Repubblica Napoletana (1799): differenze tra le versioni
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=== Proclamazione della Repubblica ===
{{dx|[[file:Flag of Parthenopaean Republic (1799).svg|min|left|upright=0.7|Bandiera della Repubblica napoletana]]}}
Il 23 gennaio, con l'approvazione e l'appoggio del comandante dell'esercito francese, viene proclamata la Repubblica Napoletana. Nasce un governo provvisorio di venti membri, poi portato a venticinque, tra cui [[Carlo Lauberg]] (il primo Presidente), [[Ignazio Ciaia]] (suo successore dalla fine di febbraio), [[Ercole D'Agnese]] (terzo Presidente) il giurista lucano [[Mario Pagano]], [[Melchiorre Delfico]], [[Domenico Cirillo]] e [[Pasquale Baffi]], [[Cesare Paribelli]]. Il governo si articola in sei Comitati (Centrale, Militare, Legislazione, Polizia Generale, Finanza, Amministrazione Interna), che poi formano l'Assemblea Legislativa ed esercitano il potere esecutivo in attesa dell'organizzazione definitiva del governo. Nei giorni successivi, tra gli altri provvedimenti, viene ordinato che tutti i tribunali, gli organi civili, amministrativi e militari sino ad allora regi si dichiarino repubblicani. Il 2 febbraio si pubblica il primo numero del [[Monitore Napoletano]], il giornale ufficiale del governo provvisorio, diretto da [[Eleonora Pimentel Fonseca]], una letterata in passato vicina all'ambiente di corte. Vedono la luce molti altri fogli, ma la loro fortuna sarà limitata anche a causa del diffuso analfabetismo. Il 12 febbraio viene pubblicato il Catechismo ufficiale della Repubblica Napoletana, con il compito di educare i sudditi a divenire cittadini. Il "Catechismo nazionale pe'l cittadino" fu redatto dal canonico [[Onofrio Tataranni]], dopo aver vinto il primo premio indetto dal governo provvisorio. Sempre a Napoli verrà pubblicato il ''Catechismo repubblicano per l'istruzione del popolo, e la rovina de'tiranni'', alla cui diffusione si adoperò il vescovo [[Michele Natale]].<ref>{{Cita libro|titolo=Catechismo repubblicano per l'istruzione del popolo, e la rovina de'tiranni|autore=Ignoto|url=https://books.google.it/books?id=_ddF2hsBNGAC&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|accesso=6 gennaio 2024|annooriginale=1799|città=Napoli|lingua=it}}</ref>
== La vita e la caduta ==
[[file:Veduta di Santa Lucia (Largo di Palazzo) e San Martino, Napoli,1799.jpg|min|L'[[albero della libertà]], eretto durante la repubblica, è abbattuto dai [[sanfedisti]], dopo la caduta della Repubblica Partenopea. Il quadro, del 1800, è di [[Saverio della Gatta]] e si intitola ''La distruzione dell'albero della libertà a Largo di Palazzo'' ([[Piazza del Plebiscito]]).]]
[[File:Domenico Cirillo.jpg|thumb|upright|Statua di [[Domenico Cirillo]], martire della Repubblica napoletana]]
La vita della neonata Repubblica è difficile fin dagli inizi: manca l'adesione popolare e quella delle province non occupate dall'esercito francese; sebbene i repubblicani siano spesso personalità di grande rilievo e cultura, appaiono anche eccessivamente ''dottrinari'' e lontani dalla conoscenza dei reali bisogni del popolo napoletano. Inoltre la Repubblica ha un'autonomia estremamente limitata, sottoposta di fatto alla [[dittatura]] di Championnet e alle difficoltà finanziarie causate principalmente dalle richieste dell'esercito francese costantemente in armi sul suo territorio. Non si riuscirà mai a costituire un vero e proprio esercito ottenendo solo limitati successi nella ''democratizzazione'' delle province.
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