Jochen Rindt: differenze tra le versioni

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==Carriera==
===La famiglia===
Rindt nacque a [[Magonza]] nel 1942, durante la [[seconda guerra mondiale]]. I suoi genitori erano Karl Rindt<ref name=fia>[https://halloffame.fia.com/driver-profile/628 ''Jochen Rindt's Biography''] fia.com</ref> e Ilse, nata Martinowitz.<ref name=fia/> Il padre era tedesco, ricco commerciante di spezie,<ref name= iconwheels>[https://www.iconwheels.it/auto-classiche/amarsport/jochen-rindt ''Jochen Rindt, campione del mondo in cielo''] iconwheels.it</ref> e titolare di un'azienda di Magonza che risaliva al 1840, la ''Klein & Rindt''<ref name=fia/>, fornitrice durante la seconda guerra mondiale della Wehrmacht,<ref>[https://autosprint.corrieredellosport.it/news/mondo-racing/2013/04/16-201851/marko_il_duro_della_f1 ''MARKO, IL DURO DELLA F1''] corrieredellosport.it</ref> mentre la madre, austriaca e, figlia di un noto avvocato,<ref name=fia/> era stata in gioventù una tennista di discreto successo<ref name=f1everything/> fumava e guidava automobili;<ref name=motorsportmagazine>[https://www.motorsportmagazine.com/archive/article/november-2020/82/jochen-rindt-3 ''Jochen Rindt: Born to be king''] motorsportmagazine.com</ref> da un precedente matrimonio terminato con un divorzio aveva avuto un figlio, di nome Uwe Eisleben.<ref name=fia/> Entrambi morironoMorirono nel luglio 1943 ad Amburgo,<ref name=motorsportmagazine/> dov'erano andati a ispezionare una filiale della Klein & Rindt,<ref name=fia/> durante un bombardamento aereo della [[Royal Air Force]]<ref name=carmagazine/> nel corso dell'[[operazione Gomorrah]]:<ref name=motorsportmagazine/> fu quindi cresciuto dai nonni materni, Hugo e Gisa Martinowitz, residenti a [[Graz]],<ref name=fia/> nell'allora [[Ostmark (Austria)|Ostmark]].<ref name="RindtRombo">{{cita news|autore=Ludovico Basalù|titolo=Grande e sfortunato|pubblicazione=Rombo|data=12 settembre 2000|p=34}}</ref> Fu il nonno austriaco ad assicurargli il passaporto tedesco, come precauzione per fargli conservare la sostanziosa eredità paterna.<ref name=oeamtc/>
 
===Gli inizi===
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===1963 e 1964===
Il suo debutto in monoposto avvenne nel 1963, con la partecipazione al campionato di [[Formula Junior]], dove ebbe l'occasione di competere con altri piloti di rilievo come [[Jackie Stewart]] e [[Jo Siffert]],<ref name=tuttomotoriweb>[https://www.tuttomotoriweb.it/2021/09/05/jochen-rindt-incidente-monza/ ''Jochen Rindt, 51 anni fa quel misterioso incidente mortale a Monza''] tuttomotoriweb.it</ref> vincendo la quinta edizione del circuito di Cesenatico nell'aprile 1963.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0091_01_1963_0090_0009_24783859/ ''La Stampa 16 aprile 1963, p. 9''] archiviolastampa.it</ref> L'anno seguente passò alla [[Formula 2]], categoria che lo vide protagonista assoluto fino al tragico epilogo della sua carriera.<ref name= iconwheels/> Raccolse in questa categoria un numero impressionante di pole e 45 vittorie,<ref name=tuttomotoriweb/> misurandosi sempre con piloti come [[Jim Clark]] e [[Graham Hill]].<ref name= iconwheels/> Sempre nel 1964 balzò all'onore della cronaca sportiva vincendo la famosa gara internazionale di F2 sul [[circuito di Crystal Palace]] nei pressi di [[Londra]], battendo in quell'occasione Clark, Hill e Stewart; in quell'anno debuttòdebutta in [[Formula 1]] nel [[Gran Premio d'Austria 1964|Gran Premio d'Austria]] sulla pista ricavata dall'[[aerodromo di Zeltweg]] al [[volante]] di una [[Brabham]] della scuderia di [[Rob Walker Racing Team|Rob Walker]]. PartìParte tredicesimo ma dovette in seguito ritirarsi per un guasto al cambio.
 
