Cartagine: differenze tra le versioni

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'''Cartagine''' ({{latino|Carthago}} o ''Karthago''; {{lang-grc|Καρχηδών|Karchēdṓn}}) era un'antica città [[fenici]]a, tra le più importanti colonie puniche del [[Mediterraneo]]; all'epoca del suo massimo splendore fu capitale di un piccolo impero che includeva i territori sud-orientali della [[penisola iberica]], la [[Corsica]] e la [[Sardegna]] sud-occidentale, la [[Sicilia (isola)|Sicilia]] occidentale e le coste della [[Libia]]. Il nome deriva dal [[Lingua fenicia|fenicio]] 𐤒𐤓𐤕𐤇𐤃𐤔𐤕 <QRT ḤDŠT>, ''Qart-ḥadašt'', "Città nuova", da intendere come "Nuova [[Tiro (città antica)|Tiro]]".<ref>{{Cita web|url=https://www.archaeology.ugent.be/carthage/history.php|titolo=Carthage: new excavations in Mediterranean capital|lingua=en|urlmorto=sì|accesso=8 luglio 2024|dataarchivio=5 ottobre 2022|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20221005054702/https://www.archaeology.ugent.be/carthage/history.php}}</ref>
 
Fondata nel IX secolo a.C. sulle sponde del [[Golfo di Tunisi]] come scalo commerciale fenicio, Cartagine crebbe rapidamente in popolazione ed importanza fino a rendersi indipendente dalla madrepatria, e giunse ad esercitare notevole influenza e controllo sul Mediterraneo occidentale e sul mar [[Tirreno]]. Dal III secolo a.C. entrò in contrasto con [[antica Roma|Roma]], che le disputava il controllo sulla Sicilia, il dominio dei mari e in generale vedeva nella città punica una minaccia per la sua crescente egemonia e per la sua stessa sopravvivenza. Il contrasto sfociò in un [[guerra|conflitto armato]], che vide le due città combattersi nelle tre [[guerre puniche]] con alterne vicende.
 
La [[seconda guerra punica]] fu dominata in un primo tempo dal generale cartaginese [[Annibale]], che valicate le [[Alpi]] sconfisse più volte l'[[esercito romano]], in particolare nella [[battaglia di Canne]], che gli permise di restare padrone dell'Italia meridionale per 15 anni; tuttavia non riuscì a infliggere il colpo di grazia all'avversario. I Romani si riorganizzarono e risposero con le incursioni africane di [[Publio Cornelio Scipione|Scipione]], culminate nella vittoria su Annibale nella [[battaglia di Zama]], che chiuse la guerra con il trionfo di Roma.
 
Al termine della [[terza guerra punica]] Cartagine fu conquistata e distrutta dalle [[Legione romana|legioni]] di [[Publio Cornelio Scipione Emiliano|Scipione Emiliano]]. Circa un secolo dopo, all'epoca di [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], i Romani la ricostruirono; la città rinata continuò a prosperare fin dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], divenendo parte prima del [[Regno vandalo]] e poi dell'[[Impero bizantino]]. Nel 698 d.C., Cartagine fu infine occupata dagli [[Califfato omayyade|Omayyadi]], che di fatto la spopolarono lasciando al suo posto solo un presidio militare e mettendo fine alla sua storia. I resti archeologici della città si trovano nel territorio della [[Cartagine (Tunisia)|Cartagine moderna]] (Qarṭāj), piccola città della [[Tunisia]], 16 &nbsp;km a nord-est di [[Tunisi]].
 
== Descrizione ==
 
La [[città]] era collocata sul lato [[est|orientale]] del [[lago di Tunisi]]<ref>{{Cita web|url=http://pleiades.stoa.org/places/314921|titolo=Carthago: a Pleiades place resource|autore=Hitchner, R., DARMC, R. Talbert, S. Gillies, J. Åhlfeldt, R. Warner, J. Becker, T. Elliott|sito=Pleiades: a gazetteer of past places|lingua=en|accesso=4 ottobre 2017-10-04}}</ref>. Secondo una [[leggenda]] [[romana]], fu fondata nell'814 a.C. da coloni fenici provenienti da [[Tiro (città antica)|Tiro]], guidati da Elissa (la regina [[Didone]])<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Sabatino Moscati e Grassi Palazzo |titolo=The Phoenicians |url=https://www.worldcat.org/oclc/47953853|annooriginale=1997|data=2001|editore=I.B. Tauris|OCLC=47953853|ISBN=9781850435334}}</ref>. Divenne una grande e ricca città, molto influente nel [[Mediterraneo occidentale]], fino a scontrarsi con [[Siracusa]] e [[Roma]] per l'egemonia sui mari.
 
