudicata un falso. Solo nel 1992 fu presa in considerazione dati i ritrovamenti nelle vicinanze della chiesa e nel territorio di Castelgomberto avvenuti negli anni precedenti. <ref>{{Cita libro|autore=Silvano Fornasa|titolo=La chiesa campestre di San Fermo}}</ref>
 
=== Medioevo ===
Nel 1986, durante i lavori di scavo per la costruzione di un condominio nella periferia sud del capoluogo, sono venuti alla luce materiali in metallo e numerose ossa umane<ref>Le armi e gli oggetti trovati sono ora depositati nel Museo Civico "Giuseppe Zannato" di Montecchio Maggiore.</ref>, materiale che consente di ipotizzare l'esistenza di una piccola necropoli longobarda nella pianura alluvionale di Castelgomberto<ref name= Comune />.
 
Dai documenti rimasti relativi alla zona di Castelgomberto si ha notizia di un castello in località Chiuse, dove nel medioevo esisteva un abitato che formava una villa a sé, ma che poi finì per essere assorbito civilmente ed ecclesiasticamente nell'unica villa di Castelgomberto. Questo castello — del quale rimangono alcuni resti delle poderosa mura e qualche elemento strutturale — era situato sull'altura che anche oggi è chiamata Monte Castello, molto importante dal punto di vista strategico perché controllava le "chiuse", ossia il punto più stretto della [[Valle dell'Agno]]. Forse esisteva anche un altro antico castello sul colle di San Giorgio, anche questo in località Chiuse, riconoscibile ai tempi del [[Gaetano Maccà|Maccà]]<ref>Gaetano Maccà, ''Storia del Territorio Vicentino'', XIII, p. 96.</ref> per alcuni resti di grosse fondamenta, di cui si è però persa ogni traccia.
 
Sull'origine del castello di Chiuse manca ogni dato anche approssimativo; la località però si trovava all'inizio di una via che nei documenti veniva chiamata strada "ungarica"<ref>Come quella che saliva alla chiesa di [[Monteviale]] dove esisteva il castello dell'omonima villa.</ref>, il che porterebbe a pensare che il toponimo facesse riferimento alle scorrerie degli [[Ungari]] nel X secolo. Se così fosse si potrebbe datare l'origine del castello di Chiuse – così come di quello di Monteviale – a tale epoca, costruiti per [[Incastellamento|incastellare]] e difendere le rispettive chiese<ref>P. Meda, ''Castelgomberto - Le sue chiese e i suoi oratori - Notizie Storiche'', Vicenza, 1935; ''Notizie storiche e leggendarie di Castelgomberto'', Vicenza, 1935.</ref>.
 
I documenti dimostrano che quello di Chiuse fu un castello vescovile: infatti viene citato in tutti i diplomi imperiali, a cominciare da quello di [[Ottone III di Sassonia|Ottone III]] nel 1000, fino a quello di [[Ottone IV di Brunswick|Ottone IV]] nel 1200. In un atto d'investitura vescovile del 1288 e in un altro del 1306 si trova ricordato il castello, situato vicino a Chiuse<ref>'' in pertinentiis Clusarum … sub monte castri … in fratti castri … in contratti montis de castro de Clusis''</ref>. A parte queste e altre investiture di [[feudi]] [[decima]]li, della giurisdizione del feudo i vescovi investirono i [[Trissino (famiglia)|Trissino]]<ref name = CGomberto />.
 
Nella zona di Castelgomberto, durante il periodo medievale, oltre i [[Trissino (famiglia)|Trissino]] che dominavano tutta la vallata dell'Agno, furono importanti due famiglie che presero il nome dalle località: i Da Chiuse e i Da Castelgomberto. I due centri abitati nel XIV secolo gradualmente si fusero; il nucleo urbanistico più antico si sviluppò in corrispondenza della Crosara e di via Villa.
 
=== Epoca moderna ===
Durante il periodo della [[Serenissima]], in zona furono edificate ville di famiglie signorili; la più prestigiosa, costruita in forme gotiche intorno alla metà del Quattrocento, fu la villa Trissino, radicalmente restaurata nel Settecento.
 
