}}
[[File:Aporrhais pespelecani 001.JPG|thumb|upright=1.3|La ''[[Aporrhais pespelecani|cruceta]]'', poeticamente assurta a simbolo del carattere anconitano]]
{{citazione|Se pine in tra dó deti come un fiore;<br />le bagi come fosse el primo amore,<br />prima in tel cuderizo un bagio seco,<br />po' volti e bagi in do' che c'era el beco.<br /><br />Ciuci e riciuci; lichi scorze e deti;<br />è un ino de chiopeti e de fischieti<br />e te viènene su qúi ciciolini<br />che udorene de mare e de giardini.<br /><br />[...]<br /><br />Io guardo 'sta cruceta sbruzolosa<br />cun 'st'anima gentile; c'ha qualcosa<br />del caratere nostro anconità;<br />rozo de fora, duro, un po' vilà<br />ma drento bono, un zuchero, 'n'amore,...<br />ché nun conta la scorza, conta el core|dalla poesia ''Cume se magna le crucete in porcheta'' di [[Eugenio Gioacchini|Eugenio Gioacchini (Ceriago)]]}}<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/scorza/ La poesia è riportata anche nel sito dell'enciclopedia Treccani] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160307050012/http://www.treccani.it/enciclopedia/scorza/ |data=7 marzo 2016 }}, alla voce "Scorza" e nel riquadro delle citazioni.</ref><ref>Nel sito {{cita web |url=http://www.ariadeancona.an.it/blog/gastronomia/modi-di-dire/ceriago |titolo=Copia archiviata |accesso=9 maggio 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120210222233/http://www.ariadeancona.an.it/blog/gastronomia/modi-di-dire/ceriago |dataarchivio=10 febbraio 2012 }} è possibile anche ascoltare la poesia in un file audio</ref>
'''il dialetto nel territorio anconetano'''
'''Prima parte -''' La ricerca è iniziata dalla preposizione nel, in ciacavo -'tel-, in dalmatico -intel-, al Poggio di Ancona -'ntel-, Camerano -int'el-, Ancona -intel- o -int'el- anche ad Agugliano, a Numana -n'tel-, a Pola con Fianona, Draga, Fiume e Zara -in'tel, ad Acquaviva -htel- dove la -h- messa da Resetar deve essere tolta e mettere l'apostrofo. Poi il detto in dialetto -sa el pan o pa' = con il pane, dove in slavo è-s-, in ciacavo -sa-, in dalmatico -con- o -su (si legge sa), al Poggio e Camerano -sa-, Ancona -con- o -sa-, Agugliano -cun- o -sa-, Numana -cu- o - sa-, Pola -co'-, Fianona, Fiume e Zara -con-, in Romania -cu-; l'articolo in dalmatico è -el-, in ciacavo e slavo non esiste l'articolo, in tutte le altre località sopraddette è -el-, a Camerano si dice anche -al- pure a Dignano d'Istria, ciò è dalmatico antico; pane in dalmatico è -pun- e si legge pan, al Poggio e Camerano è-pan-, Ancona -pa'- come ad Agugliano e Numana, a Pola, Fianona, Fiune e Zara -pan-, in Romania -piine-. La lingua dei Galli-Senoni si fermò al fiume Esino e perse consistenza nel corso dei secoli, specialmente lungo la costa. In tutto sui tre glossari ci sono 112 vocaboli nordici, mentre di provenienza latina 2200, presi dal glossario di Bartoli. Costui ha studiato l'antica lingua romanza, proveniente dalla latina, ossia il dalmatico nei primi anni del '900 nell'isola di Veglia. Diversi vocaboli si mischiarono con il dialetto ciacavo, cioè slavo, ma sempre con radici latine, per esempio la finale dei verbi terminano in -t- invece di -r- alla veneta. Comunque quasi tutte le parole in ciacavo si leggono come in dalmatico. Nella zona di Ancona non c'è stata questa contaminazione slava, è da precisare, che avendo visto tutti i documenti in Ancona e contado dal 1051 alla fine del 1700, non una parola è slava. In questa prima parte non dovevo mettere la -k- ma la -c-, poi non la -y- ma la -j-; ho seguito il Bartoli, ho corretto ciò nel secondo saggio, poiché nella lingua il dalmatico non esiste ne la -k- ne la -y-. Diversi paesini detti castelli anconetani sono stati edificati da genti dalmate, per esempio Sappanico dalla famiglia -Sapanich-, Gallignano dalla famiglia nobile -Galainas, dove la -n- accentata si legge in dalmatico -gn-, poi -Camurat- in dalmatico diventa poi Camerata, e diversi nomi dalmati per le contrade o fondi e terreni.
