Crespi d'Adda: differenze tra le versioni

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'''Crespi d'Adda''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|[ˈkrɛspi ˈdadːa]}}; ''Grèspi d’Ada'' {{IPA|[ˈɡɾɛspi ˈdada]}} in [[dialetto bergamasco]]) è una [[frazione (geografia)|frazione]] del [[Comuni d'Italia|comune italiano]] di [[Capriate San Gervasio]], in [[provincia di Bergamo]], che in passato faceva parte del comune di [[Canonica d'Adda]], aal cuiquale apparteneva in quanto a sud del [[Fosso bergamasco]].
 
Consiste in un [[villaggio operaio]], per ospitare le maestranze operanti nel [[Industria tessile|settore tessile]] [[Cotone (tessuto)|cotoniero]], sorto a opera di Cristoforo Benigno Crespi a partire dal 1877 e passato poi nelle mani del [[Silvio Crespi|figlio Silvio]]. Per l'eccezionale stato di conservazione del suo patrimonio storico e architettonico fu, nel 1995, fu annoverato tra i [[Patrimonio dell'umanità|patrimoni dell'umanità]] dall'[[UNESCO]]<ref name="UNESCO">{{Cita web|url=http://whc.unesco.org/en/list/730|titolo=Crespi d'Adda|lingua=en|sito=unesco.org|editore=UNESCO|accesso=19 aprile 2017}}</ref>. È infatti il villaggio operaio meglio conservato dell'[[Europa meridionale]]: seppurebenché esistanoesistono altri esempi simili, essi sono concentrati più nell'[[Europa]] [[Europa occidentale|centro]]-[[Europa settentrionale|settentrionale]].<ref group="N">quelli che si trovano in Italia, come il [[villaggio Leumann]] a [[Collegno]] e il [[nuovo quartiere operaio]] di [[Schio]] in [[provincia di Vicenza]], comprendono alcune modifiche architettoniche di epoche successive che a Crespi non sono presenti, in quanto la proprietà di azienda e abitato è stata congiunta fino agli anni settanta.</ref>
 
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Il paese sorge tra il fiume [[Adda]] a ovest, il [[Fosso bergamasco]] a nord, il [[Brembo (fiume)|fiume Brembo]] a est. Rappresenta, con la punta, il punto più a sud dell'[[Isola bergamasca]]Il nome Crespi d'Adda viene dall'omonima famiglia bustocca che fondò nel 1877 il villaggio.<ref name="cort" /> Il nome viene acquisito ufficialmente l'11 aprile 1889 con il passaggio dal comune di Canonica a quello di Capriate.<ref name="cort" />
 
=== Clima ===
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== Origini del nome ==
Il nome Crespi d'Adda viene dall'omonima famiglia bustocca che fondò nel 1877 il villaggio nel 1877.<ref name=cort>{{cita libro|autore=Luigi Cortesi|titolo=Crespi d'Adda: villaggio ideale del lavoro|città=Bergamo|editore= Grafica e Arte|anno= 1995| ISBN= 88-7201-172-8}}</ref> Il nome viene acquisito ufficialmentein via ufficiale l'11 aprile 1889, quando conavvenne il passaggio dal comune di Canonica a quello di Capriate.<ref name=cort/>
 
== Storia ==
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=== Età moderna ===
Nel 1570 vengono apposti dal ducato[[Ducato di Milano]] tre cippi di confine.<ref name=cort/> Nel 1721 Crespi come pascoli e terreni incolti vieneCrespiviene rappresentato nel [[catasto teresiano]] come pascoli e terreni incolti.<ref name="cort" /> Nel 1889 passa a fare parte del comune di Capriate d'Adda, che verrà poi a sua volta fuso con il comune di San Gervasio d'Adda nel 1928 a formare il comune di Capriate San Gervasio. A seguito della [[seconda guerra d'indipendenza italiana]], nel 1859 passa con il resto della Lombardia al [[regno di Sardegna]] e nel 1861 diventa parte del [[regno d'Italia]].<ref name="cort" />
 
=== Età contemporanea ===
{{NN|storia|ottobre 2015}}
Il villaggio vennefu costruitoedificato dal 1876 al 1877 da [[Cristoforo Benigno Crespi]] che scelse quest'area, vicina al fiume Adda, per costruire un [[cotonificio]]. La fondazione si fa risalire al 1877, anno in cui il [[Busto Arsizio|bustocco]] Crespi acquista 85 ettari di terra dai comuni di Capriate San Gervasio e [[Canonica d'Adda]].<ref name=cort/> I lavori di costruzione vengono affidati all'architetto Ernesto Pirovano e all'ingegnere Pietro Brunati. Il villaggio è poi stato portato avanti dal figlio di Cristoforo, [[Silvio Crespi]].
 
L'ambizioso progetto di Crespi prevede di affiancare agli stabilimenti - similmentein modo simile a quanto già accadeva nell'[[Inghilterra]] della [[rivoluzione industriale]] - un vero e proprio villaggio che ospitasse alcuni operai della fabbrica e le loro famiglie. Il neonato insediamento viene dotato di ogni struttura necessaria: oltre alle casette delle famiglie operaie (complete di giardino e orto) e alle ville per i dirigenti (che vennerofurono costruite in seguito), il villaggio era dotato di [[chiesa (architettura)|chiesa]] (copia in scala ridotta del [[Santuario di Santa Maria di Piazza]] di Busto Arsizio), [[scuola]], [[cimitero]], [[ospedale]] proprio davanti alla fabbrica, campo sportivo, [[teatro (architettura)|teatro]], stazione dei pompieri e di altre strutture comunitarie.
 