Tra il XVI ed il XVIII secolo lo sviluppo urbanistico si allargò alla parte settentrionale dell'attuale via Villa, significativamente chiamata nei documenti "Villa Nova", nuovo centro abitato. In questa zona nel 1666 venne completata villa Piovene, grandioso edificio progettato da [[Antonio Pizzocaro]], in seguito chiamata villa Da Schio. Grande sviluppo ebbe anche via Bocca, mentre sorsero ovunque, nella campagna e nelle contrade, poderosi complessi rurali, alcuni di ottima fattura, appartenenti alle famiglie della vecchia nobiltà cittadina o alle famiglie locali emergenti<ref name= Comune />.
 
=== Epoca contemporanea ===
Nell'Ottocento ci fu un consistente aumento della popolazione, che però non modificò lo sviluppo urbanistico. Le mappe napoleoniche ed austriache riproducono sostanzialmente l'immagine dei secoli precedenti: contrade isolate sparse nella campagna, nelle valli e sulle colline, ed un centro borgato ricompreso tra la piazza, via Villa e via Bocca.
 
Nella [[prima guerra mondiale]] era attivo il [[Campo di aviazione di Castelgomberto]].
 
Il grande sviluppo urbanistico, che gradualmente estese l'area a sud del centro abitato, ebbe inizio nel [[secondo dopoguerra]]<ref name= Comune />.
 
===Simboli===
Lo stemma è stato riconosciuto con D.P.C.M. del 3 settembre 1951.<ref>{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?642 |titolo= Castelgomberto |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 4 luglio 2023 }}</ref>
{{citazione|D'argento, al [[Castello (araldica)|castello]] di rosso, torricellato di un pezzo centrale, merlato alla ghibellina, aperto e finestrato del campo, e fondato su una terrazza di verde, alla bandierina, bianca, rossa e verde, piantata sul merlo centrale della torre. Ornamenti esteriori da Comune.}}
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 26 ottobre 1952, è un drappo partito di bianco e di rosso riccamente ornato di ricami di argento.<ref>{{Cita web|url=https://patrimonioacs.cultura.gov.it/patrimonio/9940fbfd-3404-407e-b498-8852d7dcd117/492-castelgomberto|titolo=Bozzetto del gonfalone del Comune di Castelgomberto|accesso=12 ottobre 2024|sito=ACS, Raccolta dei disegni degli stemmi di comuni e città}}</ref>
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture civili ===
==== Villa Piovene-Da Schio ====
Fu iniziata nel 1656 e ultimata dieci anni dopo. Il progetto del grandioso edificio è attribuito ad [[Antonio Pizzocaro]]. I portici posteriori sono del secolo successivo. Lo spazio davanti alla facciata venne dotato di uno splendido giardino all'italiana, con la grande e famosa peschiera attorno alla quale fanno da cornice alcuni pregevoli gruppi scultorei di soggetto biblico e classico, attribuiti alla bottega del [[Orazio Marinali|Marinali]]. All'interno erano conservati arredamenti d'epoca e pregevoli dipinti di [[Giambattista Tiepolo]] e [[Nicolò Bambini]], provenienti dal palazzo Porto Sandi di Venezia, e Francesco Rosa.
 
==== Villa Trissino Barbaran ====
{{vedi anche|Villa Trissino Barbaran}}
L'inizio dei lavori risale agli anni 1430. Il palazzo, eretto in forme gotiche, venne portato a termine intorno alla metà del Quattrocento. Gli elementi quattrocenteschi superstiti sono la loggia, che dal pianterreno fu in seguito spostata all'ultimo piano, ed alcune finestre che si aprono sul retro dell'ala padronale. Subì un radicale restauro nei primissimi anni del Settecento, come dimostra la lapide inserita nel timpano sul fianco dell'edificio che costeggia Via Villa.
 
==== Velodromo Mainetti ====
{{vedi anche|Velodromo Mainetti}}
Costruito nel [[1967]] dall'omonima ditta, è di proprietà del Comune di Castelgomberto.
 
