Andrea Palladio: differenze tra le versioni
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[[File:I dieci libri dell'architettura di M. Vitruvio tradutti et commentati da monsignor Barbaro eletto patriarca d'aquileggia MET DP-12965-001.jpg|thumb|''I dieci libri dell'architettura di M. Vitruvio tradutti et commentati da monsignor Barbaro'', con i disegni di Palladio, 1556]]
La formazione culturale di Andrea Palladio avvenne sotto la guida e tutela dell'[[umanesimo|umanista]] [[Gian Giorgio Trissino|Gian Giorgio Trissino dal Vello d'Oro]], probabilmente l'intellettuale più in vista in una città in cui l'artista più noto era, all'epoca, [[Valerio Belli]], cesellatore, in rapporti con [[Michelangelo Buonarroti]] e [[Raffaello Sanzio]], e la cui casa aveva tanto stupito
Gian Giorgio Trissino, nobile colto e raffinato, letterato studioso della lingua italiana, architetto per diletto, nel 1535 volle ristrutturare la propria [[Villa Trissino (Cricoli)|villa]] alle porte di Vicenza acquistata dal padre Gaspare nel 1482: nel disegnare la facciata principale esposta a sud si richiamò alle soluzioni di Raffaello per [[Villa Madama]], con una [[loggia]] a doppie arcate posta tra due torrette una delle quali preesistente: la torre a lato di un corpo composto da un [[portico]] con loggia al piano superiore è uno schema tipico dell'architettura vicentina quattrocentesca.
Da qui in poi la vita artistica
Grazie all'influenza dei [[Barbaro (famiglia)|Barbaro]], Palladio iniziò a lavorare a [[Venezia]], soprattutto nell'architettura religiosa. Nel 1570, dieci anni prima della morte, subentrò a [[Jacopo Sansovino]] come ''Proto della Serenissima'' (architetto capo della [[Repubblica di Venezia|Repubblica Veneta]]).<ref>{{Cita libro|titolo=Mostra del Palladio: Vicenza / Basilica Palladiana|url=https://books.google.com/books?id=JUk3AQAAIAAJ|anno=1973|editore=Electa|p=46}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Invito a Palladio|url=https://books.google.com/books?id=SiXqAAAAMAAJ|anno=1980|editore=Rusconi|p=6}}</ref> Nello stesso anno pubblicò a Venezia ''[[I quattro libri dell'architettura]]'', il trattato a cui aveva lavorato fin da giovane e in cui è illustrata la maggior parte delle sue opere. I ''Quattro libri'' furono il più importante di numerosi testi che Palladio pubblicò nella seconda parte della sua vita, corredandoli delle proprie illustrazioni. Nel 1574 diede alle stampe i ''Commentari'' di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]].
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Quando morì nel 1580, buona parte delle sue architetture erano solo parzialmente realizzate; alcuni cantieri (come quello per la Rotonda) furono proseguiti da [[Vincenzo Scamozzi]], mentre altre opere (come [[Palazzo Chiericati]]) furono completate solo molti anni dopo, sulla base dei disegni pubblicati nei ''Quattro libri''.
Palladio affronta il tema, dibattuto nel Cinquecento, del rapporto fra civiltà e natura e lo risolve "affermando il profondo senso naturale della civiltà, sostenendo che la suprema civiltà consiste nel raggiungere il perfetto accordo con la natura senza perciò rinunciare a quella coscienza della storia che è la sostanza stessa della civiltà".<ref name=Argan>{{cita|Argan|p. 227|Argan}}.</ref> Questo "spiega l'enorme fortuna che il pensiero e l'opera
Ciò è stato possibile anche grazie all'opera di [[Ottavio Bertotti Scamozzi]] (1719-1790) che eseguì il rilievo quotato di tutte le opere di Andrea Palladio. Ogni edificio fu rappresentato in pianta, prospetto e sezione attraverso tavole nitidissime. L'unità di misura utilizzata fu il piede vicentino pari a 0,356 m. Queste tavole rappresentano da sempre una utile guida per quanti intendono progettare un edificio in stile palladiano.
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