Stigmate: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|il film diretto da [[Rupert Wainwright]]|Stigmate (film)}}
Le '''stigmate''' (grafia più moderna: '''''stimmate'''''; grafia antiquata: ''stimate'') (dal greco στίγμα, ''stigma'', che significa ''marchio'') sono le [[Sante Piaghe|piaghe]] nelle mani, nei piedi e nel [[costato]] di [[Gesù|Gesù Cristo]], provocate dai traumi subiti durante la [[Passione di Gesù|Passione]] ; per successiva estensione, indicano lesioni corporali che in particolari soggetti offrirebbero una riproduzione, temporanea o permanente, completa o parziale, delle piaghe di Cristo (o di altre conseguenze della Passione).<ref name=Treccani>Basata sulla definizione del Vocabolario Treccani: [http://www.treccani.it/enciclopedia/stimmate/ ''stimmate'']</ref> In ulteriore traslato, con la parola "stigmate" si indicano i segni fisici, o psichici, o sociali, lasciati in individui o collettività da eventi avversi di varia natura.
 
Il termine ha origine dalla [[Lettera ai Galati]] di [[santo|S.]] [[Paolo di Tarso|Paolo]]:
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Nel [[1432]], mentre era assorta in preghiera davanti a un [[crocifisso]] dipinto, avendo chiesto al [[Gesù|Signore]] di partecipare alle sofferenze della [[Passione di Gesù|Passione]], una delle spine della corona di Cristo le si sarebbe conficcata nella fronte, arrecandole atroci dolori<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/rita-da-cascia-santa/ Rita Da Cascia Santa nell'Enciclopedia Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
I segni della ferita sono tuttora visibili, come è stato riscontrato nelle ricognizioni del corpo avvenute nel corso dei secoli, l'ultima nel [[1972]]<ref>http://books.google.it/books?id=pv6_BjGCJQ8C&pg=PA66&lpg=PA66&dq=santa+rita+stimmate&source=bl&ots=8Ikv_40lO7&sig=7slAVxSSTjNNKMR1gbXVjmEpRqo&hl=it&sa=X&ei=JmETU4dZ1IDIA77PgPAK&ved=0CGIQ6AEwCw#v=onepage&q=santa%20rita%20stimmate&f=false</ref>.
 
=== Santa Maria Maddalena de' Pazzi ===
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=== Santa Gemma Galgani ===
[[File:Galg gem.jpg|left|thumb|upright=0.5|Santa Gemma Galgani nel 1901]]
Secondo quanto riportato nel suo Diario e nell'Autobiografia, [[Gemma Galgani]], nel [[1899]], dopo avere emesso il voto di [[castità]], ebbe le prime esperienze [[misticismo|mistiche]].
 
Descrisse in seguito l'esperienza delle stigmate: l'8 giugno dello stesso anno, vigilia della festa del [[Sacro Cuore di Gesù|Sacro Cuore]], dopo essere caduta in [[estasi]] le apparve [[Gesù]] stesso {{citazione|con tutte le ferite aperte; ma da quelle ferite non usciva più sangue, uscivano come fiamme di fuoco, che in un momento solo quelle fiamme vennero a toccare le mie mani, i miei piedi, e il mio cuore. Mi sentii morire, sarei caduta in terra: ma la Madonna mi sorresse<ref>{{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/santa-gemmagalgani_(Dizionario-Biografico)|titolo=Dizionario Biografico degli Italiani: Santa Gemma Galgani|accesso=30 agosto 2012}}</ref>.}}
 
Da quel giorno il fenomeno delle stigmate, preceduto dall'estasi, si sarebbe ripetuto ogni settimana, dalla sera del giovedì al venerdì pomeriggio, cessando solo due anni prima della morte, avvenuta nel [[1903]].
 