'''Seconda parte -''' Nel territorio del Conero, detto d'Ancona, ci sono vocaboli più antichi di quelli con influssi veneti. Ho consultato pergamene di cui si parla dal XII secolo di monaci benedettini di santa Maria di Portonovo, i quali in maggior parte provenienti dalle isole del Carnaro ed hanno aiutato gli istro-dalmati nel collocarsi in quelle contrade, pertanto la lingua il dalmatico è rimasto per secoli la loro lingua preponderante. Dal vocabolario di Giovanni-Andrea dalla Zonca di Dignano d'Istria del decennio 1840 circa, c'è una maggiore tenuta del dalmatico, cioè l'Istro-romanzo. I verbi infiniti, tipo -gioudica' (si legge giudica') e -scarta'- come al Poggio d'Ancona e Camerano; non è più alla veneta -giudicar- o -scartar-. L'articolo viene inglobato alla parola, per esempio -jerba- = l'erba. Le consonanti sono raddoppiate, come spesso pure nei paesi anconetani -maccaron-, in dalmatico -macaron-, -maz- = mazzo; l'articolo il = al a Dignano corrisponde al dalmatico antico come a Rovigno, Pirano, Camerano al posto di -el-. Il patrono San Germano proviene dalla zona di Pola e Dignano nell'alto medioevo, quando le genti si rifugiano lungo la costa adriatica, spinti dalle orde barbariche, sino al territorio del Conero, come Camerano con la chiesa antica di San Germano del VI secolo circa, ora è rimasto il ricordo solo nella piantina stradale del 1800. Poi nel 1478 il vescovo Fatati vescovo pure a Ragusa e nato ad Ancona, fa erigere una nuova chiesa detta sempre di San Germano e non san Biagio per i nuovi dalmati. Il governo d'Ancona da loro diversi privilegi, ma alla fine del 1400 non accetta più quelli provenienti dall'altra sponda dell'Adriatico, perché tra loro ci sono molti violenti. Questi scendono nei paesi delle Marche, prima ad Osimo, poi Amandola (-Mandula- fondata dai dalmati) e nell'Abruzzo.
'''Terza parte -''' Approfondisco gli scritti di G.Praga, il quale ha letto documenti spalatini e zaratini nel 1920 circa dal 1000 al 1400 con molte parole del dalmatico, e si augura che gli studiosi in glottologia approfondiscano la visione dell'ambiente linguistico medioevale della Dalmazia intorno al dalmatico. È quello che io ho cercato di fare. Ho inserito i vocaboli del 1000 al 1400 quelli inerenti alla lingua il dalmatico su Zara e Spalato, poi ho aggiunto anche quelli di Rovigno d'Istria. In una parte del Veneto, del Friuli, dell'Emilia Romagna e nella parte superiore delle Marche risultano dei lemmi uguali alla lingua il dalmatico, o simili a quelli del territorio di Dignano ed anconetano, è da approfondire. In definitiva la lingua il dalmatico non ha avuto un sguito di scritti, poiché ci sono molti dittonghi, ma tolti questi, il dalmatico si avvicina a quella antica in volgare italiana. In molti paesi dell'anconetano non ci sono più i dittonghi e la scrittura delle parole è quella presa da come si legge.[1']
Il '''dialetto anconitano''' (''ancunetà''){{ISO 639}} è un idioma parlato nella città di [[Ancona]] e ha la particolarità di essere un idioma comunale, poiché la sua variante più pura è parlata esclusivamente entro i confini della città e - in tempi recenti - nei territori comunali limitrofi; per questo motivo alcuni studiosi preferiscono parlare di ''[[Lingua vernacolare|vernacolo]].''<ref name=":4" />
|