Papa Leone I: differenze tra le versioni

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[[File:Leo - Sermones, adi XXI di maggio MCCCCLXXXV - 2397763 S.jpg|thumb|''Sermones'']]
Leone intraprese una lotta ancora più grande contro il [[Manicheismomanicheismo]]. I manichei erano fuggiti dall'[[Africa (provincia romana)|Africa]] invasa dai [[Vandali]], si erano stabiliti a Roma, e vi avevano fondato una comunità segreta. Il Papa ordinò ai fedeli di denunciarli ai presbiteri e, nel 443, insieme ai senatori ed ai presbiteri stessi, istruì di persona un'inchiesta, nel corso della quale furono esaminati i capi di questa comunità. In molti dei suoi [[Sermone|sermoni]] esortò, con grande enfasi, i cristiani di Roma affinché stessero in guardia contro questa che la Chiesa ortodossa considerava un'eresia, e li incaricò ripetutamente di dare informazioni sui seguaci, le loro abitazioni, i loro simpatizzanti, ed i loro appuntamenti<ref>''Sermo'' IX, 4, XVI, 4; XXIV, 4; XXXIV, 4 sq.; XLII, 4 sq.; LXXVI, 6</ref>.
 
In questo periodo nella città di Roma vennero convertiti ed ammessi alla confessione un certo numero di manichei; coloro che si rifiutavano di abiurare, in ossequio agli editti imperiali, furono banditi. Il 30 gennaio 444 il papa inviò una lettera a tutti i vescovi italiani, alla quale allegò i documenti dei procedimenti istruiti nei confronti dei manichei romani. In questa lettera li esortava a rimanere vigili e a denunciare qualsiasi manicheo<ref>Ep. VII.</ref>. Il 19 giugno 445 l'imperatore [[Valentiniano III]], probabilmente su insistenza del papa, emise un editto in cui stabiliva sette punizioni per i manichei<ref>''Epist. Leonis'', ed. Ballerini, I, 626; ep. VIII ''inter Leon. ep.''.</ref>.