===San Pio da Pietrelcina===
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Secondo quanto riportato dallo scrittore [[Sergio Luzzatto]], esistono testimonianze<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_24/luzzatto.shtml|titolo=Padre Pio, il giallo delle stigmate |pubblicazione=Corriere della Sera|autore=Sergio Luzzato|data=24 ottobre 2007|accesso=6 settembre 2011}}</ref> che indicherebbero come il frate "aiutasse" la permanenza di questi segni attraverso l'utilizzo di [[acido fenico]], sebbene altri dottori che sì hanno esaminato padre Pio, come Luigi Romanelli (15-16 maggio 1919) e Giorgio Festa (28 ottobre 1919), hanno affermato che le lesioni non erano superficiali, che non vi era edema o reazione infiammatoria nei tessuti circostanti,<ref name=Allegri>{{cita libro|Renzo| Allegri| A tu per tu con Padre Pio| 1995 | Mondadori | Milano}}</ref> e che non erano né prodotto di un traumatismo di origine esterna, né sono dovute all'applicazione di sostanze chimiche potentemente irritanti.<ref>{{cita libro|Saverio| Gaeta | Padre Pio, l'ultimo sospetto | 2008 | Piemme | Alessandria}}
</ref> Nel 2009 il professor Ezio Fulcheri, docente di [[anatomia patologica]] all'[[università di Genova]], dichiareràdichiara che, secondo la scienza, non esistono sostanze in grado di tenere aperte le ferite per cinquant'anni, impedendone la naturale evoluzione, senza complicazioni, senza conseguenze per i muscoli, i nervi, i tendini: "''Le dita del frate stimmatizzato erano sempre affusolate, rosee e pulite: con ferite che trapassavano il palmo e sbucavano sul dorso della mano, avrebbe dovuto avere le dita gonfie, tumefatte, rosse, e con un'importante impotenza funzionale''".<ref>{{Cita news|autore=Andrea Tornielli|url= http://www.ilgiornale.it/interni/le_stimmate_padre_pio_ecco_perche_non_sono_trucco/21-09-2009/articolo-id=384335-page=0-comments=1|titolo=Le stimmate di Padre Pio? Ecco perché non sono un trucco|pubblicazione=[[Il Giornale]]|giorno=21|mese=settembre|anno=2009}}</ref>
 
Le "stigmate" di padre Pio non includevano solamente le cinque ferite, ma anche, secondo le testimonianze, segni della flagellazione e segni della coronazione di spine, a volte invisibili, così come la [[transverberazione]] del petto<ref name=Allegri /><ref>{{cita libro | cognome= Bergadano | nome= Elena | titolo= Padre Pio: il profumo dell'amore | editore= Edizioni Paoline | città= Milano | anno= 1999|pp=42|citazione=Dopo le stigmate invisibili da lui stesso descritte, Padre Pio sperimentò anche la flagellazione e la coronazione di spine.}}</ref>
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=== Teresa Neumann ===
Un altro caso è quello della [[Servo di Dio|serva di Dio]] [[Teresa Neumann]], contadina tedesca, che ebbe nelle mani e nei piedi le stimmate, che attribuì alla passione di [[Gesù]]. Dall'anno [[1926]] ogni giovedì, fino alle 15 di ogni venerdì, la Neumann vedeva aprirsi queste misteriose ferite, che versavano copiosamente sangue per poi richiudersi. Il fenomeno durò 36 anni, fino al giorno della sua morte. Il caso fu controverso, in particolare per il verificarsi di altri fenomeni [[Mistica|mistici]]. Nel 1928 padre [[Agostino Gemelli]] incontrò la mistica, in qualità di medico e di commissario di [[papa Pio XI]], e dichiarò: "Avendo visitato con la massima attenzione Teresa Neumann, dichiaro che non c'è assolutamente nessuna traccia di isterismo e, naturalmente, che le sue condizioni non sono scientificamente spiegabili".<ref>{{cita libro|Paola | Giovetti| Teresa Neumann| 2007 | Edizioni San Paolo| Milano}}</ref>
 
