Inca: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
→I miti delle origini: overlinking |
Corretto: "obietta" |
||
Riga 388:
Gli Inca non conoscevano la scrittura, almeno nella forma con cui noi la intendiamo, tuttavia avevano escogitato altri metodi per registrare dati e per rappresentare in forma convenzionale le informazioni ritenute interessanti.
Lo strumento più usato era il ''[[quipu]]'', costituito da una corda principale da cui pendevano una quantità di funicelle minori. Le funicelle secondarie avevano differenti colori e su ciascuna di esse comparivano diversi nodi. Il tipo di colore, la natura dei nodi e la loro posizione rappresentavano informazioni differenziate che un lettore esperto di quipu era in grado di interpretare. Tutti gli studiosi moderni sono concordi nel ritenere che, tramite i ''quipu'', gli Inca erano in grado di annotare dati statistici con una meticolosità impressionante. Vi è discordanza, invece, sulla tesi, seguita da alcuni, secondo la quale i ''quipu'' permettevano di esprimere anche concetti astratti e di registrare avvenimenti storici. Sappiamo con certezza che numerosi funzionari spagnoli sono stati testimoni di resoconti narrati da anziani indigeni sulla base della lettura dei loro ''quipu'', ma si
Accanto al quipu, nelle raffigurazioni dell'epoca, troviamo spesso la ''[[yupana]]'' che si presenta come una sorta di pallottoliere. La ''yupana'' classica era costituita da venti caselle su cui erano distribuiti dei semi o delle pietruzze. Gli indigeni più abili, semplicemente spostando i semi, riuscivano a compiere dei calcoli anche molto complicati che lasciavano esterrefatti gli osservatori spagnoli, regolarmente superati in destrezza e rapidità.
|