Guerre pirriche: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
AdertBot (discussione | contributi)
m Utilizzo {{formatnum:}} o {{M}}
Riga 67:
 
=== Le conseguenze ===
Gli ambasciatori giunsero a Roma, senza portare risposte, nel [[281 a.C.]], nei giorni in cui i nuovi [[console (storia romana)|consoli]], [[Lucio Emilio Barbula]] e [[Quinto Marcio Filippo]], entravano in carica;<ref name="Dionisio_6_1">Dionisio di Alicarnasso, ''Antichità romane'', XIX, 6, 1.</ref> (più probabilmente quando erano ancora in carica i consoli dell'anno precedente, siccome i nuovi cominciavano i mandati il primo maggio in quel tempo). Postumio riferì l'esito della sua ambasceria e l'offesa che aveva subito: i consoli, dunque, convocarono il senato, che si riunì per più giorni dall'alba fino al tramonto, per decidere sul da farsi.<ref name="Dionisio_6_1" /> Un certo numero di senatori riteneva poco prudente intraprendere una spedizione militare contro Taranto quando le ribellioni dei popoli italici non erano ancora state del tutto sedate, ma la maggior parte preferì che la decisione di dichiarare guerra a Taranto venisse messa subito ai voti:<ref name="Dionisio_6_2">Dionisio di Alicarnasso, ''Antichità romane'', XIX, 6, 2.</ref> risultarono essere in maggioranza coloro che volevano che Roma si impegnasse all'istante in un'azione militare, e la popolazione ratificò la decisione senatoria.<ref name="Floro_5" /><ref name="Dionisio_6_3">Dionisio di Alicarnasso, ''Antichità romane'', XIX, 6, 3.</ref>. Lo storico [[Marcel Le Glay]]<ref>{{Cita|M. Le Glay|pp. 68-69}}.</ref> pone l'accento sulle pressioni di una parte dei politici romani e delle grandi famiglie, tra cui la [[gens Fabia|''gens'' Fabia]], per l'espansione territoriale di Roma verso il [[sud Italia]].
 
Lucio Emilio Barbula fu dunque costretto a sospendere temporaneamente la campagna che aveva intrapreso contro i Sanniti e fu incaricato dal popolo di riproporre a Taranto, per salvare la pace, le stesse condizioni proposte da Postumio.<ref name="Appiano_17">Appiano, ''Storia romana'', III, 17.</ref> I Tarantini, impauriti dall'arrivo dell'esercito consolare romano,<ref name="Appiano_17" /> si divisero tra coloro che sarebbero stati intenzionati ad accettare le condizioni di pace offerte dai Romani e coloro che avrebbero invece voluto dare inizio alle ostilità.<ref name="Appiano_17" />