Nata il 1º gennaio 1993, assieme alla [[Slovacchia]], dalla [[Divorzio di velluto|pacifica scissione]] della [[Cecoslovacchia]], che già dal 1990 aveva assunto il nome di [[Repubblica Federale Ceca e Slovacca]], la Repubblica Ceca fa parte dell'[[Unione europea]], dell'[[ONU]] e della [[NATO]] ed è uno degli Stati più sicuri al mondo, secondo il [[Global Peace Index]] 2019.<ref>{{cita web|url=http://visionofhumanity.org/app/uploads/2019/06/GPI-2019-web003.pdf|titolo=Global Peace Index 2019|sito=Vision of Humanity|lingua=EN|formato=PDF|accesso=7 ottobre 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190827155045/http://visionofhumanity.org/app/uploads/2019/06/GPI-2019-web003.pdf|urlmorto=sì}}</ref> Non ha adottato l'[[euro]] come valuta.
== Storia ==
{{vedi anche|Storia della Repubblica Ceca}}
<!--''Nota:'' nella lingua ceca non esiste distinzione tra gli aggettivi ''boemo'' e ''ceco'' (''Český'').-->
=== Dalle invasioni barbariche alla Grande Moravia ===
{{vedi anche|Regno di Samo|Grande Moravia}}
Nel [[I secolo a.C.]] la Boemia fu terra di conquiste da parte delle tribù germaniche, probabilmente i [[Suebi]] e [[Quadi]] e nello specifico le tribù dei [[Marcomanni]]. Ciò indusse le popolazioni dei Boi a spostarsi nei territori della moderna [[Svizzera]] e nel sudest della [[Gallia]], mentre le popolazioni che restarono vennero ben presto assorbite dai Marcomanni. Nel [[VI secolo]] d.C. il territorio boemo e moravo da essi occupato fu colonizzato da [[popolazioni slave]].
Nel [[VII secolo]] la Moravia fu il cuore del primo regno slavo, il [[Regno di Samo]], che si estendeva dal fiume [[Váh]] fino ai [[Monti Tatra|Tatra]]. Alla fine dell'[[VIII secolo]] si costituì il ''[[Principato di Moravia]]'', che nell'833, con la conquista del [[Principato di Nitra]] (l'odierna Slovacchia e parti dell'[[Ungheria]] settentrionale), divenne lo Stato della [[Grande Moravia]]. Con [[Svatopluk I]] il regno raggiunse la sua massima espansione: occupava il territorio delle odierne Repubblica Ceca e [[Slovacchia]], la parte occidentale dell'odierna Ungheria ([[Pannonia]]), oltre alla [[Lusazia]] (nell'odierna [[Germania]]) e alla [[Slesia]] e al bacino dell'alta [[Vistola]] (nella [[Polonia]] Meridionale).
Dopo la morte di Svatopluk, nell'895, i principi moravi lasciarono il regno per diventare [[Vassallo|vassalli]] di [[Arnulfo di Carinzia]], e lo Stato moravo cessò di esistere dopo le invasioni dei [[Magiari]] negli anni 906-7. A seguito della sconfitta di questi ultimi da parte dell'imperatore [[Ottone I di Sassonia]] nella [[battaglia di Lechfeld]] del 955, [[Boleslao I di Boemia|Boleslao I]] [[Přemyslidi|Přemyslide]], [[re di Boemia]] e alleato di Ottone, ricevette la Moravia. [[Boleslao I di Polonia]] annesse la Moravia nel 999 e la governò fino al 1019, quando il principe [[přemyslide]] [[Bretislao I di Boemia|Bretislao]] la riconquistò. Alla morte del padre nel 1035, Bretislao divenne anche regnante di Boemia. Nel 1054 Bretislao decretò che le terre boeme e morave sarebbero state ereditate assieme per [[primogenitura]], anche se dispose che il suo figlio minore dovesse governare parte della Moravia come vassallo del fratello maggiore.
=== Il Regno di Boemia ===
{{vedi anche|Regno di Boemia}}
Il Regno di Boemia (in ceco: České království; in tedesco: Königreich Böhmen; in latino: Regnum Bohemiae) fu uno Stato collocato nella regione della Boemia, in [[Europa centrale]], nei territori attualmente corrispondenti alla Repubblica Ceca.
