Lessinia: differenze tra le versioni

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Tra le cime: [[Corno d'Aquilio]], [[Monte Tomba (Lessinia)|Monte Tomba]], [[Cima Trappola]].
 
Il paesaggio degli Alti Pascoli della Lessinia è stato ufficialmente riconosciuto come paesaggio agrario ed inserito nel Registro nazionale dei Paesaggi storici rurali, predisposto con decreto n. 17070 del 19 novembre 2012 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.<ref>{{cita web|https://www.altipascolidellalessinia.it/la-lessinia-e-nel-registro-nazionale-dei-paesaggi-rurali-storici/|La Lessinia è nel Registro nazionale dei paesaggi rurali storici|autore=Matteo Scolari|data=9 settembre 2020|accesso=22 ottobre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201001000349/https://www.altipascolidellalessinia.it/la-lessinia-e-nel-registro-nazionale-dei-paesaggi-rurali-storici/|dataarchivio=1º ottobre 2020|urlmorto=no}}</ref>
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Sul territorio veronese confluivano due tra le più importanti [[strada romana|strade romane]], la via [[Claudia Augusta]] che congiungeva il nord Europa alla [[pianura padana]] e la [[via Postumia]] che partendo dalla [[Liguria]] si estendeva fino ai confini più orientali dell'[[impero romano|impero]]. Il passaggio di queste fondamentali vie, che si congiungevano nella città di Verona, rendeva la zona strategicamente importantissima. La loro presenza influì anche sul territorio collinare lessinico dove vennero realizzate vie secondarie che si congiungevano a esse.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 287}}.</ref>
 
A quel tempo la Lessinia, facente parte dell{{'}}''agro veronese'', risultava quasi interamente occupata da boschi per la parte più bassa (''Frizzolana'' e ''Selva veronensis'') mentre le spianate più in quota (''Lessinium'') erano adibite a pascolo estivo. Oltre alle attività di pascolo, in Lessinia si praticava la raccolta di erbe, di bacche, di funghi, di legname da ardere e per l'edilizia.<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 292-293}}.</ref> Dalle cave si estraeva pietra calcarea bianca e rossastra largamente impiegata per gli edifici cittadini.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 290}}.</ref> Nonostante ciò gran parte del territorio risultava disabitato. Pochi furono, dunque, i segni lasciati dai Romani, specie nelle zone più elevate, che si limitarono a presidiare gli accessi lasciando ai locali il potere di organizzarsi amministrativamente. A [[San Mauro di Saline]] esisteva una strada carraia che risaliva la dorsale ed era utilizzata per la [[transumanza]] verso le alture di [[caprini]] e [[ovini]]. A [[Velo Veronese]] vi fu certamente un forte militare.<ref>{{cita|Bodini, 2005|pp. 312-313}}.</ref>
 
Diversa la situazione per i paesi a fondo valle in cui, conseguentemente alla [[centuriazione]] del II secolo a.C., si sviluppò un'intensa attività agricola e dove, contemporaneamente, sorsero [[Villa romana|ville romane]] il cui padrone, solitamente risiedente in città, vi si recava per amministrare i propri fondi. Resti di alcune di esse sono stati trovati a Negrar, Romagnano, Azzago, [[Colognola ai Colli]]. Dalla [[Valpantena]] e dalla Valpolicella partivano gli [[acquedotto romano|acquedotti]] che rifornivano la città di Verona.<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 295}}.</ref> A [[Santa Maria in Stelle]] è stato rinvenuto un [[Pantheon di Santa Maria in Stelle|ipogeo di epoca tardo imperiale]].<ref>{{cita|Bodini, 2005|p. 314}}.</ref>
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[[File:CasaAltaValpolicella.jpg|miniatura|Tipiche case rurali in pietra della Lessinia]]
 
A sollecitare particolare interesse sono i piccoli paesi, attorniati dalle loro decine di contrade, che comprendono dalle due fino ad una cinquantina di abitazioni, nella parte più montana, sopra gli 800 m s.l.m.. In questi contesti l'utilizzo della [[pietra della Lessinia|pietra]] sfruttando la grande disponibilità di tale materiale attraverso le cave rispetto alla più scarsa disponibilità di legname da costruzione ha dato origine ad una caratteristica peculiare<ref>{{Cita web |url=https://verona.com/it/verona/lessinia-larchitettura/ |accesso= 4 luglio 2023 | titolo= L'architettura in Lessinia}}</ref>. I muri a secco, i tetti delle case sono composti da lastroni in pietra e rispecchiano la tipologia di costruzione delle numerose [[alpeggio|malghe]]. Anche i pavimenti delle case erano e, anche dopo le necessarie ristrutturazioni, sono stati mantenuti spesso in pietra, immancabile il camino all'interno e massicce travi in legno a sostenere i piani superiori.
 
La pietra veniva, inoltre, usata per muri di confine, lavatoi, e scolpita diventava croci ed edicole religiose spesso raffiguranti la Passione di Cristo o la Vergine Maria<ref>{{Cita web |url=https://www.visitlessinia.eu/it/cosa-vedere-fare/storia-e-cultura/architettura/ |titolo=Architettura in Lessinia tra cultura e storia |accesso=4 luglio 2023}}</ref>. Diffuse pure le ''giassàre'' o ''glazzàre'' ovvero le [[ghiacciaia|ghiacciaie]] in dialetto locale. Ormai abbandonate, la più nota e meglio tenuta è quella di Grietz, di forma circolare, sulla strada che collega Bosco Chiesanuova con San Giorgio.