Le prime battaglie navali coinvolgenti il popolo cartaginese, infatti, furono le cosiddette [[guerre greco-puniche]], campagne di assedio per il predominio sul Mediterraneo e in particolare sulla [[Sicilia (isola)|Sicilia]], la quale nel corso dei secoli [[VIII secolo a.C.|VIII]] fino al [[V secolo a.C.|V a.C.]] era coabitata dalle etnie fenicio-puniche (principalmente a [[Mozia]], [[Solunto]], [[Palermo]]), dai [[Storia della Sicilia preellenica|Popoli preellenici]] e dall'[[Sicelioti|etnia greca]]. Le campagne di espansione greca verso l'occidente furono spesso motivi di guerra tra le due componenti e in particolare i contrasti tra le città di [[Selinunte]] (greca) e [[Segesta]] ([[Elimi|elima]] e in quanto tale alleata dei Fenici) erano motivo di accesi conflitti. Spesso Cartagine entrava nello scacchiere fornendo mezzi e uomini a supporto dei Fenici isolani, fino ad essere coinvolta in diversi scontri. Il terreno di battaglia fu spesso la Sicilia, come nella celebre [[Battaglia di Imera (480 a.C.)|battaglia di Hymaera]], ma non mancarono scontri navali.
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È assai difficile distinguere, nei reperti archeologici raccolti nell’area di influenza dei Fenici e dei Cartaginesi, quali possano essere fatti risalire all’uno o all’altro popolo e quindi datare con sicurezza l'origine degli insediamenti cartaginesi. Gli archeologi non hanno rilevato discontinuità rilevanti nei siti di [[Bithia (sito archeologico)|Bithia]] e [[Nora (Italia)|Nora]] in [[Sardegna]]. Anche la fondazione di [[Ibiza (comune)|Ibiza]], tradizionalmente datata nel 675 a.C., potrebbe essere attribuita agli uni come agli altri.
La formazione e il funzionamento dell’ “impero” cartaginese non hanno un carattere imperialista, ma piuttosto quello di una confederazione di colonie preesistenti che si legano alla più potente tra loro al momento del declino della loro città-madre, [[Tiro (città antica)|Tiro]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Michael Sommer|data=2007-06-01 giugno 2007|titolo=Networks of Commerce and Knowledge in the Iron Age: The Case of the Phoenicians|rivista=Mediterranean Historical Review|volume=22|numero=1|pp=97-111|lingua=en|accesso=4 ottobre 2017-10-04|doi=10.1080/09518960701539232|url=https://dx.doi.org/10.1080/09518960701539232 | issn = 0951-8967 }}</ref>. Cartagine si assume quindi il ruolo di assicurare la sicurezza collettiva e di gestire la politica estera –e dunque anche commerciale- di queste comunità.
I Fenici Occidentali, e poi i Cartaginesi, hanno relazioni assai precoci con altre civiltà, soprattutto con gli [[Etruschi]] con i quali intrecciano solidi legami commerciali<ref>[[Aristotele]], ''Politica'', III, 9, 6</ref>. L’archeologia testimonia questi scambi, in particolare con le [[lamine di Pyrgi]] di [[Cerveteri]] e con varie scoperte nelle necropoli cartaginesi: vasi di produzione etrusca del tipo [[bucchero]] ma anche iscrizioni in etrusco che citano un Cartaginese<ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Michel Gras|titolo=Dictionnaire de la civilisation phénicienne et punique|anno=1992|editore=Brepols|città=Turnhout|p=163|capitolo=Étrusques}}</ref>. L’alleanza con gli Etruschi mira anche a contrastare l’espansione dei [[Focea|Focesi]] occidentali, operazione che culmina con la [[Battaglia di Alalia]]<ref>Edward Lipinski, « Alalia », ''Dictionnaire de la civilisation phénicienne et punique'', p. 14</ref>. Questa alleanza perde però importanza con il progressivo declino degli Etruschi.
 
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==== Prima guerra sardo-punica ====
A difesa degli interessi punici, nel [[540 a.C.]] Cartagine inviò in Sardegna un suo esperto generale, {{CitazioneSenza necessariafonte|già vittorioso in Sicilia contro i [[Grecia antica|Greci]] e da questi chiamato [[Malco (generale)|Malco]] (ossia il ''Re'').|}} Sbarcato nell'Isola con un corpo di spedizione composto dalle ''élite'' puniche col compito di liberare le città costiere dall'incombente minaccia di annientamento, Malco trovò ad aspettarlo la feroce ed organizzata resistenza dei Sardi nuragici. Travolti dai continui attacchi e dalla sanguinosa guerriglia che si sviluppò intorno ai loro movimenti, i Cartaginesi furono costretti a ritirarsi e a reimbarcarsi subendo ingenti perdite. Non furono le [[Nuraghe|fortezze nuragiche]] tuttavia lo strumento della vittoria dei Sardi: i Punici infatti furono sconfitti nel corso di scontri campali. L'intervento di Cartagine fu descritto dallo storico romano [[Marco Giuniano Giustino]], e sembra che nella madrepatria questa sconfitta fu accolta come un disastro, tanto da motivare successivamente ampie riforme civili e militari. Dopo questi avvenimenti l'esercito fu potenziato e divenne il simbolo e lo strumento della volontà di dominazione cartaginese.
 
In tale periodo, secondo gli studiosi, vi fu l'introduzione nell'Isola di una malattia fino ad allora sconosciuta: la [[malaria]]. Si suppone che furono le truppe di Malco a portare in Sardegna le [[Zanzara anofele|zanzare anofele]], terribile flagello per gli isolani sino al [[1946]]-[[1950|50]].