Il Re di Boemia fu, per la maggior parte della storia del regno, anche un principe-elettore del [[Sacro Romano Impero]] sino alla dissoluzione di quest'ultimo nel 1806, e molti re di Boemia furono anche imperatori essi stessi. La capitale, [[Praga]], era de facto il centro del Sacro Romano Impero sul finire del XIV secolo, e nuovamente acquisì vigore tra il finire del XVI secolo e l'inizio del XVII secolo.
Dal 1526, il regno venne continuativamente governato dalla casa d'[[Asburgo]] prima e dagli [[Asburgo-Lorena]] poi. Dopo la dissoluzione del Sacro Romano Impero essa divenne parte dell'Impero austriaco come dominio diretto e dal 1867 entrò ufficialmente a far parte dell'[[Impero austro-ungarico]].
La Boemia rimase sempre formalmente un regno separato dal resto dei territori dell'Impero, limitandosi a essere inclusa come "terra della corona dell'[[Impero austriaco]]". Negli ultimi anni di esistenza dell'Impero austro-ungarico, la Boemia era la terra più avanzata ed economicamente prospera dei domini imperiali.
La [[lingua ceca]], definita ufficialmente boemo sino al XIX secolo, era la lingua ufficiale parlata in loco e utilizzata dal governo a partire dal 1627, sebbene il tedesco fosse largamente utilizzato per l'amministrazione e per diverse aree abitate in prevalenza da germanofoni. Infatti in quell'anno il tedesco venne ufficialmente equiparato al ceco come lingua che riuscì a prevalere nell'uso corrente.
La corte reale utilizzò il ceco, il latino e il tedesco come lingue ufficiali, a seconda del periodo storico. A seguito della sconfitta delle Potenze Centrali nella [[prima guerra mondiale]], l'Impero austro-ungarico si dissolse e la Boemia divenne parte della neonata Repubblica Cecoslovacca.
==== La dinastia dei Přemyslidi ====
{{vedi anche|Přemyslidi}}
Dopo essersi liberati dalla dominazione degli [[Avari]] nel VII secolo, gli abitanti della Boemia vennero governati, a partire dal [[IX secolo]] dalla dinastia dei [[Přemyslidi]] che continuò a regnare fino al 1306. Il primo sovrano a fare uso del titolo di ''[[Re di Boemia]]'' fu il duca [[Vratislao II di Boemia|Vratislav II]] nel 1085, seguito da [[Vladislao II di Boemia|Vladislao II]] nel 1158, tuttavia i loro eredi continuarono a fare uso del titolo nobiliare di [[duca|duchi]]. Il titolo di re divenne definitivamente ereditario a partire dal 1198 sotto il regno di [[Ottocaro I di Boemia|Ottocaro I]].
Per tutta l'era přemyslide, i principi giovani spesso governarono tutta o parte della Moravia da [[Olomouc]], [[Brno]] o [[Znojmo]], con diversi gradi di autonomia rispetto al regnante di Boemia. La Moravia raggiunse il massimo dell'autonomia nel 1182, quando l'imperatore [[Federico Barbarossa|Federico I]] elevò la Moravia allo status di [[Margravio|margraviato]] (o ''[[Marca (circoscrizione)|marca]]''), direttamente soggetto all'imperatore e indipendente dalla Boemia. Questo [[status]] ebbe vita breve: nel 1197 [[Vladislao III di Boemia]] risolse la disputa sulla successione tra lui e il fratello [[Ottocaro I di Boemia|Ottocaro]] abdicando dal trono boemo e accettando il margraviato di Moravia come vassallo della Boemia.
==== Lussemburgo, Asburgo e la guerra hussita ====
{{vedi anche|Hussiti|Moraviani}}
[[File:John of Luxemburg-Wedding.jpg|thumb|Matrimonio di [[Giovanni I di Lussemburgo]] e [[Elisabetta di Boemia (1292-1330)|Elisabetta di Boemia]], erede dei [[Přemyslidi]] a [[Spira (Germania)|Spira]] nel 1310]]
La dinastia přemyslide si estinse nel 1306 e nel 1310 [[Giovanni I di Boemia|Giovanni di Lussemburgo]] divenne re di Boemia, appartenente a una dinastia "straniera". Nel 1378 alla morte dell'imperatore [[Carlo IV di Lussemburgo|Carlo IV]], re di Boemia con il nome di Carlo I, salì al trono il figlio [[Venceslao IV]], osteggiato dalla nobiltà e dal fratello Sigismondo. Venceslao {{Chiarire|sarebbe morto|condizionale perché l'anno non è certo?}} nel 1419, poco dopo l'atto che avrebbe innescato la miccia rivoluzionaria [[hussiti|hussita]]. Fu il fratello a rivendicare la corona e a tentare di riportare all'obbedienza i rivoltosi, capeggiando contro di essi ben cinque crociate dagli esiti disastrosi. Solo nel 1436 riuscì, tramite l'accettazione dei [[Compactata]], a insediarsi sul trono. Tuttavia morì l'anno successivo senza eredi e dopo una breve parentesi con [[Alberto II d'Asburgo]], il trono boemo restò di nuovo vacante 1439. In questo vuoto di potere salirono alla ribalta alcune famiglie nobiliari tra cui i signori di Kunštát e Poděbrady, legati tra l'altro all'[[utraquismo]].
[[Giorgio di Poděbrady]] iniziò la sua carriera nell'amministrazione come prefetto della regione di [[Mladá Boleslav]]. Riuscì a entrare nell'organismo di governo della Boemia e nel 1448, in seguito a un tentativo cattolico di annullare i Compactata da lui sventato, nel 1453 prese il posto di governatore del regno fino alla salita al trono di [[Ladislao il Postumo]], che morì senza lasciare eredi.
A quel punto gli ordini del regno ne approfittarono per eleggere un monarca nazionale e la scelta cadde su Giorgio che nel 1458 fu incoronato re di Boemia e margravio di Moravia a dispetto delle vicine dinastie, [[Asburgo]] e [[Jagelloni]]. Nel 1466 [[papa Paolo II]] scomunicò Giorgio e vietò a tutti i cattolici di continuare a servirlo e nel 1469 [[Mattia Corvino]], [[re d'Ungheria]], conquistò la Moravia. Questa venne riunita alla Boemia nel 1490 quando [[Vladislao II di Boemia|Vladislao Jagellone]], che era succeduto a Giorgio come re di Boemia nel 1471, succedette anche a Matteo come re d'Ungheria. Nel 1526 [[Luigi II di Boemia|Luigi]], il figlio di Vladislao, morì in battaglia e [[Ferdinando I d'Asburgo]] venne eletto re di Boemia. La Moravia rimase assieme alla Boemia come possedimento asburgico fino al termine della [[prima guerra mondiale]].
=== Boemia e Moravia nell'Impero asburgico ===
[[File:Martin Kuthen-George of Podebrady.jpg|thumb|[[Giorgio di Poděbrady]], primo re hussita di Boemia]]
Nel XIX secolo Boemia e Moravia si trovavano alla periferia nord dell'Impero asburgico, ai confini della nuova potenza [[Regno di Prussia|prussiana]]. A seguito dell'accordo bipartito con l'Ungheria del 1867 (''[[Ausgleich]]''), Boemia e Moravia restarono nella parte austriaca della duplice monarchia ([[Cisleitania]]), mentre la Slovacchia passò sotto il controllo diretto di Budapest ([[Transleitania]]).
A seguito della [[primavera dei popoli]] si diffusero nell'Impero asburgico movimenti nazionali. Tra questi l'[[austroslavismo]] si prefiggeva il conseguimento dei propri obiettivi nazionali e nazionalistici all'interno dell'[[Impero asburgico]] anche attraverso la sua collaborazione. Le finalità di questo movimento erano varie e andavano dall'autodeterminazione dei cechi fino al [[trialismo]] sloveno e croato. L'austroslavismo venne proposto per la prima volta attorno alla metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]] dai liberali cechi, tra cui [[Karel Havlíček Borovský]], come opposizione al concetto di [[panslavismo]] ed in seguito venne completato da [[František Palacký]].
