Archè: differenze tra le versioni

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Giovanni evangelista: la problematica dell'arché nel pensiero cristiano: Riscritto paragrafo in senso più teologico e rispettoso della questione giovannea (scritti riuniti sotto uno stesso autore pseudoepigrafo)
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Nel prologo al Vangelo secondo Giovanni troviamo utilizzato lo stesso termine greco, [[logos|logos,]] utilizzato dai filosofi per parlare della legge universale. Poiché il termine possiede un ventaglio di significati, tra cui "pensiero logico" e "capacità di parola", la traduzione tradizionale italiana con "verbo" (ricalcando il latino della Vulgata "verbum") vuole mantenere aperta l'interpretazione della frase.
 
L'uso di arché in questa frase riprende la traduzione della Settanta del primo versetto del libro della Genesi, in cui si racconta la creazione: «In principio, Dio creò il cielo e la terra» (Genesi, 1,1). In questo modo viene evocato un preciso parallelo con l'azione creatrice di Dio: il piano con cui Dio ha progettato l'universo si rivela nella persona stessa di Gesù Cristo. In questo senso, si parla di una "cristologia dall'alto" o cosmica, che aggiunge alla figura del Cristo la fase della vita divina, antecedente all'incarnazione (cf. Karl Rahner, «I due tipi fondamentali della cristologia», in ''Nuovi Saggi'', V, Paoline, Roma 1975, 303-317; edizione originale Zürich 1972).<ref>{{Cita libro|titolo=Karl Rahner, «I due tipi fondamentali della cristologia», in Nuovi Saggi, V, Paoline, Roma 1975, 303-317; edizione originale Zürich 1972}}</ref>
 
Il tema del logos, negli scritti giovannei (che vengono tradizionalmente riferiti all'apostolo [[Giovanni (evangelista)|Giovanni]], ma sono di autori diversi, afferenti probabilmente a una cerchia di discepoli cristiani di origine palestinese poi trasferitisi in Asia minore) è collegato ai temi teologici della vita e dello spirito.