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*Oratorio della Nunziatina, edificio seicentesco un tempo appartenuto a Confraternite cittadine e poi caduto in rovina, fu ristrutturato e riccamente decorato a più riprese da [[Andrea Polinori]] e da altri artisti; all'interno sono due tele settecentesche di [[Francesco Maria Mannucci]] raffiguranti ''San Francesco che riceve le stimmate'' e ''L’estasi di San Bernardo da Chiaravalle''. [[Giuseppe Stufelli]] è invece l'autore della decorazione settecentesca dell'altare del Beato Jacopone. All'altare era in origine una tela con l'Annunciazione, attribuita a [[Lazzaro Baldi]] ed oggi nel Palazzo Vescovile.<ref>Francesco Campagnani, ''Note sulla pittura del Settecento a Todi: il caso di Giacinto Boccanera da Leonessa'', in ''Colligite Fragmenta'. Bollettino di storia, arte e cultura della Diocesi di Orvieto-Todi'', X (2018), pag. 319, n. 3 e 4.</ref>
*Chiesa di Sant'Antonio Abate, corredata di una pala d'altare di [[Bartolomeo Barbiani]], firmata e datata 1619, raffigurante la ''Madonna col Bambino e i Santi Crispino e Crispiniano''. La volta fu affrescata dallo stesso Barbiani, firmata e datata 1642 e da [[Andrea Polinori]].<ref>Liliana Barroero, ''Bartolomeo Barbiani'', in Liliana Barroero, Vittorio Casale, Giorgio Falcidia, Fiorella Pansecchi, Giovanna Sapori e Bruno Toscano (a cura di), ''Pittura del Seicento. Ricerche in Umbria'', catalogo di mostra, Venezia, 1989, pag. 199.</ref>
* Chiesa di San Filippo Benizi, costruita alla metà del Quattrocento come ricovero per un'immagine miracolosa della Madonna col Bambino in trono che prese il nome di Madonna delle Grazie esteso anche alla titolazione della prima chiesa. Tra 1490 e 1507 la chiesa fu ricostruita
* Chiesa dei Santi Filippo e [[Giacomo il Minore|Giacomo]], le prime notizie risalgono al [[1276]], mentre la cripta all'[[XI secolo]] (adibita a luogo di sepoltura). Nel [[XVII secolo|1600]] fu annessa all'adiacente [[monastero]] benedettino. Una volta chiusa la [[cripta]] vi fu adibito un ossario. Anche l'abside fu chiusa per consentire l'apertura di tre finestre e la copertura di due [[volte a crociera]] e la costruzione del [[campanile]] a vela. Nel periodo della sconsacrazione la chiesa venne adibita a falegnameria. Recentemente, in un restauro, si è riportato l'aspetto più o meno originario con gli [[affresco|affreschi]] e gli [[ex voto]] quattrocenteschi.
* [[Chiesa di Santo Stefano (Todi)|Chiesa di Santo Stefano]], situata presso la ''Porta Fratta'', ospitava, secondo la tradizione tuderte, le spoglie dei [[San Felicissimo|santi Felicissimo]], [[Sant'Eraclio|Eraclio]] e Paolino. Solo nel [[1584]], con un'ordinanza comunale, si iniziò la ricerca dei resti sacri, impresa che pare riuscire secoli più tardi, nel [[1766]], quando vennero trovati addirittura 23 corpi. La chiesa è ordinata in modo da raccogliere attraverso la porta d'ingresso le prime luci del mattino, simbolo ecclesiastico della luce divina;
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