Cangrande I della Scala: differenze tra le versioni

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Nel febbraio [[1312]] Cangrande divenne Signore della vicina città di [[Vicenza]] grazie ad un atto di opportunismo politico, approfittando delle controversie della città con i suoi ex-padroni di [[Padova]]: i padovani decisero di strappare il territorio di Vicenza a Cangrande sfidando così l'imperatore, che ne aveva sostenuto l'acquisizione tramite l'elezione a [[vicario]] imperiale. Nella primavera del [[1312]] l'esercito padovano iniziò ad attuare brevi incursioni in territorio vicentino e veronese, così Cangrande per diciotto fu messo in difficoltà, e dovette proteggere Vicenza e Verona da queste incursioni.
 
La morte di [[Enrico VII di Lussemburgo|Enrico VII]] (che sul letto di morte raccomandò la difesa dell'Impero a Cangrande<ref>{{cita libro|M.|Freher|Germanicarum rerum scriptores|1624|Francoforte}} vol.I, p.17: ''De imperatoris Henrici VII obitu. Disponit testamentum constituens vicarium fidelem commissarium Canem de Verona munitum legum stemmate virilitatis Zona ornatum, virum bellicum veracem, fidum, mellicum, verbisque seriosum, amicis satis placidum, sed inimicis acidum, Triumphis gloriosum.''</ref>) nell'agosto [[1313]] liberò Cangrande dal suo obbligo di fornire risorse militari e finanziarie all'imperatore e un cambiamento di governo a Padova gli diede il tempo di accumulare un imponente esercito. Con la sua morte però il guelfismo recuperava forza, mentre nell'alta Italia la fazione ghibellina poteva contare solo su quattro grandi città: [[Verona]], [[Milano]], [[Mantova]] e [[Pisa]]. Di queste Verona era la più compatta politicamente, e ben sostenuta dal popolo, e si assunse infatti la responsabilità di assumere la guida della fazione ghibellina.<ref>{{cita libro|M.|Carrara|Gli Scaligeri|1966|Dell'Oglio|Varese}} p.74</ref> Dalla primavera del [[1314]] iniziò ad utilizzare la stessa tattica dei suoi nemici in modo punitivo, bruciando le colture e le città in territorio padovano. La devastazione dei distretti rurali fece decidere al consiglio di Padova di porre fine alla guerra una volta per tutte cercando di prendere Vicenza con forze soverchianti. Venne raccolto un grande esercito sotto il [[podestà]] [[Ponzino de 'Ponzini]], che partì da Padova e marciò per tutta la notte. Il sobborgo di San Pietro a Vicenza venne invaso alle prime ore del mattino del [[17 settembre]] [[1314]].
 
Cangrande in quel momento era a Verona, ma saputa la notizia partì velocemente con poca scorta a cavallo per raggiungere velocemente Vicenza: egli riuscì a coprire la distanza tra le due città in sole tre ore. Arrivato in città senza esitazione condusse un improvvisato attacco contro gli invasori, che erano ancora nella periferia della città. Lo storico [[Albertino Mussato]], che era con le forze padovane, racconta come questo improvviso assalto rapidamente si sviluppò in un accerchiamento dell'esercito padovano. Cangrande, in piedi sulle staffe, esortò i suoi seguaci a ''uccidere il vile nemico''.