Monte Conero: differenze tra le versioni

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== Storia e antropizzazione ==
Il versante occidentale del Conero è un monte tutt'altro che impervio e ostile. IlIn quest'area, il rapporto dell'uomo con esso e le sue risorse è stato infatti sin dall'inizio molto stretto. In particolare, in tutta l'area del promontorio risultano essere stati sempre abitati i centri di [[Storia di Ancona|Ancona]] e [[Numana]], in quanto unici porti naturali e affacci sull'Adriatico.<ref>
{{Cita|Emanuela Schiavoni, 2006|p. 19|s2006}}.</ref>
 
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[[File:Monte Conero - Incisioni Rupestri (3).JPG|miniatura|sinistra|Particolare delle incisioni rupestri]]
[[File:Gradine del Poggio e di Massignano di Ancona.jpg|miniatura|Gradine illustrate da G. Bevilacqua in ''Della ricerca di stazioni umane preistoriche nel suolo anconitano'', Ancona, 1874]]
Nel 1963, durante i lavori per la costruzione dell'edificio della Rai nella zona del ''Pantano''<ref>
{{Cita|Emanuela Schiavoni, 2006|p. 83|s2006}}.</ref>, sono stati ritrovati [[Industria litica|manufatti in selce]] ([[chopper (utensile)|chopper]], [[Industria litica#Paleolitico inferiore|chopping tool]], [[amigdala (pietra)|amigdale]]) che fanno risalire la presenza dell'uomo sul Monte al [[Paleolitico inferiore]] e precisamente all'[[Acheuleano]]; si tratta pertanto delle più antiche testimonianze della vita dell'uomo delle Marche.
 
Le prime testimonianze archeologiche della vita dell'uomo al Cònero risalgono a circa 300.000 anni fa ([[Paleolitico inferiore]]) e costituiscono le più antiche delle Marche. Si tratta di [[Industria litica|manufatti in selce]]: ''[[Chopper (utensile)|chopper]]'', ''[[Industria litica#Paleolitico inferiore|chopping tool]]'', [[bifacciale|bifacciali (o amigdale)]] e altri artefatti su scheggia di [[cultura acheuleana]] ritrovati nella zona sommitale di Monte Conero. La segnalazione di questo giacimento paleolitico è stata segnalata nel 1963 da un soldato di leva della vicina base militare<ref>Gilberto Stacchiotti, [https://www.parcodelconero.org/ www.parcodelconero.org], ''[https://www.parcodelconero.org/wp-content/uploads/Progetti/CONERO_SEGRETO_ba.pdf Conero segreto]''</ref>, durante i lavori di costruzione di un'antenna della [[RAI]]<ref>
A breve distanza poi, delle [[Incisioni rupestri#Marche|incisioni rupestri]] testimoniano che l'uomo ha frequentato il Conero anche nell'[[Età del bronzo]]. Si tratta di [[Coppella|coppelle]] e canali incisi su una lastra di pietra affiorante nel bosco, sempre nell'area della vetta, e raggiungibile tramite una variante della [[Parco regionale del Conero#Itinerario n°1 - Traversata del Monte Conero|Traversata del Conero]]. Parte di questi disegni, scoperti nel 1971, sono tuttora coperti dalla terra e dal bosco. Alcune parti, ai limiti dell'area scoperta, sembrano di epoche più recenti.
*[https://www.rai.it/ www.rai.it], ''[https://www.rai.it/dl/docs/138245170162110_anni_di_televisione_in_Italia_-_parte.pdf Dieci anni di televisione in Italia]'' (p. 351).
*{{Cita|Emanuela Schiavoni, 2006|p. 83|s2006}}</ref>.
 
