Utente:MCLampo/Sandbox/laura Merrick: differenze tra le versioni

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Laura, figlia di [[:en:Samuel_Vaughan_Merrick|Samuel Vaughan Merrick]] e Sarah Thomas, nacque ad [[Hallowell]] ([[Maine]]) il 18 settembre 1842 e visse a [[Filadelfia]], nel sobborgo di [[Germantown (Filadelfia)|Germantown]], fino alla fine degli anni Ottanta del XIX secolo.
 
Il padre ha avuto un ruolo attivo nello sviluppo economico e culturale della città di Filadelfia. PartecipòDal 1833 fu membro della [[American Philosophical Society|Società Filisofica Americana]] e nel 1824 partecipò alla fondazione del [[Franklin Institute]], uno dei principali luoghi di ricerca per la scienza e l’industria,. e nelNel 1835 dette avvio all'attività della fonderia Southwork<ref>{{Cita web|url=[https://www.philadelphiabuildings.org/pab/app/pj_display.cfm/3267|titolo=Southwark Foundry & Machine Co}}</ref>Southwork], che tra le altre commissioni costruì i fari in ferro lungo le scogliere della [[Florida]]; fu anche membro del consiglio cittadino e presidente della Ferrovia della [[Pennsylvania]].
 
Possiamo far ricondurre ilIl secondo cognome di Lauranome, Towne, si riconduce a un socio del padre, John Towne, con il quale entrò in società nel 1840 fondando la compagnia "Merrick & Towne", che produceva motori a vapore.
 
=== '''''Primi anni e istruzione''''' ===
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I suoi primi viaggi in Europa risalgono alla fine degli anni Sessanta dell'Ottocento.
 
Nel 1869 e nel 1870 visitò alcune tra le principali città europee, tra cui [[Roma]], [[Parigi]] e [[Ginevra]]. Risalgono a questo periodo le lettere che i genitori le hanno scritto e che sono tuttora conservate nell'archivio privato della Villa di Papiano.
 
Nel 1870 tornò nuovamente in America e nel 1880 era a Filadelfia sotto la potestà della madre, in seguito alla morte del padre.
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Quasi sicuramente si riferiscono al percorso dell'[[Orient Express]], l'unico treno transnazionale presente in Europa nel 1886. In tal caso la tratta prevedeva la partenza da [[Parigi]], fermate a [[Monaco di Baviera|Monaco]], [[Vienna]], [[Belgrado]] e la traversata del [[Danubio]] con il traghetto in direzione di [[Costantinopoli]].
 
Una fotografia conservata in uno scrittoio della Villa di Papiano la ritrae seduta su un calesse trainato da un cavallo e guidato con un uomo con il colbacco; sul retro è stato scritto l'appunto "Miss Laura in Russia".
 
=== '''''La Villa di Papiano a Lamporecchio''''' ===
Conobbe Emilio Torrigiani a Parigi, intorno agli anni Ottanta dell'Ottocento. All'epoca lui aveva circa sessanta anni e si trovava in Francia, dove svolgeva l'attività di [[postiglione]] nella tratta Parigi-Londra. In uno di questi spostamenti incontrò la nobildonna, che sembra fosse stata derubata di alcuni bagagli. Il Torrigiani le offrì il suo aiuto e da questo episodio ebbe inizio la loro amicizia<ref>{{Cita libro|autore=Claudio Ciattini|titolo=Sul filo della memoria. Fatti realmente accaduti a Porciano.|anno=1986|editore=Pro Loco Porciano e Comune di Lamporecchio}}</ref>.
 
Quando decise di acquistare una propria residenza fuori città si affidò a Emilio Torrigiani, che la indirizzò verso un antico casale vicino al suo paese di origine: Papiano. L'acquisto nel 1886, del quale fu incaricato Emilio come prestanome, avvenne pochi mesi dopo la tragica morte della maestra [[Italia Donati]].
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Gli interni della [[Villa di Papiano]], nota anche come "Villa dell'Americana", denotano la nota personale dettata dal suo gusto, confluita nell’ampio uso di elementi decorativi (stemmi araldici, grandi specchi, mantovane di pesante tessuto e arredi di legno scuro riccamente intagliati), un'ampia biblioteca, dipinti, collezioni di [[Vetro di Murano|vetri di Murano]] e [[cineserie]].
 