===1965: Formula 1 e vittoria alle 24 Ore di Le Mans===
[[File:1965-08-01 Rindt, Jochen - Cooper Climax.jpg|thumb|left|Jochen Rindt con la [[Cooper T77|Cooper-Climax T77]] al [[Nürburgring]] nel 1965]]
 
L'anno successivo riuscì poi a imporsi alla [[24 Ore di Le Mans 1965|24 Ore di Le Mans]] con [[Masten Gregory]] ed [[Ed Hugus]];<ref name= iconwheels/> il trio partì all'undicesimo posto in griglia<ref>[https://www.24h-lemans.com/en/news/le-mans-postcard-from-1965-17765 ''LE MANS - POSTCARD FROM 1965...''] 24h-lemans.com</ref> e la corsa fu ultimata da Gregory, che tagliò vittorioso il traguardo proprio quando il differenziale della vettura si ruppe.<ref>[https://www.24h-lemans.com/en/news/the-24-hours-of-le-mans-and-the-u-s-10-winners-10-stories-18576 ''THE 24 HOURS OF LE MANS AND THE U.S.: 10 WINNERS, 10 STORIES''] 24h-lemans.com</ref>
 
Vinse in seguito a [[Aerodromo Hinterstoisser-Zeltweg|Zeltweg]] con una Ferrari 250 il Gran Premio d'Austria Auto Sport e Prototipi, in una corsa messa a rischio dall'urtoaver conurtato un'altra macchina in gara.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,10/articleid,0104_02_1965_0197_0010_5573653/ ''Stampa Sera, 24 agosto 1965, p. 10''] archiviolastampa.it</ref>
 
Nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1965|1965]] approdòapproda stabilmente al campionato di F1 con la [[Cooper Car Company|Cooper]], al fianco di [[Bruce McLaren]], piazzandosi al quarto posto in Germania.<ref name= iconwheels/>
 
===1966===
Nella stagione [[Campionato mondiale di Formula 1 1966|1966]] alla guida della [[Cooper Car Company|Cooper]]-[[Maserati Squadra Corse|Maserati]] ottenneottiene il primo podio in carriera (unil secondo posto in [[Gran Premio del Belgio 1966|Belgio]]) e diversi altri risultati a podio, tra cui la terzail piazzaterzo in Germania e lail secondasecondo negli USA, battendo i compagni di squadra [[Richie Ginther]], [[Chris Amon]] e [[Moisés Solana]], e ottenendo così il terzo posto finale nel campionato.<ref name= iconwheels/>
 
===1967===
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====Formula 1====
In Formula 1 arrivaronoarrivano due quarti posti, in [[Gran Premio del Belgio 1967|Belgio]] e in [[Gran Premio d'Italia 1967|Italia]], checoncludendo gli valserocosì il relativo campionato al tredicesimo posto finale con sei punti.
 
====24 ore di Le Mans====
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[[File:Stewart and Rindt at 1968 Dutch Grand Prix.jpg|thumb|Rindt segue Stewart al [[Gran Premio d'Olanda 1968]]]]
 
Nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1968|1968]] entròentra a far parte della scuderia [[Brabham Racing Organisation|Brabham]];, quisenza ottenere grandi risultati, a parte battere [[Jack Brabham]], centròottenere due terzi posti in Sudafrica e in Germania,<ref name= iconwheels/> alcune [[pole position]] e giri veloci in gara, ma per via della scarsa affidabilitàcompetitività della monoposto<ref>[https://www.formula1.com/en/drivers/hall-of-fame/Jochen_Rindt.html ''Jochen Rindt''] formula1.com</ref> fucon costrettocui in benper dieci occasionivolte aldovette ritiroritirarsi per problemi meccanici.<ref name= iconwheels/>
 
Alla fine della stagione entrò nel team della [[Team Lotus|Lotus]] come compagno di Graham Hill, grazie al suo manager [[Bernie Ecclestone]].<ref name= iconwheels/>
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[[File:Jochen Rindt 1969 German GP.jpg|thumb|Rindt impegnato alla guida della sua [[Lotus 49]]B al [[Gran Premio di Germania 1969]]]]
 
Nel 1969 fu al volante della [[Lotus 49|Lotus 49B]], che «aveva la fama di vettura fragile e pericolosa, specialmente con i nuovi dispositivi aerodinamici, infatti proprio durante la trasferta oltre oceano Hill, si fratturò entrambe le gambe interrompendo la sua carriera per qualche tempo».<ref>[https://f1race.it/il-mondiale-di-jochen-rindt-vinto-senza-champagne/ ''Il mondiale di Jochen Rindt, vinto senza champagne''] f1race.it</ref>
 
Il 4 maggio 1969 rimase vittima di un grave incidente al [[Gran Premio di Spagna 1969|Gran Premio di Spagna]], per la rottura dell'alettone posteriore, urtandourtò prima i ''[[guard rail]]'' e poi la macchina di Graham Hill,<ref name=formulapassion2/> rimasta sul circuito dopo essere stata coinvoltadanneggiata in un precedente incidente,<ref>[http://dlib.coninet.it/bookreader.php?&c=1&f=14009&p=4#page/14/mode/1up ''Corriere dello Sport, 5 maggio 1969, p. 14''] coninet.it</ref> e si ruppe il setto nasale,<ref name= iconwheels/> e la mandibola, subendoe inoltresubì una [[commozione cerebrale]]<ref name=formulapassion2/> che gli procurò disturbi alla vista e all'equilibrio per qualche tempo.<ref name=adrenaline24h>[https://www.adrenaline24h.com/2020/04/pit-stop-f1-1970-jochen-rindt-campione-postumo/ ''Pit Stop: F1 1970, Jochen Rindt campione postumo'']</ref>
 