Crespi d'Adda assume la sua forma finale intorno agli anni 1920 e ancora oggi è riconoscibile il suo impianto geometricamente regolare attraversato dalla strada principale che collega il villaggio a [[Capriate San Gervasio]]. La fabbrica, gli uffici e la casa padronale sono situati sul lato della strada che dà verso il fiume, mentre gran parte degli altri edifici sono dislocati sul lato opposto, in una griglia scandita da tre strade parallele alla principale.<ref name=UNESCO/>
 
Il villaggio rimane di proprietà di un'unica azienda fino agli anni 1970, quando diversi edifici, soprattutto residenziali, vennerofurono venduti ad altri privati. In questoquel periodo si registrò un calo dell'attività industriale dovuto, tra le altre cose, allo spopolamento del villaggio operaio.<ref name=UNESCO/>
 
Nel 1889 la frazione di Crespi, fino ad allora compresa nel comune di Canonica d'Adda nel [[circondario di Treviglio]], vennefu assegnata al comune di Capriate d'Adda nel [[circondario di Bergamo]].<ref>Legge nº 6043 dell'11 aprile 1889, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia [http://augusto.digitpa.gov.it/#giorno=03&mese=05&anno=1889 nº 106 del 3 maggio 1889]</ref> In data 11 ottobre 2013 il complesso dell'ex cotonificio viene acquistato dall'imprenditore [[Antonio Percassi]] con l'intenzione di utilizzarlo come quartier generale delle sue aziende.<ref name="sole24ore">{{Cita web |url=http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mondo-immobiliare/2013-10-11/percassi-acquista-recupera-villaggio-153406.php |titolo=Percassi acquista e recupera il villaggio operaio di Crespi d'Adda, patrimonio dell'Unesco |accesso=20 novembre 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131017214543/http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mondo-immobiliare/2013-10-11/percassi-acquista-recupera-villaggio-153406.php |dataarchivio=17 ottobre 2013 |urlmorto=sì }}</ref>
 
==== Patrimonio UNESCO ====
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico (Capriate San Gervasio, 1979) - BEIC 6330606.jpg|thumb|Ciminiera del cotonificio di Crespi d'Adda, 1979]]
 
All'inizio degli anni novanta, a livello comunale, fu proposto un [[Piano regolatore generale comunale|piano regolatore]] che prevedeva nuove edificazioni nell'area del villaggio operaio. L'associazione culturale locale "Centro Sociale Fratelli Marx" (CSFM), supportatasostenuta dal locale circolo di [[Legambiente]] e da diverse persone coscienticonsapevoli del valore del villaggio, volle contrastare questa proposta decidendo di tentareproporre l'iscrizione del sito di Crespi d'Adda nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO. Fu costituita la Consulta per Crespi, che iniziò un'opera di informazione e pressione sui politici e gli organi di informazione locali per scongiurare l'applicazione del piano urbanistico.
 
L'operazione ebbe successo convincendoe riuscì a convincere l'Amministrazione a non realizzare le edificazioni previste nell'area storica del villaggio e ad appoggiare la richiesta di inserimento nella Lista. La redazione del dossier di nomination da presentare all'UNESCO venne affidata a due membri del CSFM: Andrea Biffi ed Enzo Galbiati (cfr. ''Belli Guido, Chorus. A programme for balanced and sensitive development of heritage and culture: the case of Crespi d'Adda. Osservatorio Culturale, ed. Regione Lombardia, Milano gennaio 1997)''. In una fase successiva dell'istruttoria l'UNESCO richiese un approfondimento sullo stato di autenticità del sito, affidata all'esperto di archeologia industriale Edo Bricchetti. Accompagnava la nominationcandidatura un progetto di valorizzazione culturale del villaggio operaio e della comunità residente ideato dal CSFM, presentato nel corso del Convegno Internazionale organizzato per promuovere la candidatura di Crespi d'Adda, a cui partecipò Giancarlo Riccio, Ambasciatore Diplomatico e all'epoca Codirettore del Centro per il Patrimonio Mondiale UNESCO di Parigi (Riccio fu determinante per l'inserimento di Crespi nella Lista).
 
Il 5 dicembre 1995 il "Villaggio operaio di Crespi" è entrato a fare parte della Lista del [[Patrimonio dell'umanità]] dell'UNESCO. È uno degli esempi meglio conservati di villaggio operaio industriale che esistano al mondo. Contrariamente a siti analoghi, lo stabilimento è stato funzionante fino al dicembre 2003 e le case sono tuttora abitate. Nel 2013, un soggetto privato ha rilevato la proprietà del sito, presentando un piano di riutilizzo, che è risultato compatibile con le priorità e gli obiettivi stabiliti dall'UNESCO.<ref>{{cita pubblicazione | autore = Maria Paola Borgarino | autore2 = Paolo Gasparoli | autore3 = Anna Teresa Ronchi | autore4 = Matteo Scaltritti | url = https://oaj.fupress.net/index.php/techne/article/view/4577/4577 | titolo = Governare l’evoluzione di un sistema urbano.Il sito UNESCO di Crespi d’Adda , en | p = 53 | rivista = Techne | anno = 2016 | numero = 12 | doi = 10.13128/Techne-19334 | OCLC = 7181630618 | ISSN = 2239-0243 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20191208201213/https://oaj.fupress.net/index.php/techne/article/view/4577/4577/ | dataarchivio = 8 dicembre 2019 | urlmorto = no | accesso = 8 dicembre 2019 }}</ref>