Storia del cristianesimo: differenze tra le versioni
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Quando, nel 306, [[Costantino]] divenne imperatore la religione cristiana conobbe una legittimazione e un'affermazione impensabili solamente fino a pochi anni prima, ricevendo prima diritti e poi addirittura privilegi. Era consuetudine che ogni nuovo imperatore proponesse il culto di una nuova divinità, la scelta di Costantino a favore del Dio dei cristiani fu da lui spiegata a seguito di un sogno premonitore prima della sua grande vittoria nella [[battaglia di Ponte Milvio]].<ref>{{cita|Duffy, 2001|pp. 42-43}}.</ref><ref>{{cita|Brox, 2009|pp. 52-53}}.</ref> Con l'[[Editto di Milano]] del 313, Costantino avviò una sempre più sistematica integrazione della Chiesa all'interno delle strutture politico-amministrative dello Stato. Una serie di editti successivi restituirono alla Chiesa cristiana le proprietà precedentemente confiscate, sovvenzionando le sue attività e sollevando il clero dai pubblici uffici.<ref>{{cita|Duffy, 2001|p. 45}}.</ref>
Oltre a legittimare il cristianesimo, Costantino si propose come garante della sua unità, ritenendo che da essa discendesse anche l'unità del suo impero. Per questo, si trovò personalmente a dover affrontare la questione dell'[[arianesimo]], una dottrina secondo la quale il [[Figlio di Dio]], in quanto "generato", non poteva essere considerato Dio allo stesso modo del Padre; una posizione teologica in netto contrasto con l'ortodossia cristiana con gravi conseguenze teologiche.<ref>{{cita|Duffy, 2001|p. 46}}.</ref><ref name=Brox62>{{cita|Brox, 2009|p. 62}}.</ref> Nel tentativo di dirimere la controversia, l'imperatore convocò nel 325 [[Concilio di Nicea I|un concilio a Nicea]], con lo scopo di stabilire definitivamente il [[dogma]] della Trinità che si concluse con la condanna delle dottrine ariane;
==== La società cristiana del dopo Costantino ====
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