=== Architetture religiose ===
 
==== Duomo dei santi Pietro e Paolo ====
{{Vedi anche|Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Castelgomberto)}}
[[File:Duomo di Castelgomberto e vecchio campanile.jpg|thumb|Duomo dei santi Pietro e Paolo e la ''campanella'']]
Iniziata il 4 ottobre 1900, le difficoltà e gli eventi bellici ritardarono i lavori: la nuova chiesa fu quindi consacrata il 21 agosto 1920. All'interno sono conservati pregevoli dipinti del 500 e del 600. Oltre all'altare maggiore vi sono ai lati della navata 5 altari barocchi e il fonte battesimale. Il vero gioiello marmoreo è l'antico altare di Santa Cecilia realizzato a Venezia per la Cattedrale di Treviso; venne rifiutato dai committenti e quindi acquistato dai nobili Piovene che ne fecero dono alla comunità. Reperti quali lapidi, portali, frontoni, tabernacoli del 400 provenienti da un'altra chiesa distrutta nel 1876 adornano il Duomo. I restauri degli anni 90 hanno riportato le pietre alla bellezza originaria.
 
==== Campanella ====
La "Campanella" è il vecchio campanile, situato nella piazza comunale, tutto ciò che rimane della chiesa di Santa Cecilia, smontata nel 1950 e riassemblata nell'unica frazione di [[Valle (Castelgomberto)|Valle]]. Così la piazza ha la singolarità di due campanili. Non se ne conosce l'epoca di costruzione, ma la torre originaria risale probabilmente al XV secolo. Nel XVII secolo il campanile fu innalzato e strutturato nella pregevole forma con cui si presenta ora. Ospita una campana.<ref>Dina Tamiozzo, ''Il campanile della Chiesa di Santa Cecilia di Castelgomberto: immagini, documenti e testimonianze di un simbolo'', Castelgomberto, 1992</ref>.
 
==== Chiesa di San Fermo e Rustico ====
È la chiesa che possiede una delle più antiche documentazioni scritte: in una pergamena del 1191 appare come centro di una comunità di penitenti laici. Era proprietà del monastero veronese di [[Chiesa di Santa Maria in Organo|Santa Maria in Organo]] e tale rimase fino alla soppressione napoleonica del 1810.
 
Dedicata fin dalle origini ai [[Fermo e Rustico|santi Fermo e Rustico]], vide nascere e poi svilupparsi anche i culti di [[san Bovo]] e della Madonna. Il piccolo edificio medievale mutò radicalmente aspetto all'inizio del Settecento, quando venne ingrandito e ristrutturato. Al suo interno sono conservate due tele rappresentanti i Santi Lorenzo, Cristoforo e Bovo. I restauri degli anni novanta hanno portato alla scoperta sotto un altare di una lapide con l'epigrafe di una bambina di epoca romana, figlia di un funzionario che aveva una ''domus'' poco distante. Sono anche visibili le tracce che i soldati napoleonici lasciarono quando occuparono la chiesa<ref>Silvano Fornasa, ''La chiesa campestre di S. Fermo nella storia di Castelgomberto'', Castelgomberto, 1994</ref>.
 
==== Chiesa di San Giorgio e Valentino ====
[[File:Chiesa di San Giorgio e San Valentino, lato.jpg|thumb|Chiesa di San Giorgio e Valentino]]
Posta sopra il colle omonimo, si potrebbe ipotizzare un'origine di chiesa esaugurale longobarda, ma è un'ipotesi non dimostrata. È menzionata per la prima volta in una investitura vescovile del 1288, quando recava solo il titolo di San Giorgio. Più volte rimaneggiata, vide un radicale restauro nel 1739 e nell'occasione assunse anche il titolo di San Valentino, invocato per la guarigione delle febbri. Fu ridotta alle forme attuali a metà dell'800 e per molto tempo fu custodita da un laico che dimorava presso la chiesa stessa. Nei primi anni del 900 la chiesa e lo spazio antistante svolsero la funzione di [[lazzareto]] per gli ammalati di [[febbre spagnola]]; si conserva ancora, a lato dell'edificio sacro, un'autoclave per la sterilizzazione degli indumenti.
 
==== Chiesa di Santo Stefano ====
Si presume che la chiesa sia coeva al Castello dei Da Castelgomberto che sorgeva sul colle omonimo (secoli XI-XII). È nominata per la prima volta in un documento del 1233. Era fin dalle origini dotata di beni propri e risulta officiata da un sacerdote già nei primissimi anni del Trecento. Questi due elementi, le proprietà fondiarie e la presenza di un rettore, danno corpo e peso alle generiche affermazioni che Santo Stefano fosse un [[Priorato]]. Restaurata alla fine dell'800 è ben conservata; pregevole l'altare settecentesco.
 