Verso fine Ottocento prese piede in Boemia e Moravia il movimento [[panslavismo|panslavista]] detto dei [[Sokol (movimento)|Sokol]] che reclamava pari diritti per i sudditi slavi della monarchia come per tedeschi e ungheresi, tanto che un congresso panslavo si era tenuto a [[Praga]] nel luglio 1908. Durante la [[crisi bosniaca|crisi diplomatica]] dell'inverno seguente, i cechi presero senza esitazioni le parti dei [[Regno di Serbia|serbi]] e il giorno del 60º anniversario dell'ascesa di [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] al trono a Praga dovette essere dichiarata la [[legge marziale]]. Il conflitto nazionale si riversò sulla monarchia: le attività parlamentari furono tutte bloccate dall'[[ostruzionismo]] dei parlamentari cechi.
Anche il [[Partito Socialdemocratico d'Austria]] non riuscì a controllare gli antagonismi fra le diverse nazionalità al suo interno. Nel 1899, al congresso del partito a [[Brünn]] i socialdemocratici avevano presentato un programma di riforma nazionale basato su [[federalismo]] democratico che accordava il diritto delle decisioni nazionali a unità territoriali formate in base alla nazionalità. [[Karl Renner]] e [[Otto Bauer]], che più tardi divennero leader del socialismo austro-tedesco, abbozzarono vari programmi per la soluzione del problema delle nazionalità in alcuni libri pubblicati tra il 1900 e il 1910. Tuttavia questi sforzi non riuscirono a impedire ai socialisti di dividersi anche lungo linee nazionali, tanto che nel 1910 i socialisti cechi si dichiararono indipendenti dal Partito Socialdemocratico d'Austria.
=== Storia della Cecoslovacchia ===
{{vedi anche|Storia della Cecoslovacchia}}
[[File:Portrait of Mucha's Daughter, Jaroslava - Alfons Mucha.jpg|thumb|[[Alfons Mucha]], ''Ritratto di Jaroslava''. Negli anni 1910 il pittore ''Liberty'' si diede all'[[espressionismo]] romantico, dipingendo il ciclo dell{{'}}''Epopea Slava''.]]
La lunga battaglia dei [[cechi]] contro i governatori austriaci e degli [[slovacchi]] contro gli ungheresi culminò nel 1916, durante la [[prima guerra mondiale]], quando venne creato il Consiglio Nazionale Cecoslovacco.<ref>Preclík, Vratislav. Masaryk a legie (Masaryk and legions), váz. kniha, 219 pages, first issue - vydalo nakladatelství Paris Karviná, Žižkova 2379 (734 01 Karviná, Czech Republic) ve spolupráci s Masarykovým demokratickým hnutím (Masaryk Democratic Movement, Prague), 2019, ISBN 978-80-87173-47-3, pages 22 - 81, 85-86, 111-112, 124–125, 128, 129, 132, 140–148, 184–209.</ref><br />L'indipendenza della Cecoslovacchia fu proclamata ufficialmente a Praga il 28 ottobre 1918. Gli slovacchi si unirono ufficialmente al nuovo Stato due giorni dopo nella città di [[Martin (Slovacchia)|Martin]]. Il nuovo governo fu caratterizzato dalla stabilità: la presidenza Masaryk durò ben diciassette anni, dato che [[Edvard Beneš]] gli successe soltanto nel 1935. Negli anni 1930 la Cecoslovacchia, per via delle sue minoranze germanofone ([[tedeschi dei Sudeti]]), divenne uno dei nuovi obiettivi dell'irredentismo nazista. Alla [[Conferenza di Monaco]] del settembre 1938 Praga dovette cedere alla Germania nazista parti della Boemia, della Moravia e della [[Slesia]]. Neanche due mesi dopo il [[primo arbitrato di Vienna]] la costrinse a cedere anche la Slovacchia meridionale, a maggioranza magiara, all'[[Ungheria]]. Il 14 marzo 1939 la Slovacchia di [[Jozef Tiso]] ottenne l'indipendenza come Stato satellite nazista. Hitler entrò quindi a Praga, stabilendo il [[Protettorato di Boemia e Moravia]].
Gli esiliati cecoslovacchi a [[Londra]] organizzarono il governo cecoslovacco in esilio, che fu riconosciuto dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] e riprese il controllo della Cecoslovacchia liberata a partire dal 1944. La fine della guerra vide l'espulsione dei [[tedeschi dei Sudeti]] (2,9 milioni), mentre la maggior parte degli [[Ungheresi in Slovacchia|ungheresi di Slovacchia]] decise di restare. La [[Rutenia subcarpatica]] fu inoltre ceduta all'URSS. Il governo cecoslovacco post-bellico era formato da una coalizione del [[Fronte Nazionale (Cecoslovacchia)|Fronte Nazionale]] tra Comunisti, Social-Democratici e Socialisti, oltre al [[Partito Popolare Cattolico]] (in Moravia) e al [[Partito Democratico (Cecoslovacchia)|Partito Democratico]].