Heinz Pruller, il biografo ufficiale di Rindt, afferma che, in seguito a questo incidente, il pilota anticipò alla moglie Nina il proposito di volersi ritirare dalle corse,<ref name=formulapassion2/> decisione che divenne nota nell'ambiente della Formula 1.
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===1970===
Nel [[Campionato mondiale di Formula 1 1970|1970]] diventò il pilota di punta della [[Team Lotus|Lotus]] e riuscì a vincere cinque gare nelle prime nove.<ref name= iconwheels/> Con la vittoria nel [[Gran Premio di Francia 1970|Gran Premio di Francia]] si portò in testa alla classifica del campionato del mondo per piloti.<ref>[https://archivio.unita.news/assets/main/1970/07/06/page_009.pdf ''L'Unità, 6 luglio 1970, p. 9''] unita.news</ref> Ad agosto vinse in volata il [[Gran Premio di Germania 1970|Gran Premio di Hockenheim]],<ref>[https://archivio.unita.news/assets/main/1970/08/03/page_007.pdf ''L'Unità, 3 agosto 1970, p. 7''] unita.news</ref> una gara dove [[Jacky Ickx]] era stato al comando della corsa per trentuno dei cinquanta giri, con Rindt che solo al quarantanovesimo giro era riuscitoriusciva a superarlosuperare definitivamente Ickx.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,1524_02_1970_0152A_0009_23264867/ ''Stampa Sera, 3 agosto 1970, p. 9''] archiviolastampa.it</ref>
 
Approdò al [[Gran Premio d'Italia 1970|Gran Premio d'Italia]] primo in classifica generale, con un consistente vantaggio sugli inseguitori e con l'obiettivo di vincere matematicamente il titolo mondiale.<ref name=adrenaline24h/>
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{{Citazione|Meglio così, non mi sarebbe piaciuto strappare il titolo a Jochen, che lo meritava pienamente.<ref>[https://www.andrealarovere.it/2021/07/23/jacky-ickx-lanticonformista-della-formula-1/ ''JACKY ICKX, L’ANTICONFORMISTA DELLA FORMULA UNO''] andrealarovere.it</ref><ref>[https://www.giornalemotori.com/2021/02/11/piloti-leggendari-jacky-ickx/ ''Piloti Leggendari: Jacky Ickx''] giornalemotori.com</ref>}}
 
Il trofeo di campione del mondo fu consegnato alla vedova Nina da Stewart il 18 novembre 1970, nel corso di una cerimonia vicino a [[Place de la Concorde]] a Parigi.<ref name=sfcriga/><ref>{{Cita libro|lingua=en|autore=Jackie Stewart|titolo=Winning Is Not Enough|data=2007|editore=Headline Publishing|città=LOndra|isbn=978-0-7553-1539-0|p=[https://archive.org/details/winningisnotenou0000stew/page/174 174]|url=https://archive.org/details/winningisnotenou0000stew/page/174}}</ref><ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://www.bbc.co.uk/sport/formula1/54973818|titolo=The F1 champion crowned beyond the grave}}</ref>
 
==La sicurezza dei piloti in pista==
{{Senza fonte|Rindt fu coinvolto da Stewart nella lotta per migliorare le misure di sicurezza in Formula Uno; per questo motivo fu criticato dalla stampa, che definì Stewart, Rindt and Joakim Bonnier la "Geneva connection", per la comune residenza in Svizzera}}. Quale membro della [[Grand Prix Drivers' Association]] di recente costituzione, fu lui a ispezionare il 4 maggio 1969 quel [[circuito del Montjuïc]] dove, per la rottura dell'alettone posteriore, si sarebbe poi schiantato contro quei ''guard rail'' che aveva insistito perché fossero resi meno pericolosi.<ref name=formulapassion2>[https://www.formulapassion.it/motorsport/storia/f1-gran-premio-di-spagna-1969-le-ali-della-discordia ''F1 | Gran Premio di Spagna 1969: sulle ali della discordia''] formulapassion.it</ref> Nel luglio 1970 fu tra i piloti che si batterono per una maggiore sicurezza nei circuiti, sostenendo modifiche a essi che avrebbero evitato la sua morte poche settimane dopo: dichiarò la necessità di creare aree dove la macchina potesse decelerare oltreché la sostituzione delle vecchie barriere di sicurezza con staccionate in legno leggero, più adatte a frenare la corsa di una vettura uscita di pista in maniera più dolce e senza lacerare i serbatoi delladi benzina.<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,14/articleid,0132_01_1970_0147_0014_4817295/ ''La Stampa, 21 luglio 1970, p. 14''] archiviolastampa.it</ref>
 
In seguito all'incidente avvenuto durante il GP di Spagna del 1969 inviò una lettera aperta a varie testate giornalistiche specializzate in cui criticava gli alettoni sottolineadone la pericolosità, riflessioni che provocarono scalpore nell'ambiente e spinse la Commission Sportif Internationale, l'organo di governo sportivo che ha preceduto la FIA, a decidere di decretare la provvisoria inammissibilità di tali alettoni per poi imporre ulteriori modifiche al modo con cui dovevano essere installate.<ref name=formulapassion2/>