==== Chiesetta di San Gaetano ====
Eretta nel 1670, è a due navate e in origine il titolo principale era di [[Sant'Antonio da Padova]] cui era dedicato l'altare maggiore. L'altare della navata secondaria era dedicato a [[San Gaetano Thiene]] che, con il tempo, divenne il titolare della chiesetta. Intorno alla metà dell'800 fu aggiunto il pregevole atrio quadrato con colonne, aperto su due lati. Subì un radicale restauro nel 1932, tuttora è ben conservata.
 
==== Chiesa di Santa Maria Maddalena ====
Sorta per volontà di Bellancio Da Castelgomberto, esponente di spicco della nobiltà rurale locale, che la fece erigere nel febbraio del 1296 nelle sue proprietà a espiazione dei suoi peccati. In seguito sorse anche un piccolo monastero, il terzo nella Castelgomberto medievale.<br />
Con il passaggio delle proprietà dai Da Castelgomberto ai [[Piovene (famiglia)|Piovene]] nei primi decenni del 400, la chiesa divenne la cappella della famiglia. Caduta in rovina probabilmente nel XVI, secolo i Piovene intervennero erigendola poco lontano, attigua alla villa padronale. Fu terminate nel 1614 come riporta la lapide sulla facciata. Divenne in seguito proprietà dei [[Da Porto]] e poi [[Da Schio]] e come tale fu sempre dotata di beni e arredi. Dà il nome all'antica [[fiera]] di [[Santa Maria Maddalena]] istituita dai Piovene nel 1798, che andava a sostituire la più antica fiera di [[Fermo e Rustico|San Fermo]] che si teneva il 9 agosto.
 
==== Oratorio Regina Pacis ====
[[File:Castelgomberto fraz. Valle Regina Pacis..jpg|thumb|Oratorio Regina Pacis]]
Eretto nel 1945 come ringraziamento per la fine della seconda guerra mondiale, sul luogo dove da trent'anni esisteva un capitello. Funse da chiesa parrocchiale della frazione di Valle prima dell'erezione della chiesa di Santa Cecilia.
 
==== Chiesa di Santa Cecilia ====
[[File:Castelgomberto, fraz. Valle, Ciesa S. Cecilia.jpg|thumb|Chiesa di Santa Cecilia in frazione Valle]]
L'esistenza di un edificio sacro dedicato a [[Santa Cecilia]] risale al periodo medievale: nel testamento redatto da una nobile [[Trissino (famiglia)|Trissino]] nel 1297 appare una donazione alla Chiesa di Santa Cecilia di Chiuse, centro abitato fortificato confinante con Castelgomberto, da cui fu poi assorbito tra la fine del secolo XIV e i primi anni del successivo.
 
Proprio in quegli anni la chiesa di Santa Cecilia venne ristrutturata e divenne di fatto la sede parrocchiale. In un documento del 1421 ha già vicino a sé la canonica del parroco di San Pietro e ai primi del 500 diverrà a tutti gli effetti la nuova parrocchiale. Fu la chiesa che simboleggiò l'unificazione dei due comuni di Castelgomberto e Chiuse.
 
Ai primi del 1700 l'abate Bertazzi, energico e attivissimo parroco di Castelgomberto, mise in moto l'iniziativa di un radicale restauro dell'edificio, che intorno alla metà del secolo era pronto ad accogliere una popolazione che andava rapidamente crescendo. Dopo la costruzione della nuova parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, venne abbandonata; dopo anni di degrado venne smontata e rimontata nella frazione di Valle, che nel frattempo era diventata parrocchia autonoma.
 
Pregevoli le statue settecentesche che adornano la facciata attribuite alla bottega di [[Orazio Marinali]], tra cui sulla sommità spicca quella della Santa Patrona opera di Giuseppe Sordina, operante nella bottega del Marinali e datata 1741. Nel 1992, grazie ad una donazione, fu installato un nuovo Organo a trasmissione integralmente meccanica e dotato di 1153 canne.
 