A breve distanza poidal giacimento paleolitico, delle [[Incisioni rupestri#Marche|incisioni rupestri]] testimoniano che l'uomo ha frequentato il Conero anche nell'[[Età del bronzo]]. Si tratta di [[Coppella|coppelle]] e canali incisi su una lastra di pietra affiorante nel bosco, sempre nell'area della vetta, e raggiungibile tramite una variante della [[Parco regionale del Conero#Itinerario n°1 - Traversata del Monte Conero|Traversata del Conero]]. Parte di questi disegni, scoperti nel 1971, sono tuttora coperti dalla terra e dal bosco. Alcune parti, ai limiti dell'area scoperta, sembrano di epoche più recenti.
 
La funzione di queste incisioni non è chiara. Fra le ipotesi, è possibile che siano ricollegabili a culti in cui il sangue di animali sacrificali dovesse scorrere in quelle canalette a scopi di [[wikt:vaticinio|vaticinio]], o che rappresentino i corsi d'acqua del Monte. Si rilevano tratti similari con alcune incisioni rinvenute in [[Valcamonica]] e [[Valtellina]].<ref>{{cita conferenza|autore=G. Barbone, R. M. Lusardi Barbone|coautori=Gaia Pignocchi, Mara Silvestrini|titolo=La roccia con incisioni del Monte Conero: relazione preliminare|conferenza=XLII Riunione Scientifica dell'I.I.P.P. - L'arte preistorica in Italia|anno=2007|città=Trento|url=http://www.simbolisullaroccia.it/archivio/2008/2008-ArticoloConero.pdf|accesso=27 gennaio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130210064434/http://www.simbolisullaroccia.it/archivio/2008/2008-ArticoloConero.pdf|dataarchivio=10 febbraio 2013|urlmorto=sì}}</ref>
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Del resto dell'epoca medievale e dei castelli del Poggio e di Massignano non rimane molto più che la chiesetta di Santa Lucia al Poggio.
 
=== età Contemporanea ===
=== Testimonianze delle attività dell'uomo ===
{{Vedi anche|Parco regionale del Conero#Rimboschimenti}}
Le prime testimonianze archeologiche della vita dell'uomo al Cònero risalgono a circa 300.000 anni fa ([[Paleolitico inferiore]]) e costituiscono le più antiche delle Marche. Si tratta di manufatti in selce: ''[[Chopper (utensile)|chopper]]'', ''[[chopping tool]]'', [[bifacciale|bifacciali (o amigdale)]] e altri artefatti su scheggia di [[cultura acheuleana]] ritrovati nella zona sommitale di Monte Conero. La segnalazione di questo giacimento paleolitico è stata segnalata nel 1963 da un soldato di leva della vicina base militare<ref>Gilberto Stacchiotti, [https://www.parcodelconero.org/ www.parcodelconero.org], ''[https://www.parcodelconero.org/wp-content/uploads/Progetti/CONERO_SEGRETO_ba.pdf Conero segreto]''</ref>, durante i lavori di costruzione di un'antenna della [[RAI]]<ref>
*[https://www.rai.it/ www.rai.it], ''[https://www.rai.it/dl/docs/138245170162110_anni_di_televisione_in_Italia_-_parte.pdf Dieci anni di televisione in Italia]'' (p. 351).
*Emanuela Schiavoni, ''Il popolamento antico della zona del Conero e di Camerano'', Comune di Camerano, 2006.</ref>.
 
Sono individuabili in varie zone, soprattutto sul lato di Sirolo, delle antiche [[calcara (fornace)|fornaci da calce]], e nelle aree boscate dietro Portonovo (in zona di riserva integrale) sono riconoscibili le tipiche spianate delle [[carbonaia|carbonaie]]. Oltre allo sfruttamento della pietra e della legna c'è stato anche quello del suolo, che aveva condotto, agli inizi del '900, a disboscare praticamente tutto il versante occidentale (quello praticabile) per fini agricoli e pastorali. Sono tuttora presenti i ruderi di alcuni casolari che ricordano questi tempi non troppo lontani nell'ottica della millenaria storia del Cònero. L'assenza di alberi causava continue frane quando, negli anni trenta, si decise per un'opera di rimboschimento che durò fino agli anni '70, con gran diffusione del pino d'Aleppo e la riappropriazione graduale del bosco da parte del leccio.