== '''Filantropia nella comunità dia Lamporecchio''' ==
Ricoprì un ruolo di rilievo nel paese di Lamporecchio sia dal punto di vista culturale che sociale. Fu un'importante filantropa: dette lavoro ad artigiani, operai e domestiche; sosteneva economicamente chi si trovava in situazioni di indigenza.
 
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Il punto tipico di Lamporecchio si riconosce per la tecnica, inconfondibile, con la quale venivano eseguiti gli spessi contorni delle figure; il punto era frutto di una particolare lavorazione del punto erba, che appariva come un cordoncino in rilievo sulla tela. La difficoltà non era tanto nell’imparare il punto, quanto nel dare alle figure forme armoniose, renderle “vive”. I soggetti che ricorrevano sui diversi manufatti erano grifoni, aquile, uccelli, cigni e cani, un bestiario analogo alle figure che si trovavano nei bassorilievi delle chiese romaniche pistoiesi e del [[Montalbano (monte)|Montalbano]]. Gli altri due soggetti ricorrenti erano “i fidanzati” e “l’albero della vita con frutti”.
 
L’insegnante della scuola era Clotilde Negroni, nata a [[Castel San Pietro Terme|Castel San Pietro dell'Emilia]] nel 1862 e morta a Lamporecchio nel 1931. La Negroni aveva portato con sé tutto il bagaglio culturale emiliano, le conoscenze e la maestria che a [[Bologna]] erano confluite nell’Aemilianell’[[Aemilia Ars]] (1898), la società protettrice di arti e industrie decorative dell’Emilia Romagna.
 
Per quanto ne sappiamo al momento, si ipotizza che la scuola sia terminata con l’inizio della [[Prima guerra mondiale]] oppure con la sua morte (1926); ovviamente le ricamatrici portarono avanti l’attività, ognuna per conto proprio, e trasmisero alle generazioni successive tecniche e disegni.
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=== '''''Firenze''''' ===
La prima testimonianza a Firenze è una firma apposta sul Libro dei Soci del [[Gabinetto Vieusseux|Gabinetto Viesseux]] il 10 ottobre del 1883. Dopo la firma scrisse: "Hotel de la Ville, 1 month, paid". L'hotel si affacciava sul [[Lugarno Vespucci]] ed era frequentato da stranieri. Nel Libro dei Soci rimane traccia anche di un suo soggiorno a Bagno alla Villa, alle Terme di [[Bagni di Lucca]], dal 9 giugno del 1884, per tre mesi.
La prima residenza in Toscana della quale siamo a conoscenza è un appartamento preso in affitto a Firenze sul [[Lungarno Corsini]], preso in affitto negli anni fra il 1891 e il 1893 circa; su alcuni biglietti da visita conservati nello scrittoio della villa troviamo un secondo Villino Merrick situato al numero 20 del [[Lungarno Vespucci]], che vendette nel 1905 per acquistare una casa a Roma.
 
LaSuccessivamente prima residenzaprese in Toscana della quale siamo a conoscenza èaffitto un appartamento preso in affitto a Firenze sul [[Lungarno Corsini]], preso in affitto negli anni fra il (1891 e il -1893 circa;). suSu alcuni biglietti da visita conservati nello scrittoio della villa troviamosi trova documentazione di un secondo Villino Merrick situato al numero 20 del [[Lungarno Vespucci]], che vendette nel 1905 per acquistare una casa a Roma.
 
In un altro esemplare di biglietti da visita compare la terza residenza in città, una Palazzina Merrick al numero 57 del viale Milton, sul torrente [[Mugnone]].
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Di solito trascorreva i mesi invernali a Firenze e usava arrivare a Papiano intorno al mese di aprile. Anche sui ''guest books'' conservati in villa, i primi ospiti compaiono proprio nei mesi primaverili. Ogni stagione tutto il personale di servizio si spostava al suo séguito ed era abitudine (necessaria) prenotare un intero scompartimento del treno per far viaggiare i suoi effetti personali. Due fotografie ritraggono il gruppo di coloro che lavoravano alle sue dipendenze proprio di fronte alla facciata interna della dimora fiorentina.
 