Alle elezioni del 1946 il [[Partito Comunista di Cecoslovacchia]] (KSČ) si assicurò una larga maggioranza, anche se i comunisti restarono minoritari in Slovacchia. [[Edvard Beneš]] continuò a detenere la carica di Presidente, mentre il leader comunista [[Klement Gottwald]] divenne Primo ministro. In base agli ordini di Stalin, nel 1948 il Partito Comunista Cecoslovacco assunse il potere tramite la minaccia di un colpo di Stato armato e di un intervento sovietico, ed espulse i non comunisti dal governo ([[Colpo di stato cecoslovacco del 1948]]). Per vent'anni la Cecoslovacchia rimase a guida stalinista.
[[File:Praga 11.jpg|thumb|upright=1.4|Invasione sovietica dopo la [[primavera di Praga]], 1968]]
Nel 1968 con la [[primavera di Praga]] il partito, ora guidato da [[Alexander Dubček]], tenta di introdurre una liberalizzazione della vita politica, culturale ed economica per realizzare "un socialismo dal volto umano", ma in agosto l'intervento militare sovietico mette fine al nuovo corso. Dubcek e i suoi collaboratori devono prima capitolare alle condizioni sovietiche (ripristino della censura, reintegrazione dei vecchi dirigenti, allontanamento degli intellettuali e degli uomini non graditi all'URSS) e sono quindi destituiti ed espulsi. Per altri vent'anni la Cecoslovacchia resta nell'ortodossia sovietica.
Manifestazioni anticomuniste hanno inizio dal 1988 a [[Bratislava]], allargandosi quindi al resto del paese. La repressione della rivolta studentesca da parte della polizia porta alla formazione del Forum Civico, guidato dallo scrittore e dissidente [[Václav Havel]], che ottenne il sostegno popolare di milioni di cechi e di slovacchi che formarono il [[Pubblico contro la violenza]]. Nella [[Rivoluzione di Velluto]] il partito comunista cecoslovacco accettò di condividere il potere.<br />Havel fu eletto Presidente della Cecoslovacchia il 29 dicembre e fu formato un governo di coalizione, in cui il Partito Comunista ebbe la minoranza dei ministeri. Le prime elezioni libere dal 1946 in Cecoslovacchia si tennero nel 1990, senza incidenti, con la vittoria del [[Forum Civico]] e del [[Pubblico contro la violenza]].<br />Nel 1992 gli slovacchi chiesero maggiore autonomia bloccando il funzionamento del governo federale. Nelle elezioni del 1992, il [[Partito Democratico Civico (Repubblica Ceca)|Partito Democratico Civico]] di [[Václav Klaus]] vinse nelle terre ceche, con la proposta di una riforma economica. Nell'ultima metà dell'anno Klaus e Mečiar giunsero a un accordo secondo il quale le due repubbliche si sarebbero separate alla fine dell'anno.
[[File:Prague November89 - street.jpg|thumb|upright=1.4|Corteo di protesta nel novembre 1989 a Praga ([[Rivoluzione di velluto]])]]
=== Repubblica Ceca indipendente ===
I membri del Parlamento della Cecoslovacchia, divisi lungo le linee nazionali, cooperarono per la formazione della legge di divisione. Nel gennaio del 1993 furono proclamate pacificamente e simultaneamente la Repubblica Ceca e la [[Slovacchia]]: entrambi i nuovi Stati ottennero subito il riconoscimento degli Stati Uniti e dell'Unione europea.
La Repubblica Ceca ha aderito all'Unione europea dal 1º maggio 2004, mentre ha aderito all'[[Spazio Schengen|area Schengen]] il 21 dicembre 2007. Dei circa 55,21% degli aventi diritto di voto che hanno partecipato al referendum per l'entrata nell'UE, hanno votato per l'adesione circa il 77,33%, pari al 42,7% circa di tutti gli aventi diritto al voto. La Repubblica Ceca è stata ammessa alla [[NATO]] nel 1999.
== Geografia ==
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