San Nicolò d'Arcidano: differenze tra le versioni

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Il primo aveva chiesa dedicata a [[San Nicola di Bari|san Nicolò]], il secondo a [[Pantaleone di Nicomedia|san Pantaleo]]. Nel testamento di [[Ugone III de Bas-Serra|Ugone III]], giudice di [[Giudicato di Arborea|Arborea]], è scritta la volontà di lasciare in eredità due buoi e 20 pecore alla chiesa di “Sant Nicolao de Architano Magno”. Nella seconda metà del [[XIV secolo]], tanti piccoli villaggi in tutta la Sardegna furono abbandonati, “Architano Parvo” compreso. Nel 1460 la popolazione di Arcidano chiese al viceré di Cagliari di far diventare Arcidano comune.
 
Alla caduta del giudicato ([[1420]]) entrò a far parte del [[Marchesato di Oristano]]. Alla definitiva sconfitta degli arborensi ([[1478]]) passò sotto il [[Regno di Sardegna (1324-1720)|dominio aragonese]] e fu incorporato nella contea di Quirra, che era stata istituita nel [[1363]] dal Re d'Aragona [[Pietro IV di Aragona|Pietro IV]], e che fu trasformata in marchesato nel [[1603]], feudo prima dei [[Carroz]] e poi dei Centelles. Formò, con Uras, una baronia compresa nel marchesato, che ebbe come ultimi feudatari gli Osorio de la Cueva, ai quali il paese fu riscattatonel [[1839]], con la soppressione del sistema feudale.
 
Il porto di Neapolis fu un ottimo approdo per le incursioni dei [[pirati barbareschi]] che frequentemente saccheggiavano e distruggevano tutto ciò che trovavano. Si narra che dopo un dei tanti saccheggi, gli invasori furono sconfitti da una sortita di saccheggiati in località “Fossaus”. Nel [[1563]] [[Dragut]] (uno dei corsari più spietati) cercò di sbarcare più volte ad Oristano e nel porto di “Marcellino” (l'odierna [[Marceddì]]). Purtroppo per Dragut s'imbatté contro un grosso gruppo di cacciatori in ritorno da "Ercolento" e fu sconfitto.