Alcune fonti riportano che il professor Paul Martini (direttore della clinica medica dell'università di Bonn) l'ha sorvegliata durante alcune ricerche alla fine degli [[Anni 1920|anni venti]]; questi avrebbe osservato che il sangue iniziava a fluire dalle ferite solo dopo che lui veniva invitato ad uscire dalla stanza dove si trovava la Neumann come se qualcosa "dovesse esser nascosto agli osservatori"<ref>[http://books.google.it/books?id=hSmW_I8nonkC&pg=PA61&dq=martini+teresa+neumann&hl=it&sa=X&ei=oo6ET5qHFarg4QSQ6ZXtBw&ved=0CEIQ6AEwAg#v=onepage&q=martini%20teresa%20neumann&f=false]</ref><ref>Nickell, J. (1993). ''Looking for Miracle''. Prometheus Press; pag. 228</ref>. Lo stesso Martini dichiarò che un campione di sangue da lui prelevato per un'analisi risultò essere di origine [[Mestruazione|mestruale]]<ref>{{Cita web |url=http://www.skepticssa.org.au/html/stigmata.html |titolo=Stigmata<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=9 aprile 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120318090335/http://www.skepticssa.org.au/html/stigmata.html |urlmorto=sì }}</ref>. Inoltre, il fenomeno del sanguinamento, iniziato nel 1926, proseguì fino alla morte della mistica, avvenuta nel 1962 all'età di 64 anni. I sostenitori dell'autenticità dei fenomeni asseriscono che le ferite, non trattate, non sarebbero mai andate incontro a [[Infezione|infezioni]]<ref name=autogenerato1 />.
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Siamo abituati a vedere le stigmate come un fenomeno estatico che si localizza anatomicamente sui palmi e/o sui dorsi delle mani dei soggetti portatori. Questa posizione anatomica sembrerebbe storicamente scorretta, perché, in apparenza, una crocefissione in cui i chiodi fossero infissi sui palmi e i dorsi delle mani avrebbe provocato una grande lacerazione nonché frantumazione delle [[Mano|ossa della mano]]: infatti i tessuti molli e le ossa interessate non sono in grado di reggere il peso del corpo umano. Si è osservato che sul polso, nella parte finale dell'ulna e del radio nell'intercapedine che si collega alla mano esiste un piccolo spazio, definito di Destot, attraverso cui sarebbe estremamente semplice poter inserire un chiodo.
 
Queste due ossa, che formano i nostrigli avambracci, sono infatti disposte in modo da creare una intercapedine naturale attraverso cui venivano conficcati i chiodi per le crocifissioni. I reperti storici ci dimostrano come nella [[Palestina]] romana questa locazione fosse l'unica attraverso cui venivano fatti passare i chiodi di questa atroce condanna a morte; ogni resto umano ritrovato di persona sottoposta al supplizio presenta infatti delle lesioni e delle scheggiature proprio in corrispondenza di queste ossa. Verosimilmente, vera o falsa che sia, anche nella Santa Sindone custodita a [[Torino]] al crocifisso si nota la fuoriuscita dei chiodi dalla parte posteriore dei polsi, tra l'[[ulna]] e il [[radio (anatomia)|radio]]. Al riguardo, una disamina ampia ed articolata, con numerosi riferimenti bibliografici, riguardante gli studi anatomici che hanno asseverato tale collocazione dei chiodi, nonché il loro stesso utilizzo messo in discussione da alcune fonti, è contenuta in Eva Cantarella, I supplizi capitali in Grecia e a Roma, pagg. 190-198, Milano, Rizzoli, 1996 (1991).
 
La stimolazione meccanica effettuata sul nervo posto nello spazio di Destot porterebbe inoltre ad una flessione del dito pollice sul palmo della mano e infatti anche nell'immagine impressa nella [[Sindone]] il pollice non è visibile. Studi anatomici moderni hanno mostrato che i chiodi potevano essere infissi sulla mano, specificamente sulla parte superiore del palmo, con fuoriuscita dalla parte posteriore del polso, in una posizione tale da poter sopportare il peso di un corpo umano e al contempo senza fratturare le ossa della mano.<ref>{{cita libro|lingua=en|nome=Frederick|cognome=Zugibe|titolo=The crucifixion of Jesus : a forensic inquiry|url=https://archive.org/details/crucifixionofjes0000zugi|anno=2005|editore=M. Evans and Co.|città=New York}} L'autore è un rinomato patologo e medico legale, [[Frederick Zugibe]].</ref>