==Società==
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Castelgomberto}}
 
== Geografia antropica ==
Nel comune di Castelgomberto c'è una sola frazione prevista dallo statuto del Comune: Valle, con una popolazione di circa 500 abitanti.
 
Altre località o contrade sono: Berti Alti, Berti Bassi, Brunetti, Buso, Canton, Capitello - Monte Schiavi, Carletti, Conca, Fortuna, Gasparella Grumi, Giuriati, Grumi, Monte Schiavi, Nicoletti, Palazzetto, Pendina, Pilotto, San Fermo, Sandri, Sottoriva, Tamiozzi, Val di Barco, Valle, Vallorona, Vanzetti.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Il trasporto pubblico a Castelgomberto è garantito da autocorse svolte dalla società [[Ferrovie e Tramvie Vicentine]] (FTV).
 
Fra il [[1880]] e il [[1980]] il paese venne servito da una stazione posta sulla [[tranvia Vicenza-Valdagno-Recoaro Terme/Chiampo]], gestita anch'essa dalle FTV.
 
== Amministrazione ==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Giuseppe Cecchetto|Inizio=1988|Fine=1995|Carica=|Partito=[[Democrazia Cristiana|DC]]|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Thomas Fortuna|Inizio=1995|Fine=1999|Carica=|Partito=Centro-sinistra|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Thomas Fortuna|Inizio=1999|Fine=2004|Carica=|Partito=Lista civica|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Battista Onorato Occhietti|Inizio=2004|Fine=2007|Carica=|Partito=Lista civica|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Vincenzo Foglia|Inizio=2007|Fine=2008|Carica=Commissario prefettizio|Partito=|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Lorenzo Dal Toso|Inizio=2008|Fine=2018|Carica=|Partito=Centro-destra|Note=}}
{{ComuniAmminPrec|Nome=Davide Dorantani|Inizio=2018|Fine=''in carica''|Carica=|Partito=Centro-destra|Note=}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
== Sport ==
Castelgomberto è sede del [[Velodromo Mainetti]].
 
La principale squadra di calcio è il ''Castelgomberto Lux'' ed è affiliata al [[L.R. Vicenza Virtus]]<ref>{{cita web|url=http://www.vicenzacalcio.com/settore-giovanile/vicenza-academy/item/vicenza-academy|titolo=Progetto "Vicenza Academy"|editore=[[Vicenza Calcio]]|accesso=27 marzo 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130930140246/http://www.vicenzacalcio.com/settore-giovanile/vicenza-academy/item/vicenza-academy|dataarchivio=30 settembre 2013}}</ref>.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* ''Castelgomberto: aspetti storici, architettonici, paesaggistici'', a cura dell'amministrazione comunale di Castelgomberto, 1997
* {{cita libro|titolo=I castelli medievali del vicentino|autore1=Antonio Canova |autore2 =Giovanni Mantese|editore= Accademia Olimpica|città=Vicenza|anno=1979|cid= Canova, 1979}}
* Renato Cevese, ''Tre ville nella Valle dell'Agno'', in ''Storia della Valle dell'Agno: l'ambiente, gli uomini, l'economia'', a cura di Gianni Cisotto, Valdagno, Comune, 2002
* Armando De Guio, ''L'insediamento di Castegomberto nel quadro dell'occupazione protostorica del territorio vicentino'', estr. da Archeologia Veneta, 1980
* Silvano Fornasa, ''La chiesa campestre di S. Fermo nella storia di Castelgomberto'', Castelgomberto, 1994
* Dina Tamiozzo, ''Il campanile della Chiesa di Santa Cecilia di Castelgomberto: immagini, documenti e testimonianze di un simbolo'', Castelgomberto, 1992
* Dina Tamiozzo, ''La prima guerra mondiale a Castelgomberto e Sovizzo: testimonianze e documenti'', 1998
* Dina Tamiozzo, ''Le pietre della memoria "Capitèi a Castelgomberto''", 2001
* Dina Tamiozzo, ''Un'eredità che incanta'', Elica Cooperativa Sociale, 2008
 
== Voci correlate ==
* [[Michele Carlotto (presbitero)]]
* [[Valle dell'Agno]]
* [[Velodromo Mainetti]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
=== E ===
{{Comuni della provincia di Vicenza}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Vicenza}}