=== Francia ===
In questo paese la nascita di figli illegittimi veniva vista come un problema dai vertici dell'esercito tedesco perché considerata una contaminazione della razza germanica con quella degenerata francese, tanto che si arrivarono a proibire i rapporti sessuali con le autoctone.<ref>{{de}} Insa Meinen, ''Wehrmacht und Prostitution im besetzen Frankreich'', ed. Temen, 2000</ref> Ma ovviamente anche in Francia nacquero dei figli delladi guerra e, anche senonostante il matrimonio non erafosse possibile, si potevano ottenere permessi speciali mediante un test razziale. Per le madri in questione il [[governo di Vichy]] emanò nel 1941 una legge che permetteva loro l'anonimato e che i nascituri potessero andare in un [[brefotrofio]] od essere assegnati a famiglie affidatarie in attesa di essere adottati.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 125}}.</ref>
Anche qui si presentò il problema di quale nazionalità avessero questi bambini:, francese o tedesca?, avessero questi bambini. Da parte della Germania, i figli delladi guerra venivano considerati tedeschi se le madri erano reputate “razzialmente accettabili”, ovvero se provenivano da regioni come la [[Normandia]]. In totale in Francia nacquero 50.000-80.000<ref>Dati che non tengono in considerazione le regioni meridionali. Una stima proiettata all'intero territorio nazionale potrebbe raggiungere i 120000-200000.</ref> bambini franco-tedeschi che, a differenza di quelli nati in altri stati come la Norvegia, non erano considerati di grande valore. IlMadame maritoHuntzinger difondò madame“''La HuntzingerFamille du prisonnier''”, un'associazione per queste madri, facilitata dal fatto che suo marito, morto il 12 novembre 1941, era uno dei membri importanti del governo di Vichy e quindi le fu facile fondare “''La Famille du prisonnier''”, un'associazione per queste madri. Nel settembre 1944 l'ufficio degli affari sociali, retto dalla dottoressa Martha Unger, aveva ricevuto l'ordine di occuparsi didelle loromadri, sottraendosottraendole le madri daa madame Huntzinger e portandole presso il castello adi Chantilly, sorvegliato dalle SS, per poi condurle in Germania; nonostante tutto i figli venivano considerati ''de facto'' figli del padre. Verso la fine della guerra fu aperta a [[Lamorlaye]] una casa del Lebensborn chiamata Westwald.<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 131}}.</ref>
Così come negli altri paesi, alla fine della guerra le donne che avevano avuto a che fare con i tedeschi vennero punite mediante [[lassativo|purghe]] o taglio di capelli ed i loro figli vennero chiamati con toni dispregiativi come “figlio del nemico”, Fritz o ''boche'' (crucco).<ref>{{cita|Ericsson-Simonsen, 2007|p. 137}}.</ref>
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