Papa Pio IX: differenze tra le versioni

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Quando Pio IX rientrò a Roma, nel [[1850]], la situazione dello Stato era peggiorata: il bilancio presentava un deficit di ben due milioni di scudi. Le finanze erano vicine al dissesto. L'amministrazione pontificia, ripreso il controllo dell'economia, cominciò un'opera di risanamento che portò in otto anni al pareggio di bilancio.<ref>{{Cita news|autore=Andrea Tornielli|url=http://christusveritas.altervista.org/il_risorgimento_il_buon_governo_dell_ultimo_papa.htm|titolo=Il buon governo dell'ultimo Papa Re|pubblicazione=il Timone|accesso=15 dicembre 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140407223204/http://christusveritas.altervista.org/il_risorgimento_il_buon_governo_dell_ultimo_papa.htm|urlmorto=sì|mese=maggio|anno=2004}}</ref> Il carico fiscale dei cittadini era molto al di sotto della media europea, il che si tradusse in un afflusso di residenti stranieri a Roma, molti dei quali non cattolici, che creò problemi in quanto il loro culto pubblico non era permesso. Il papato reagì con nuove tasse sui consumi per articoli di lusso e sulla birra, e un'esenzione dalle tasse immobiliari di case a basso costo per residenti a lungo termine. Un problema dopo il 1850 fu la moneta senza valore introdotta dal governo rivoluzionario repubblicano nel 1848 che fu accettata e scambiata a un valore inferiore dal tesoro papale.<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Josef Schmidlin|titolo=Papstgeschichte|ed=Köstel-Pusztet München|annooriginale=1922-1939|volume=Vol. I-IV}}</ref> Molte critiche alle politiche economiche di Pio IX includevano l'argomento secondo cui il Papa manteneva a Roma vaste aree per l'agricoltura e la silvicoltura a spese del potenziale sviluppo industriale.
 
Pio IX continuò poi la politica riformista già attuata nei primi due anni di pontificato: il 14 agosto [[1850]] {{Senza fonte|con una legge unica nell'[[Europa]] dell'epoca}} stabilì disposizioni per tutto lo Stato Pontificio per la tutela e formazione dei [[Sordomutismo|sordomuti]], mentre il 12 settembre [[1850]] con un ''[[motu proprio]]'' riordinò il Consiglio di Stato (che nello Statuto compariva come organo meramente tecnico), istituì una nuova Consulta delle Finanze ed elargì una nuova e più ampia [[amnistia]].
 
Il decennio successivo al 1850 vide una crescita economica costante nello Stato Pontificio, come nel resto degli Stati italiani. Il [[settore primario]] era fondato sulla coltivazione della canapa e l'allevamento dei [[baco da seta|bachi da seta]]. Questi prodotti venivano esportati in notevole quantità. Tutto il commercio, interno ed estero, beneficiò della fase di crescita dell'economia.<ref>{{cita|Orlandi|p. 112|Orlandi-Achille}}.</ref> Successivamente Pio IX stanziò degli investimenti per favorire lo sviluppo dello Stato.<ref>Secondo la ''Storia d'Italia'' Einaudi, tali riforme risultarono tuttavia tardive e, in molti casi, inefficaci. Cfr ''Ibidem'', p. 169</ref> Fra le principali opere pubbliche cominciate o portate a compimento nello Stato della Chiesa a metà dell'Ottocento vi furono: