Carlo III di Spagna: differenze tra le versioni
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|nome = Carlo III di Spagna
|immagine = Carlos III con el hábito de su Orden (Palacio Real de Madrid).jpg
|legenda = ''Carlos III con el hábito de [[Ordine di Carlo III|su Orden]]'' di [[Mariano Salvador Maella]],
|titolo = [[Sovrani di Spagna#Borbone (Prima Reggenza, 1700-1808)|Re di Spagna e delle Indie]]
|sottotitolo =
|stemma = Royal Greater Coat of Arms of Spain (1761-1868 and 1874-1931) Version with Golden Fleece and Order of Charles III Collars.svg
|inizio regno = 10 agosto [[1759]]
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|predecessore = [[Ferdinando VI di Spagna|Ferdinando VI]]
|successore = [[Carlo IV di Spagna|Carlo IV]]
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|sottotitolo2 = come '''Carlo
|inizio regno2 = 3 luglio [[1735]]
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|altrititoli = [[Infante|Infante di Spagna]] <small>([[1716]]-[[1759]])</small><br />[[Gran principe di Toscana]] <small>([[1732]]-[[1735]])</small>
|nome completo = in [[lingua spagnola|spagnolo]]: ''Carlos Sebastián de Borbón y Farnesio''
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|luogo di morte = [[Madrid]]
|luogo di sepoltura = [[Cripta Reale del Monastero dell'Escorial]]
|casa reale = [[Borbone di Spagna]]<br />[[Borbone
|padre = [[Filippo V di Spagna]]
|madre = [[Elisabetta Farnese]]
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|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato [[duca di Parma e Piacenza]] con il nome di '''Carlo I''' dal
}}
{{Casa dei Borboni (Spagna)}}
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Il 2 agosto 1718, attraverso il [[trattato di Londra (1718)|trattato di Londra]], anche il [[Sacro Romano Impero]] aderì alla coalizione contro la Spagna, che prese quindi il nome di Quadruplice Alleanza. Come condizione di pace le quattro potenze imposero a Filippo V di aderire al trattato di [[Londra]], che prevedeva la sua rinuncia a ogni pretesa sugli stati italiani; ma il sovrano spagnolo rifiutò, dando così inizio alla [[guerra della Quadruplice Alleanza]]. Il conflitto si concluse con una nuova sconfitta spagnola, e a pagarne le conseguenze politiche fu soprattutto l'Alberoni, che fu esautorato ed espulso dalla Spagna. Infine, con la [[trattato dell'Aia (1720)|pace dell'Aia]] del 1720, Filippo V fu costretto ad accettare le disposizioni del trattato di Londra.
Per quanto riguardava i diritti dinastici di don Carlo sul Granducato di Toscana e sul Ducato di Parma e Piacenza, il trattato stabiliva che, in caso di estinzione delle linee maschili dei Medici e dei Farnese, poiché sia Elisabetta Farnese sia l'imperatore [[Carlo VI d'Asburgo]] li rivendicavano, questi sarebbero stati considerati feudi maschili del Sacro Romano Impero, ma nel caso in cui anche la linea maschile della [[Casa d'Asburgo|casa imperiale]] si fosse estinta, la successione sarebbe spettata al primogenito della regina di Spagna in qualità di feudatario dell'imperatore, che
[[File:Carlos III, niño.jpg|thumb|upright|left|Don Carlo all'età di undici anni, [[Jean Ranc]], 1727, [[Museo del Prado]], Madrid]]
Dopo la guerra
Nel 1725 i francesi ruppero il fidanzamento di Luigi XV con l'infanta Marianna Vittoria, e per rappresaglia gli spagnoli sciolsero anche quello tra don Carlo e Filippa Elisabetta, che fu rimandata in Francia insieme alla regina vedova sua sorella.<ref>{{cita|Acton|p. 31}}.</ref>
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Alla morte del duca [[Antonio Farnese]], avvenuta il 20 gennaio 1731, il [[Wirich Philipp von Daun|conte Daun]], governatore austriaco di [[Milano]], ordinò l'occupazione del ducato farnesiano in nome di don Carlo, feudatario dell'imperatore in virtù del trattato di Londra.<ref name=Londra5/> Tuttavia il defunto duca di Parma nel suo testamento aveva nominato come erede il «ventre pregnante» della moglie [[Enrichetta d'Este]], da lui a torto creduta incinta, e istituito un [[consiglio di reggenza]], che protestò per l'occupazione del ducato, perché, se la duchessa vedova avesse partorito un maschio, questo avrebbe scavalcato il primogenito di Elisabetta Farnese nella linea di successione al trono ducale. Esaminata da un gruppo di medici e levatrici, Enrichetta fu dichiarata incinta di sette mesi, ma molti, tra cui la regina di Spagna, consideravano il suo stato interessante una messinscena.<ref>{{cita|Botta|pp. 104-105}}; {{cita|Drei|pp. 287-288}}.</ref>
Il [[
Il 22 luglio la Spagna aderì al [[trattato di Vienna (1731)|secondo trattato di Vienna]],
Una volta verificata l'inesistenza della gravidanza di Enrichetta d'Este, il commissario apostolico Oddi prese possesso del ducato in nome della Santa Sede, mentre il plenipotenziario imperiale in Italia, il conte [[Carlo Borromeo Arese]], fece lo stesso in nome di don Carlo. Infine prevalsero le ragioni imperiali e spagnole, cosicché il 29 dicembre la reggenza di Parma in nome dell'infante fu affidata a [[Dorotea Sofia di Neuburg]], sua nonna materna e contutrice (l'altro contutore era il granduca di Toscana [[Gian Gastone de' Medici]]), nelle cui mani giurarono i rappresentanti di Parma e Piacenza, e i deputati delle comunità di [[Cortemaggiore]], [[Fiorenzuola]], [[Borgo Val di Taro]], [[Bardi (Italia)|Bardi]], [[Compiano]], [[Castell'Arquato]], [[Castel San Giovanni]] e della [[Val Nure]]. L'Oddi fece stampare a [[Bologna]] una protesta contro il giuramento, mentre il vescovo Marazzani fu inviato dalla reggente Dorotea per fare in modo che, in cambio dell'investitura papale, l'infante riconoscesse i diritti feudali della Chiesa e pagasse un tributo annuo a Roma; ma tali trattative non ebbero esito.<ref>{{cita|Botta|pp. 106-108}}.</ref>
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In compenso studiava [[pittura]] e [[incisione]] e praticava diverse attività fisiche, [[pesca (attività)|pesca]] e [[caccia]] soprattutto.<ref>{{cita|Gleijeses|p. 48}}.</ref> Sir Horace Mann, diplomatico britannico a Firenze, racconta che la sua passione per la caccia era tale che a Palazzo Pitti «si divertiva a tirare con arco e frecce gli arazzi che pendevano dalle pareti delle sue stanze, ed era diventato talmente abile in ciò, che era raro che non colpisse l'occhio a cui mirava».<ref>{{cita|Acton|pp. 17-18}}.</ref> Molto religioso e particolarmente rispettoso dell'autorità materna, don Carlo aveva però un carattere allegro ed esuberante. Il suo aspetto era caratterizzato da un naso molto pronunciato:<ref group=N>Questa caratteristica lo accomuna a suo figlio Ferdinando IV di Napoli, soprannominato "Re Nasone" dai suoi sudditi.</ref> era descritto infatti come «un ragazzo bruno, magro in viso, con tanto di naso, e sgraziato quanto mai».<ref>{{cita|Schipa|p. 74}}.</ref>
Il 24 giugno, festa del patrono di Firenze,
Nel 1733 la decisione di don Carlo di rinnovare le antiche pretese farnesiane sui territori laziali di [[Castro (Lazio)|Castro]] e [[Ronciglione]], tolti ai Farnese e annessi allo [[Stato Pontificio]] da [[papa Innocenzo X]] nel 1649,<ref>Per approfondire, vedi la voce [[Ducato di Castro]].</ref> provocò nuove tensioni con la [[Santa Sede]].<ref>{{cita|Muratori|p. 6}}.</ref>
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Nel 1733, la morte di [[Augusto II di Polonia]] scatenò una crisi successoria che ruppe il già precario equilibrio europeo, e la [[Guerra di successione polacca|guerra che ne derivò]] vedeva sul fronte italiano [[Francia nell'età moderna|Francia]] e [[illuminismo in Spagna|Spagna]], alleatesi con il primo [[patto di famiglia]] borbonico, fronteggiare l'[[arciducato d'Austria|Austria]] con l'appoggio dei [[Casa Savoia|Savoia]].
Agli spagnoli fu affidato un ruolo marginale nell'Italia settentrionale, ma il principale obiettivo di [[Elisabetta Farnese]] era conquistare per il figlio i territori più estesi tra quelli che il [[trattato di Utrecht]] aveva tolto alla Spagna: il [[regno di Napoli]] e il [[regno di Sicilia]]. Questi territori appartenevano ormai tutti all'Austria, da quando, nel 1720,
La guerra forniva alla Farnese l'occasione di conquistare i due regni del Meridione d'Italia per il figlio, cosicché negli anni 1734-1735 la Spagna intraprese una vittoriosa campagna militare sottraendo i due regni agli austriaci. Il comando dell'esercito spagnolo, nominalmente in mano a Carlo, era nei fatti esercitato da [[José Carrillo de Albornoz, duca di Montemar|José Carrillo de Albornoz, conte di Montemar]]
L'anno successivo
In un primo momento, per non irritare l'imperatore Carlo VI, il [[papa Clemente XII]] si rifiutò di concedere l'investitura al nuovo sovrano.
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[[File:0712 - La Zisa Lapidi - Foto G. Dall'Orto.jpg|thumb|upright|Lapide all'interno del [[La Zisa|palazzo della Zisa]] a Palermo che reca il nome di Carlo III, re delle Due Sicilie (''Carolo III, utriusque Siciliae Rege''), 1757]]
Carlo fu
{{Citazione|Egli è vero, che i Napolitani non si avanzarono a determinare il numero non sapendo se dovessero dirlo sesto, o settimo, o pure ottavo. Se non si voleva tener conto dell'Imperadore,<ref group=N>L'imperatore [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]] aveva ottenuto i due regni nel corso della [[guerra di successione spagnola]] togliendoli a [[Filippo V di Spagna|Filippo V]], padre di Carlo di Borbone, ed era quindi considerato un usurpatore.</ref> era d'uopo chiamarlo Carlo VI; ma se, come francese della famiglia [[Borbone]], si volesse fra la serie de' re di Napoli porre [[Carlo VIII di Francia|Carlo VIII]], re di Francia,<ref group=N>Carlo VIII di Francia, rivendicando l'eredità degli [[Angioini]], nel 1495 occupò per pochi mesi il Regno di Napoli, proclamandosi re con il nome di Carlo IV in opposizione ai sovrani della dinastia aragonese allora regnante. Il successivo re di Napoli di nome Carlo, il re di Spagna e imperatore [[Carlo V d'Asburgo]], fu chiamato anch'egli Carlo IV di Napoli, escludendo il re francese dalla numerazione.</ref> bisognava dirlo Carlo VII. Ma in ciò fortemente ripugnavano gli Spagnoli, che non volevan soffrire che di quel re francese si avesse conto; sicché, saviamente, non vi poser numero alcuno. [...] Ma i Siciliani, poiché essi non aveano l'imbroglio del re Carlo VIII, francamente omesso l'Imperadore, nelle loro monete, che pur mi furon mostrate a Venezia, determinarono il numero e dissero ''Carolus III, Siciliae rex''; poich'essi, che non erano stati sotto i re angioini,<ref group=N>La Sicilia si sottrasse al dominio angioino nel 1282 con i [[Vespri siciliani]], sicché i siciliani non contavano tra i loro re [[Carlo I d'Angiò|Carlo I]], [[Carlo II d'Angiò|Carlo II]] e [[Carlo III di Napoli]].</ref> non riconoscevano altri Carli re di Sicilia se non [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] imperadore e [[Carlo II di Spagna|Carlo II]] re di Spagna.<ref name=Giannone>{{cita libro|Pietro|Giannone|wkautore=Pietro Giannone|Vita scritta da lui medesimo, capitolo nono|2003|Biblioteca Italiana|Università di Roma "La Sapienza"|cid=Giannone}}</ref>}}
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Per tutti questi motivi il nuovo sovrano preferì usare in ogni suo decreto una titolatura priva di numerazioni:
{{Citazione|lingua=la|Carlo per la Grazia di Dio Re di entrambe le Sicilie e di Gerusalemme, etc. Infante di Spagna, Duca di Parma, Piacenza, Castro, etc. Gran Principe Ereditario di Toscana, etc.||Carolus Dei Gratia Rex utriusque Siciliae, Hyerusalem,<ref group=N>''Rex Neapolis'' fino all'incoronazione del 3 luglio 1735 a Palermo.</ref> &c. Infans Hispaniarum, Dux Parmae, Placentiae, Castri, &c. ac Magnus Princeps Haereditarius Hetruriae, &c.<ref>Si veda questo {{cita testo|url=http://www.mcu.es/ccbae/en/consulta/resultados_navegacion.cmd?busq_autoridadesbib=BAA20060835350|titolo=elenco di decreti}} conservati negli archivi statali spagnoli. URL consultato il 18-4-2011.</ref>}}
=== Pace con l'Austria e matrimonio ===
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[[File:Carlo III.jpg|sinistra|miniatura|verticale|Monumento a Carlo III del 1859, opera dello scultore [[Saro Zagari]]<ref>{{Cita web|url = http://www.comune.messina.it/turismo/itinerari-turistici/statue/carlo-iii.aspx|titolo = Sito del comune di Messina|accesso=25 agosto 2015}}</ref>, in [[Felice Cavallotti|piazza Felice Cavallotti]] a [[Messina]]]]
I negoziati per la conclusione del conflitto portarono alla firma dei preliminari di pace del 3 ottobre 1735, le cui disposizioni furono poi confermate il 18 novembre 1738 dal terzo trattato di Vienna. La coalizione borbonico-sabauda vinse la guerra, ma il trono polacco fu occupato dal candidato austro-russo [[Augusto III di Polonia|Augusto III]], già [[principe elettore]] di [[Sassonia]],
Carlo di Borbone fu riconosciuto da tutte le potenze europee come legittimo sovrano dei due regni, e gli fu ceduto anche lo [[Stato dei Presidi|Stato dei Presìdi]], a condizione che questi stati rimanessero sempre separati dalla corona di Spagna. Intanto, con la corte a Napoli, mantenne nel regno di Sicilia la figura del [[viceré di Sicilia|viceré]] inviandovi nel 1737 [[Bartolomeo Corsini (diplomatico)|Bartolomeo Corsini]], ma anche quella del [[parlamento siciliano]].<ref>{{cita testo|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-corsini_(Dizionario-Biografico)|titolo=Dizionario biografico Treccani}}</ref>
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A partire dal 1739 furono varati diversi progetti per il riordino del complesso legislativo napoletano, reso caotico dalla coesistenza di undici legislazioni: romana, longobarda, normanna, sveva, angioina, aragonese, spagnola, austriaca, feudale ed ecclesiastica.<ref>{{cita|Colletta|p. 57}}.</ref> Il più ambizioso era quello che prevedeva non solo la consolidazione e la raccolta delle prammatiche, ma la redazione di una vera e propria codificazione, il ''Codice Carolino'', a cui lavorò una giunta composta, tra gli altri, dai giuristi [[Michele Pasquale Cirillo]] (che ne fu il principale promotore e artefice) e [[Giuseppe Aurelio di Gennaro]] e dal principe di San Nicandro [[Domenico Cattaneo]]. L'opera rimase per lungo tempo incompiuta e fu pubblicata per intero solo nel 1789.
Un'altra importante riforma fu quella del sistema fiscale, attuata attraverso l'istituzione del [[catasto onciario]],
Il Re si scontra con l'onnipotenza dei baroni; in questa direzione avviene il recupero degli “arrendamenti”, termine con il quale si intende un insieme di diritti pubblici come le dogane, le gabelle, i monopoli di produzione e di scambio, i diritti contributivi sulle merci immagazzinate; questa politica permette di diminuire il potere baronale e a restituire la capacità direttiva in campo economico<ref>{{Cita libro|titolo=Un regno che é stato grande, Gianni Oliva|pp=68}}</ref>
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Furono inoltre firmati patti di commercio e navigazione con la [[Svezia]] (30 giugno 1742)<ref>{{cita|del Pozzo|p. 44}}.</ref>, la [[Danimarca]] (6 maggio 1748)<ref>{{cita|del Pozzo|p. 56}}.</ref> e l'[[Province Unite|Olanda]] (27 agosto 1753)<ref>{{cita|del Pozzo|p. 63}}.</ref>, e confermati i vecchi con la [[Spagna]], la [[Francia]] e la [[Regno di Gran Bretagna|Gran Bretagna]].
Carlo fondò inoltre scuole per la produzione d'importanti manifatture artistiche: la Real Fabbrica degli [[Arazzo|Arazzi]] (1737) e il Real Laboratorio delle [[Pietre dure]] (1738), nei pressi della [[Chiesa di San Carlo alle Mortelle]], diretti da artisti fiorentini invitati a trasferirsi a Napoli dopo la morte di Gian Gastone de' Medici; la [[porcellana di Capodimonte|Real Fabbrica della Porcellana]] di [[Capodimonte (Napoli)|Capodimonte]] (1743), costruita dopo il matrimonio con Maria Amalia, in cui lavoravano operai provenienti dall'[[porcellana di Meissen|antica fabbrica]] di [[Meißen]], che l'elettore di Sassonia, suo suocero, inviò a Napoli;<ref group="N">Chiusa e trasferita nel [[palazzo del Buen Ritiro]] a Madrid dopo la partenza di Carlo per la Spagna nel 1759, fu rifondata nel 1771 da Ferdinando IV
=== Politica estera ===
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=== Giudizio storiografico ===
[[File:Palazzo Reale di Napoli - Carlo III di Borbone.jpg|thumb|upright|Particolare della statua di Carlo di Borbone scolpita da [[Raffaele Beliazzi]], sesta delle otto statue dei re, commissionate da [[Umberto I]] nel 1888, che adornano la facciata del [[Palazzo Reale di Napoli]]]]
Come re delle Due Sicilie, Carlo di Borbone ha tradizionalmente goduto di un giudizio positivo da parte degli storici, diversamente dagli altri sovrani della dinastia dei [[Borbone delle Due Sicilie]] di cui fu capostipite, essendo stato
Tale lettura celebrativa fu severamente attaccata da [[Michelangelo Schipa]], autore del fondamentale ''Il regno di Napoli al tempo di Carlo di Borbone'' (1904), in cui furono analizzati i limiti dell'azione riformatrice del sovrano, arrivando alla conclusione che «un re Carlo rigeneratore del nostro spirito e della nostra fortuna, e un'età felice del nostro passato, si dileguano all'occhio di chi guarda scevro da ogni passione».<ref>{{cita|Schipa|p. 782}}.</ref> Nella redazione di quest'opera Schipa utilizzò anche un raro scritto contemporaneo radicalmente ostile a Carlo, il ''De borbonico in Regno neapolitano principatu'' del marchese [[Salvatore Spiriti]], avvocato cosentino condannato all'esilio in quanto esponente del partito filoaustriaco.
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Diversamente da quanto fece trasferendosi da Parma a Napoli, Carlo non portò con sé in Spagna beni artistici appartenenti alle Due Sicilie. Un aneddoto vuole che prima d'imbarcarsi egli si togliesse dal dito un anello che aveva trovato durante una visita agli [[scavi archeologici di Pompei]], ritenendolo patrimonio dello Stato napoletano.<ref>{{cita|Acton|p. 115}}.</ref> Si dice invece che abbia portato con sé a Madrid parte del sangue di [[San Gennaro]], svuotando quasi del tutto una delle due ampolle custodite nella [[Cattedrale di Napoli]].<ref>[[Matilde Serao]], ''San Gennaro nella leggenda e nella vita'', Lanciano, Garabba, 1909, pp. 109-110: « [...] quando andò via, la irresistibile divozione che egli aveva per San Gennaro, gli fece portar via, nel suo paese, una parte del sangue di San Gennaro. Una delle due ampolline che la madre di latte del martire, riempì del suo puro sangue giovanile, è quasi vuota. È in Ispagna, il sangue contenuto nella seconda ampollina: e ogni anno, due volte, a maggio e a settembre, quando accade la mirabile liquefazione, a Napoli, in Ispagna, nello stesso giorno, nella medesima ora, nella chiesa di Madrid ove lo ha deposto il grande Carlo terzo, il sangue di san Gennaro si liquefà».</ref>
La flotta salpò dal porto di Napoli il 7 ottobre tra la commozione dei napoletani, e arrivò in quello di [[Barcellona]] dieci giorni dopo, accolta dall'entusiasmo dei [[Catalogna|catalani]]. Nel festeggiare il nuovo sovrano, questi gridavano: «¡Viva Carlos III, el verdadero!» ("Viva il vero Carlo III!"), per non confonderlo
Lasciava l'Italia ma non la gestione dei due regni: data la minore età del figlio
=== Re di Spagna ===
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=== Riforme del Marchese di Squillace ===
[[File:Carlos III cazador.jpg|left|thumb|upright=0.8|Ritratto del monarca, quadro di [[Goya]].]]
Il 10 agosto
Obiettivo del Marchese fu l'aumento degli introiti fiscali allo scopo di finanziare il programma di ricostruzione della marina e dell'esercito oltre che per la protezione delle attività manifatturiere.
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=== Espulsione dei Gesuiti ===
▲Caduto in disgrazia il marchese di Squillace, il re si appoggiò a riformatori spagnoli, come Pedro Rodriguez Campomanes, il conte di Aranda o il [[José Moñino y Redondo, conte di Floridablanca|conte di Floridablanca]].
Campomanes, in primo luogo, istituì una commissione d'inchiesta per indagare se la rivolta avesse avuto dei mandanti individuandoli poi nei [[Gesuiti]], motivando la sua affermazione con i seguenti capi d'accusa:
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=== Riforme ===
[[File:Monumento a Carlos III (Madrid) 01.jpg|thumb|Statua equestre di Carlo III presso [[Puerta del Sol]] a [[Madrid]].]]
L'espulsione dei Gesuiti aveva, tuttavia, privato il paese di molti insegnanti e letterati generando un forte danno al sistema educativo iberico.
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Anche l'università fu riorganizzata sul modello di quella di Salamanca in modo da incentivare gli studi scientifici e pratici rispetto a quelli umanistici.
Dopo l'istruzione
Per incentivare le attività agricole furono costituite le Sociedades Económicas de Amigos del País<ref group=N>Tali associazioni, un tempo private, sono del tutto assimilabili alle odierne [[camere di commercio]].</ref> mentre fu ridotto il potere della ''mesta'', la corporazione dei pastori transumanti.
Nel 1787
Oltre a ciò si riorganizzò l'esercito coloniale mentre furono rafforzati gli arsenali navali.
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== Società spagnola ==
=== Nobiltà ===
Diminuita nel numero a seguito dell'esclusione della piccola nobiltà dal censimento, per volere espresso del re, rappresentava il 4
Tuttavia, per quanto ridotta nel numero, intatto era il suo potere economico garantito anche da frequenti matrimoni all'interno dello stesso ceto, usanza che riduceva la dispersione dei beni.
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Da [[Maria Amalia di Sassonia]], sua unica moglie, Carlo ebbe tredici figli, di cui sette raggiunsero l'età adulta, mentre uno morì adolescente. Nacquero tutti in Italia.
*'''Maria Isabella''' (6 settembre 1740 - 1 novembre 1742), morta a 2 anni;
*'''Maria Giuseppina''' (20 gennaio 1742 - 3 aprile 1742);
*'''Maria Isabella Anna''' (30 aprile 1743 - 5 marzo 1749), morta a 6 anni;
*'''[[Maria Giuseppina di Borbone-Spagna|Maria Giuseppina Carmela]]''' (6 luglio 1744 - 8 dicembre 1801). Rimase nubile vivendo alla corte del fratello Carlo IV;
*'''[[Maria Luisa di Borbone-Spagna (1745-1792)|Maria Luisa]]''' (24 novembre 1745 - 15 maggio 1792). Sposò il granduca di Toscana e poi imperatore del Sacro Romano Impero [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena]];
*'''[[Filippo di Borbone-Spagna|Filippo]]''' (13 giugno 1747 - 19 settembre 1777). Insignito alla nascita del titolo di duca di Calabria, fu successivamente escluso dalla successione per incapacità mentale;
*'''[[Carlo IV di Spagna|Carlo IV]]''' (11 novembre 1748 - 20 gennaio 1819). Alla morte del padre divenne re di Spagna, continuando il [[Borbone di Spagna|ramo spagnolo dei Borbone]]. Sposò sua cugina [[Maria Luisa di Borbone-Parma]];
*'''Maria Teresa''' (29 novembre 1749 - 29 aprile 1750), morta a l'eta di 1 anno;
*'''[[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I]]''' (12 gennaio 1751 - 4 gennaio 1825). In seguito all'ascesa di suo padre al trono spagnolo, continuò il [[Borbone delle Due Sicilie|ramo napoletano della dinastia]] diventando re di Napoli
*'''[[Gabriele di Borbone-Spagna|Gabriele]]''' (11 maggio 1752 - 23 novembre 1788). Sposò [[Maria Anna Vittoria di Braganza]], figlia dei sovrani [[Maria I del Portogallo|Maria I]] e [[Pietro III del Portogallo]];
*'''Maria Anna''' (3 luglio 1754 - 11 maggio 1755), morta a l'eta di 1 anno ;
*'''[[Antonio Pasquale di Borbone-Spagna|Antonio Pasquale]]''' (31 dicembre 1755 - 20 aprile 1817). Sposò una delle figlie di suo fratello Carlo IV, sua nipote [[Maria Amalia di Borbone-Spagna|Maria Amalia]];
*'''[[Francesco Saverio di Borbone-Spagna|Francesco Saverio]]''' (7 febbraio 1757 - 10 aprile 1771), morì di vaiolo a 14 anni.
Riga 437 ⟶ 435:
|15 = [[Elisabetta Amalia d'Assia-Darmstadt]]
|16 = [[Luigi XIII di Francia]]
|17 = [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|Anna d'Asburgo]]
|18 = [[Filippo IV di Spagna]]
|19 = [[Elisabetta di Borbone-Francia (1602-1644)|Elisabetta di Borbone-Francia]]
|20 = [[Massimiliano I di Baviera (elettore)|Massimiliano I di Baviera]]
|21 = [[Maria Anna d'Asburgo (1610-1665)|Maria Anna d'Asburgo]]
|22 = [[Vittorio Amedeo I di Savoia]]
|23 = [[Cristina di Borbone-Francia]]
|24 = [[Odoardo I Farnese]]
|25 = [[Margherita de' Medici]]
|26 = [[Francesco I d'Este]]
|27 = [[Maria Farnese]]
|28 = [[Volfango Guglielmo del Palatinato-Neuburg]]
|29 = [[Maddalena di Baviera]]
|30 = [[Giorgio II d'Assia-Darmstadt]]
|31 = [[Sofia Eleonora di Sassonia]]
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|tipologia = regnante
|carica = [[Sovrani di Napoli|Re di Napoli]]
|periodo = '''Carlo VII'''<br />
|precedente = [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI]]<br />(Carlo VI d'Asburgo)
|successivo = [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]]
Riga 627 ⟶ 625:
|carica = [[Re di Spagna|Erede presuntivo al trono di Spagna]]
|periodo = 9 luglio 1746 - 10 agosto 1759
|precedente = [[Ferdinando VI di Spagna|Ferdinando, principe delle Asturie]]<br />Poi sovrano
|successivo = [[Carlo IV di Spagna|Carlo, principe delle Asturie]]<br />Poi sovrano
|immagine = Bandera de España 1701-1760.svg
}}
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