Codice napoleonico: differenze tra le versioni
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[[File:Jean-Étienne-Marie Portalis by Pierre Gautherot.jpg|miniatura|verticale|[[Jean-Étienne-Marie Portalis]]]]
Una nuova commissione, composta di quattro affermati giuristi dalle posizioni moderate, venne incaricata ufficialmente il 12 agosto 1800. Ne facevano parte: il presidente della Corte di cassazione [[François Denis Tronchet
I quattro operarono sotto la direzione di [[Jean-Jacques Régis de Cambacérès]] e in soli quattro mesi fu presentata una bozza inviata alla [[Corte di cassazione]] con lo scopo di ottenere osservazioni in merito; fu chiesto il parere anche del [[Consiglio di Stato (Francia)|Consiglio di Stato]], presieduto da [[Napoleone Bonaparte]] il quale presenziò a circa la metà delle sedute dando il proprio personale contributo soprattutto quando si trattava di discutere i temi più socialmente rilevanti, come il [[divorzio]] o l'[[adozione]]. Dopo oltre 100 sedute il testo venne licenziato e inviato al [[Corpo legislativo|parlamento]] per l'approvazione, non prima però della discussione all'interno del Tribunato. Grazie al prestigio personale dell'imperatore si riuscirono a superare gli ostacoli rappresentati dalle Corti e l'ostruzionismo dell'apparato burocratico. Il [[codice civile dei francesi]], da subito conosciuto anche come "codice napoleonico", entrò quindi in vigore il 21 marzo 1804.<ref name=TreccaniNapoleonico/><ref name="Padoa Schioppa 482">{{cita|Padoa-Schioppa, 2007|p. 482}}.</ref><ref>{{cita|Fassò, 2020|pp. 13-14}}.</ref><ref>{{cita|Del Frate et al., 2018|p. 239}}.</ref>
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