Con il passare degli anni e il sopraggiungere di problemi di salute diversi da quelli oculistici che l'avevano avvicinata alla campagna, la casa in città si dimostrò la residenza più adeguata; il suo decesso, nel 1926, avvenne qui.
 
=== '''''Roma''''' ===
Da alcune ricevute di affitto conservate all'interno dell'archivio privato di Papiano, si evince la sua prima residenza risulta essere stata alpresenza numeroa 3Roma difin viadal Balbo1902.
 
La sua prima residenza risulta essere stata al numero 3 di via Balbo (1902-1904).
Nel maggio 1905 acquistò una palazzina dotata di giardino al numero 41 della via Sallustiana, che rivendette nel 1911.
 
Una seconda residenza, denominata Villino Piaggio, fu affittata tra il 1904 e il 1905; si trovava al numero 10 di via Lucullo.
 
Nel maggio 1905 acquistò, infine, una palazzina dotata di giardino al numero 41 della via Sallustiana, che rivendette nel 1911.
 
== '''''Morte e sepoltura''''' ==
È deceduta a Firenze il 4 luglio del 1926, nella sua villetta al numero 57 del viale Milton.
 
Pochi mesi prima, il 22 gennaio, aveva dettato le sue ultime volontà ad Afrisio Vannacci, amministratore dei suoi beni dopo Emilio Torrigiani. Il testamento olografo fu aperto a Firenze il 7 luglio presso lo studio del notaio Brandini Lorenzo, alla presenza del Consolato Americano.
 
Nei registri dello Stato Civile del Comune di Lamporecchio il decesso fu registrato il giorno seguente; si presentarono nel nostro comune un commesso (Giuseppe Vestri) e un vinaio (Giuseppe Favilli), entrambi residenti a Firenze. Laura è dichiarata "possidente", nata a "Filadelfia (S. U. A.)" e "nubile (di nazionalità americana)".
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Per quanto riguarda lo spostamento della salma, non sono stati reperiti ancora dati certi; secondo la memoria orale, il cadavere fu imbarcato per gli Stati Uniti in una grande bara nera, lunga quasi due metri.
 
La sua tomba si trova a Philadelphia, al [[:en:Laurel_Hill_Cemetery|Laurel Hill Cemetery]], dove fu sepolta il 1° settembre dello stesso anno. La sua tomba è realizzata in pietra grigia e ha la forma di una croce celtica. Sul basamento a colonna sono incisi il suo nome, l'anno di nascita e quello di morte. Nello stesso luogo sono sepolti i genitori e molti altri membri della famiglia.
 
=== '''''La Villa di Papiano dopo la morte di Laura T. Merrick''''' ===
Attualmente la villa è privata, sottoposta a tutela della [[Soprintendenze|Soprintendenza]] Archeologia, Belle Arti e gliPaesaggio edificiper della complessocittà ospitanometropolitana alcunidi Firenze e le province di [[Provincia di Pistoia|Pistoia]] e [[Provincia di Prato|Prato.]] Alcuni edifici annessi ospitano appartamenti per soggiorni.
 
La villa è inserita nel circuito delle Case della Memoria<ref>{{Cita web|url=https://www.casedellamemoria.it/it/le-case-associate/towne-merrick-laura.html#43.826780538839/10.925388129556971/19|titolo=Case della Memoria}}</ref> e Case di Cittadini Illustri.
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Nell'appartamento di Laura sono conservati la sua numerosa biblioteca, l'archivio (corrispondenza privata, documenti relativi alla fattoria), vestiti e oggetti personali.
 
== '''Bibliografia''' ==
Michela Cammilli, ''Laura Towne Merrick a Papiano. La cultura anglo-americana nella Toscana di fine Ottocento'', Lamporecchio, Associazione Culturale Orizzonti, 2012