Tomaso Binga: differenze tra le versioni

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capisco i pronomi al maschile, ma "egli" lì così è proprio di troppo
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== Gli inizi ==
Di formazione classica, assorbe sin dall'infanzia l'amore del padre per la poesia e l'arte figurativa. Egli, infatti lavorò per circa un decennio in [[Uruguay]] come disegnatore e decoratore.<ref name=flash>{{Cita news|url=https://flash---art.it/article/tomaso-binga/|titolo=Tomaso Binga: la parola è donna|autore=Cristiana Parrella|pubblicazione=Flash Art|data=26 febbraio 2018|accesso=22 dicembre 2020}}</ref>
 
Nel 1959 sposa lo storico dell'arte [[Filiberto Menna]] e insieme si trasferiscono a Roma.<ref>{{Treccani|filiberto-menna_(Dizionario-Biografico)|Filiberto Menna}}</ref> Molto attivi e partecipi nel panorama artistico e culturale della Salerno di quegli anni, anche nella capitale frequentano alcune gallerie importanti come [[L'Attico (galleria d'arte)|L'Attico]] di [[Fabio Sargentini]], La Nuova Pesa, Il Segno e Seconda Scala. Inoltre stringono rapporti con poeti, critici e artisti del calibro di [[Nicola Carrino]] e [[Giuseppe Uncini]].<ref name=flash/> In questi anni Binga lavora su disegni ed opere in terracotta d'ispirazione [[Cubismo|cubista]] e [[Futurismo|futurista]], tuttavia esporrà pubblicamente solo a partire dal 1971, nel periodo della [[seconda ondata femminista]], assumendo il nome d'arte di Tomaso Binga come reazione alla disparità di genere e riflettendo al contempo il suo grande interesse verso la produzione poetica di [[Filippo Tommaso Marinetti]].<ref name=Mess/>